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Gerusalemme, concentrato di storia ed emozioni

di Arturo Buzzat -''Dopo averla visitata, entra nel cuore e non ti abbandona più''

Gerusalemme è un concentrato di storia ed emozioni. Sa emozionarti con la bellezza del suo tramonto davanti alla Porta di Giaffa e alle mura, oppure della sua alba quando col sole che sorge guardi la città dal Monte degli Ulivi, luogo ricco di chiese dove si trova anche un antico cimitero ancora operativo.

Gerusalemme emoziona con il Muro del Pianto e il suo omonimo tunnel, un sistema di gallerie artificiali che corrono sotto la Città Vecchia ricco di storia e di bellezza; La Cupola della Roccia, luogo sacro per  mussulmani e ebrei, dove si ritiene Abramo era pronto a sacrificare suo figlio e Maometto partì per il suo 'Viaggio Notturno' nel cielo; la Chiesa del Santo Sepolcro, il luogo cristiano più sacro nella Città Vecchia; la Torre di Davide, posta all’interno della cittadella e costruita dal re Erode all’incirca nel 24 a.C.
E allo stesso modo Gerusalemme ti prende e attira a se  quando vai a fare shopping nelle botteghe di souvenir dei quartieri arabo e armeno, o in quelle, un po’ meno a buon mercato, che si allineano lungo il Cardo romano restaurato.

Gerusalemme, arroccata sulle sue rotonde colline eterne, se la sai guardare e vivere è un insieme di sensazioni. Il Cardinale Carlo Maria Martini di lei ha detto: ''Non si può parlare di Gerusalemme senza amarla''.

Guardando alla storia possiamo affermare che pochi luoghi al mondo vantano un trascorso simile a quello di Gerusalemme, città culla delle tre grandi religioni, che nel corso dei secoli ha attirato su di sé lo sguardo e le attenzioni di sovrani, imperatori e governanti di ogni genere.

Sebbene gli studiosi ne datino la fondazione nel 1004 a.C., alcune recenti ricerche archeologiche rivelano che la sua origine è, in realtà, molto più antica e risalirebbe addirittura al V millennio a.C.
I suoi primi abitanti, in un insediamento che allora si chiamava Gebus, sarebbero stati i Gebusei, popolazione preisraelitica di Canaan.

Gerusalemme, nel corso dei secoli è stata assediata per 20 volte, conquistata 50 e distrutta 12 volte. E' una città dai mille contrasti, dove passeggiare permette non solo di calarsi nella sua affascinane storia, che spunta da ogni angolo, ma anche di immergersi contemporaneamente in tre culture, che bene sono rappresentate dal suk mussulmano con i suoi aromi e il suo trambusto, dal quartiere ebraico, dove si possono ritrovare le più antiche tradizioni e nei suoi tanti luoghi santi.

Secondo la tradizione ebraica fu Davide, re d’Israele e di Giuda, a renderla capitale.
Salomone, figlio di Davide, ne ampliò le mura e costruì, con inizio lavori a partire dall’833 a.C. e fine degli stessi nel 822 a.C., il grande Tempio destinato a custodire l’Arca dell’Alleanza: conteneva le leggi che Yahewh consegnò a Mosè sul Monte Sinai.

 

Nel 586 a.C. il Tempio venne completamente distrutto dal re babilonese Nabucodonosor II, che diede il via alla prima deportazione a Babilonia dei Giudei di Gerusalemme.

Quando l’esilio babilonese degli israeliti cessò, un nuovo Tempio fu ricostruito. La sua edificazione, per la quale fu utilizzata la tipica pietra di Gerusalemme, terminò nel 515 avanti Cristo. Passato attraverso numerose vicissitudini, nel 66 d.C., quando Roma da tempo si era impossessata della Palestina, anche questo secondo Tempio venne distrutto.

Fu l’imperatore romano Tito, quando ridusse in cenere la città, a farlo scomparire. Di esso si salvò solo il Muro Occidentale, oggi conosciuto come Muro del Pianto dove si radunano gli Ebrei in preghiera.

I pochi tesori rimasti, fra i quali ricordiamo una Menorah in oro massiccio, ossia una lampada ad olio a sette bracci che nell'antichità veniva accesa all'interno del Tempio di Gerusalemme, vennero depredati e trasportati a Roma, sorte che toccò anche alla popolazione, che in gran numero venne anche uccisa. Era la diaspora, che fu completata dall’Imperatore Adriano nel 135 d.C..

Dieci secoli più tardi, nella zona in cui c’erano i resti dell’antico Tempio di Salomone, Baldovino II, re cristiano successore di Goffredo di Buglione, concesse ai Poveri Cavalieri di Cristo, come quartier generale, un’ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion.
Era nato l’Ordine dei Templari, che prese il nome proprio dalla zona del suo insediamento in Gerusalemme.

I Cavalieri templari portano inevitabilmente alle crociate, che vedono la città Santa e i suoi Santi Luoghi, per così dire, al centro del mondo per lunghi anni. Alle crociate partecipò anche Venezia, che dalle lotte per la conquista di Gerusalemme e dei Luoghi Santi  ricavò sia un ruolo dominante nel commercio con l’Oriente, sia, cosa che conservò per secoli, il ruolo di Advocata Terrae Sanctae, ovvero di protettrice di tutti coloro che intraprendevano la grande Peregrinatio.

''Tutti coloro che vanno in pellegrinaggio al Santo Sepolcro con i Veneti sono al sicuro nelle persone e nelle cose" disse Il Sultano Melek-el-Adel Seifed-Din al Doge Pietro Ziani (1153 – 1230).

Il prestigio politico-commerciale e la straordinaria azione diplomatica verso i diversi sovrani musulmani resero Venezia, per molto tempo, la porta privilegiata del Medio Oriente. La sua era una porta talmente privilegiata che, non tutti forse lo sanno, se possiamo ancora visitare due tra i più importanti monumenti della cristianità, il Santo Sepolcro e la basilica della Natività, che rischiarono di essere distrutti nel corso del XVI secolo, lo dobbiamo proprio a Venezia.

Il legame tra Venezia e Gerusalemme è testimoniato da un emblema per eccellenza: il leone, simbolo di San Marco e di Venezia,  ancor oggi è visibile a Gerusalemme. Lo si può ammirare percorrendo Gerusalemme ovest e la centrale Giaffa Street sul tetto di un palazzo degli anni Trenta.

Un luogo comune afferma che nell’antica Gerusalemme non ci sia nulla di nuovo da vedere.
Perché a Gerusalemme ci si viene per pregare, a seconda della propria fede, nella Basilica del Santo Sepolcro o davanti al Muro del Pianto; per soffrire lungo la Via Dolorosa, che segue le stazioni del Calvario; per piangere nello Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto.
Nulla di più sbagliato. Gerusalemme stupisce sempre.
Le sue tensioni, le lacerate e opposte fazioni, con gli israeliani da una parte e i palestinesi dall'altra, non le tolgono fascino.
Dopo averla visitata, cercando di viverla, entra nel cuore e il desiderio di tornarci non abbandona più.

(Arturo Buzzat)

 

*foto: di Arturo Buzzat, scrittore

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