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Genocidio, la parola negata

Amnesty International: ''Oggi un giorno disperatamente buio''

18 marzo 2025 - "Oggi è un giorno disperatamente buio per l’umanità. Israele ha ripreso sfacciatamente la sua devastante campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, uccidendo nel sonno almeno 414 persone, tra cui almeno 100 bambini, e annientando nuovamente intere famiglie nel giro di poche ore''. Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International ha diramato una nota dopo la ripresa unilaterale dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza: più di 400 persone palestinesi uccise. Chiede che gli stati si uniscanoper chiedere l’immediata ripresa di un cessate il fuoco duraturo, ''...la fine del genocidio di Israele contro le persone palestinesi a Gaza e lo smantellamento del suo sistema di apartheid e dell’occupazione illegale del Territorio palestinese".

Già a gennaio aveva diramato un rapporto in cui parlava apertamente ed esplicitamente di genocidio. Poi c'è stata la tregua ma durante la scorsa notte, una serie di attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza occupata ha ucciso almeno 414 persone palestinesi, tra cui 174 bambini e bambine, e costrette al ricovero in ospedale oltre 550, segnando così la fine unilaterale della tregua con Hamas.

La popolazione della Striscia di Gaza - che a malapena aveva avuto la possibilità di ricostruire la sua vita e stava ancora subendo il trauma dei precedenti attacchi israeliani - si è risvegliata ancora una volta nell’incubo infernale di bombardamenti intensi”.

“Il genocidio da parte di Israele e i suoi attacchi aerei illegali hanno già causato sofferenze umanitarie senza precedenti nella Striscia di Gaza. Oggi siamo tornati al punto di partenza. Dal 2 marzo Israele ha reimposto un assedio totale, bloccando l’ingresso di tutti gli aiuti umanitari, delle medicine e di prodotti come carburante e cibo, in palese violazione del diritto internazionale. Israele ha anche interrotto la fornitura di elettricità all’impianto principale di desalinizzazione ancora operativo. Oggi, l’esercito israeliano ha nuovamente iniziato a emettere ordini di ‘evacuazione’ su vasta scala, sfollando le persone palestinesi”.

“I ricercatori di Amnesty International hanno parlato con il personale medico che lavora in tre ospedali di Gaza City e nel nord della Striscia di Gaza, che ha riferito scene di orrore indicibile fin dalle prime ore del mattino. Al-Shifa, una volta il complesso medico più grande della Striscia di Gaza e ora in gran parte distrutto dai precedenti raid militari israeliani, aveva solo tre letti disponibili per accogliere le persone ferite”.

“L’ospedale arabo battista Al-Ahli di Gaza City - l’unico dotato di un’unità di terapia intensiva funzionante - è stato costretto a curare nei corridoi e nel cortile interno alcune delle 80 persone ferite che aveva ricevuto. L’ospedale indonesiano è l’unico nella provincia di Gaza Nord a funzionare, seppure a fatica, in quanto è ancora in fase di ricostruzione dopo la precedente campagna militare di Israele”.

“La quasi totale distruzione del sistema sanitario nella Striscia di Gaza, in particolare nella parte settentrionale, nonché la disperata carenza di attrezzature e forniture mediche, aggravata dall’assedio illegale imposto da Israele, equivalgono di fatto a una condanna a morte per molte persone con ferite gravi e malattie, comprese quelle che, in condizioni normali, sarebbero facilmente curabili. Nel frattempo, le autorità israeliane continuano a imporre restrizioni estremamente rigide sulle evacuazioni mediche fuori dalla Striscia di Gaza”.

“La ripresa degli attacchi da parte di Israele mette a rischio anche la vita dei 24 ostaggi israeliani che si ritiene siano ancora in vita. È un colpo crudele per gli ostaggi israeliani e per le persone palestinesi detenute arbitrariamente, così come per le rispettive famiglie. Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che gli ostaggi civili e le persone palestinesi detenute arbitrariamente devono tornare in libertà”.
“Il mondo non può restare a guardare mentre Israele continua a infliggere livelli spaventosi di morte e sofferenza alle persone palestinesi della Striscia di Gaza. Esortiamo tutti gli stati a rispettare i loro obblighi di prevenire e punire il genocidio e di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario, facendo pressione su Israele affinché ponga fine ai suoi attacchi e consenta l’ingresso incondizionato e senza ostacoli degli aiuti umanitari”.
 

18.3.2025

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E' GENOCIDIO NON CI SONO DUBBI

(2.1.2025) -  Le ricerche effettuate da Amnesty International hanno rinvenuto sufficienti elementi per portarla alla conclusione che Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata.

Nel rapporto intitolato “Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”, Amnesty International documenta come, durante l’offensiva militare lanciata dopo gli attacchi mortali del 7 ottobre guidati nel sud di Israele da Hamas, Israele abbia scatenato inferno e distruzione contro la popolazione palestinese di Gaza senza freni, in modo continuativo e nella totale impunità.
“Il rapporto di Amnesty International mostra che Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato la popolazione palestinese di Gaza come un gruppo subumano non meritevole di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

“Le nostre conclusioni devono servire a svegliare la comunità internazionale. Questo è un genocidio. Deve cessare ora”, ha aggiunto Callamard.
“Gli stati che attualmente continuano a trasferire armi a Israele devono sapere che stanno violando il loro obbligo di prevenire il genocidio e rischiano di diventarne complici. Tutti gli stati che hanno influenza su Israele, soprattutto i principali fornitori di armi come Usa e Germania così come ulteriori stati membri dell’Unione europea, il Regno Unito e altri ancora, devono agire adesso per porre immediatamente fine alle atrocità israeliane contro la popolazione palestinese di Gaza”, ha proseguito Callamard.

(...) “I mandati d’arresto emessi il mese scorso dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità fanno realmente sperare nella giustizia da lungo tempo dovuta in favore delle vittime. Gli stati devono mostrare rispetto verso la decisione della Corte e i principi universali del diritto internazionale arrestando e consegnando quei ricercati alla Corte stessa”, ha sottolineato Callamard.

“Chiediamo all’ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale di considerare con urgenza l’aggiunta del genocidio all’elenco dei crimini su cui sta indagando e a tutti gli stati di usare ogni strumento legale per portare i responsabili di fronte alla giustizia. A nessuno dovrebbe essere consentito di commettere un genocidio e rimanere impunito”, ha concluso Callamard.

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