Gaia Giongo, sciamane & medichesse
Un festival per ''L'eredità delle donne 2024''
Un festival per sciamane e medichesse. “Sciamane, medichesse, conoscitrici di zefiri e fiere” : con questo affascinante titolo il 23 novembre 2024 apre a Rovereto l'esposizione di collages a tema, che l'artista Gaia Giongo dedica alla figura delle guaritrici, ossia delle donne sapienti che per millenni hanno conservato, tramandato e utilizzato le loro conoscenze botaniche per curare i membri delle loro comunità.
La mostra, ospitata presso lo Spazio Atelier dell'Associazione Disegnograve, è inserita nel Calendario OFF del Festival “L'eredità delle donne 2024”, dedicato su scala nazionale all'empowerment femminile e vede la partecipazione in contemporanea di diverse gallerie e spazi espositivi in molte città italiane.
Quest'anno infatti, sotto la direzione artistica di Serena Dandini, per la prima volta il calendario OFF del Festival si articola su tutto il territorio nazionale e promuove, per quanto riguarda la nostra regione, due eventi: la mostra di collages “Sciamane, medichesse, conoscitrici di zefiri e fiere” a Rovereto e lo spettacolo di teatro-danza “Le radici del silenzio” a Moena. Tutti gli eventi off sono stati scelti attraverso un bando, al quale hanno risposto numerose partecipanti con diversi progetti artistici, poi selezionati da una commissione guidata da Serena Dandini, da sempre appassionata alla rivalutazione dei saperi femminili.
L'artista Gaia Giongo
Ma...chi erano le sciamane? E in che modo è possibile valorizzare il patrimonio di conoscenze mediche di cui le donne nel corso della storia sono state portatrici?
La felice intuizione di questa mostra, nello spirito del festival “L'eredità delle donne 2024”, è indubbiamente quella di rivalutare il serissimo e importante ruolo delle medichesse popolari in chiave artistica. Evitando, quindi, il rischio di trasformare il tutto in un evento puramente folcloristico, in un “trenino della paura” o in un revival di colore, ma anche, al contrario, quello di mettere in mostra un trattato antropologico fine a se stesso.
Mettendo invece in moto la fantasia e l'immaginario femminile il risultato cambia: le idee prendono vita e forma, le persone entrano in contatto creativo tra loro, l'entusiasmo soppianta consolidate certezze. Il mondo delle conoscenze erboristiche e botaniche praticate dalle medichesse del popolo nel corso dei secoli (e dei millenni) è ancora, infatti, in gran parte ancora celato da una cultura maschile dominante che l'ha sempre negato, criminalizzato o ridicolizzato.
In questa rubrica abbiamo indagato spesso il risvolto negativo, o, meglio, drammatico, che questo patrimonio culturale ha causato alle donne. I Tribunali ecclesiastici, ma anche quelli secolari, hanno infatti lavorato a pieno ritmo a partire dal quattordicesimo secolo per cancellare e sradicare dalle comunità rurali la figura della guaritrice, imputata proprio grazie alle sue conoscenze botaniche e al suo legame con la natura. Ai Tribunali si affiancavano autori di manuali di demonologia, inquisitori itineranti, cacciatori di “streghe”, tutti determinati (per non dire ossessionati da esse) a perseguire le condotte “diaboliche” delle donne dedite alle conoscenze e alle pratiche mediche naturali.
La mostra “Sciamane” di Gaia Giongo indaga,appunto, attraverso il collage, la figura delle sciamane, delle medichesse conoscitrici del mondo naturale, per restituirci in chiave contemporanea, con una grafica poetica e insieme audace, una nuova lettura di questa immagine.
Secondo la ricerca etno-antropologica lo sciamanesimo si forma ancora nella preistoria con la nascita di figure intermediarie con il mondo degli spiriti, figure che avevano il compito primario di medicare e curare la popolazione, a partire da una profonda conoscenza della natura.
La ricchezza delle tombe femminili rinvenute fino ad oggi dimostra non solo che esistevano sciamane donne e che esse erano di pari grado rispetto ai colleghi uomini, ma che in alcuni casi erano ancora più potenti.
Ne è un esempio la tomba della sciamana di Bad Durrenberg, in Germania, datata 9000 anni fa, che ha stupito archeologi e storici per il prestigio del corredo funerario e che, insieme ad altre tombe, riscrive la storia dei ruoli di genere nella preistoria.
In questa prospettiva, la mostra “Sciamane, medichesse, conoscitrici di zefiri e fiere” propone una serie di raffinate opere su carta, assemblando immagini, fotografie, disegni e parole liberamente ispirati al rapporto con la natura, alle conoscenze e al ruolo sociale delle guaritrici-sciamane.
(Gloria Canestrini)
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“Sciamane, medichesse, conoscitrici di zefiri e fiere”
dal 23 al 25 novembre 2024,
Atelier Disegnograve
Via S.Maria, 37, Rovereto
Orario: 16-19
L'ARTISTA - Gaia Giongo è un'artista visiva che lavora con il collage. Si è formata a Milano e all’estero, prendendo parte al programma europeo "Leonardo da Vinci", a Cork in Irlanda. Nel 2017 pubblica con Disegnograve Edizioni "Il mago di Ozio", illustrato con opere di collage, e nel 2022 “Girone”, in collaborazione con Costanza Giongo. Ha lavorato come ricercatrice per la Fondazione Feltrinelli e per l'Università di Trento. È ricercatrice nel campo della violenza maschile sulle donne e sta conducendo un dottorato in Studi di genere presso l'Università di Palermo.
Mostre:
CHEAP Festival, Bologna, 2023
Spaces&Places, Broadway Gallery, Letchworth Garden City (UK), 2023
This is Gender (Un)Equality, Global Health 50/50 online gallery, 2023
Satire, fakery and defamation, MERZ Gallery, Merz, Scozia (UK), 2023
CioccolaTÒ, Torino, 2023
Self care, Sincresis Gallery, Empoli, 2023
La fuga delle ragazze, l'Eredità delle Donne Festival, Calendario OFF, mostra virtuale, 2023
Illustrò, Chiesa Sant'Osvaldo, Rovereto, 2024
Pubblicazioni:
Mobile Library Magazine, 2023
Oltre Collage Fanzine, 2023
Artwork Gallery and Magazine, 2023
Suboart Magazine, 2023
Autore: Gloria Canestrini
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