''Ho visto volare i fenicotteri''
Gabriele Bertacchini (Ambios) spiega perchè la terra vincerà
''Ho visto volare i fenicotteri – il ritorno della vita sulla Terra'' (Infinito edizioni), è un saggio che racconta i processi creativi della natura. Ne è autore Gabriele Bertacchini divulgatore ambientale e naturalista che ha fondato AmBios, per fare educazione e comunicazione ambientale. Laureato in Scienze naturali con master in comunicazione ambientale, è autore e conduttore di Radio Pianeta3.
Nel suo saggio spiega che la Natura sa ri-crearsi. Ma occorre cambiare approccio.
''Ci troviamo di fronte alla più grande crisi ambientale da 66 milioni di anni a questa parte.
Il motivo, in gran parte, è dovuto al superamento dei limiti dettati dalla natura; limiti che riguardano l’occupazione degli spazi ma anche il modo in cui gli stessi vengono interpretati.
Se molte specie scompaiono per sempre dalla Terra, qualcuna prova “timidamente” a riaffermare un ruolo che le appartiene, dimostrando quanto potente possa essere la forza della vita.
Gli animali che ritornano o che “fanno la loro comparsa” ci possono aiutare a ristabilire quella cultura del limite necessaria per riconsiderare il concetto di sviluppo.
Molto aderente alla cronaca di questi mesi (si pensi all'allarme per orsi e lupi percepiti come ''minaccia'' per gli interessi umani) Bertacchini spiega che il mondo naturale va compreso prima di essere criminalizzato o strumentalizzato. Sarebbe l'occasione giusta per rivedere il nostro rapporto con il mondo naturale.
“Ho scelto di aprire il libro parlando dei fenicotteri rosa per mostrare come la natura cambi e si evolva di continuo, secondo un tempo che non sempre coincide con quello dell’uomo. Ci siamo infatti abituati a “imprigionare” le forme naturali in schemi fissi e ripetitivi, dove vorremmo che restassero confinate. Ma quegli schemi altro non sono se non il frutto di un nostro pensiero. La vita è altro e ce lo continua a dimostrare con il dinamismo con cui si rinnova. Dove la lasciamo libera di agire va avanti seguendo un proprio processo creativo''
Da qui il titolo dedicato ai fenicotteri: in pochi decenni da presenze “poco” comuni nel nostro territorio, hanno allargato la distribuzione a numerosi stagni della Sardegna e ad altre zone della penisola.
Nel libro Bertacchini analizza il ritorno dei lupi, dei castori e il caso dello sciacallo dorato, che mai aveva messo piede in Italia fino agli anni ’80 e che ora, per una serie di fattori, è presente in numerose regioni.
“Ognuna delle storie presentate offre lo spunto per parlare dei nostri pensieri, di possibilità e delle relazioni che permettono la vita sulla Terra. Allo stesso tempo vogliono essere un invito ad avere fiducia in quello che chiamiamo “natura”.
E' un libro che ridà spazio alla speranza. Molti ricorderanno il senso di tempo ultimo che si diffuse in Europa dopo l’esplosione nucleare di Černobyl. ''Fece pensare che tutto fosse perduto - scrive Bertacchini - ma la vegetazione si è impadronita degli spazi abbandonati e i boschi sono tornati. Luoghi che sono stati scenario di devastanti incendi, senza sminuire la piaga delle fiamme appiccate dall’uomo, possiedono ora i colori più belli della macchia mediterranea. L’unica cosa che la natura ci chiede, in fondo, è di essere lasciata in pace e, se lo faremo, sarà in grado di riprendersi”.
E del resto anche a Fukushima un uomo riuscì a vivere e a prendersi cura degli animali rimasti. Lui era riuscito a cambiare il paradigma del suo pensiero. Vi abbiamo raccontato su SENTIRE la storia di Naoto Matsumura che scelse di restare a Fukushima dopo il disastro.
E dunque che approccio possiamo avere? Proprio quello di Naoto: ritornare a pensarci come una delle specie su questo pianeta.
''È necessario recuperare una visione d’insieme che non isoli le componenti di un sistema complesso in parti, riducendone il funzionamento a una fuorviante logica meccanicistica e lineare che non trova riscontro nella realtà naturale”.
Bertacchini ci ricorda che per vivere (e non sopravvivere) le diverse specie necessitano di relazioni che superano le barriere che NOI abbiamo messo loro di fronte.
Nel loro “espandersi” ricostruiscono ambienti che erano stati “compromessi”, “ricreando” quelle condizioni vitali e quella diversità che meritano. La natura che riconquista i suoi spazi.
(c.perer)
Autore: Corona Perer
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento