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Il Giardino Rinascimentale, luogo dell'anima

Esce ''Giardino e Rizoma'' di MARÍA DEL CARMEN MOLINA BAREA

(Corona Perer) - Mai come nel Rinascimento fiorentino il giardino si è fatto modello del mondo: nato e nutrito nella culla dell’Accademia neoplatonica, questo luogo naturale ha la sua essenza nel proprio ''guscio'' filosofico. E' cioè luogo per l'anima e così lo vogliono e lo pensano i Signori che si circondano di umanisti e pensatori. La famiglia de Medici di Firenze ne fu un brillante esempio: le loro ville erano adornate di magnifici giardini e popolate di meraviglioso pensiero. Architettonico anzitutto, meglio ancora: paesaggistico.

Analizza questa dimensione spirituale del giardino (e quindi a pieno titolo ''politica''), la studiosa MARÍA DEL CARMEN MOLINA BAREA autrice di ''Giardino e rizoma'' - Il giardino rinascimentale come cartografia nomade, da Ficino a Deleuze'' pubblicato da Graphe.it Edizioni (traduzione di Chiara Giordano). Nel saggio compie una lettura dei giardini all’italiana di epoca rinascimentale legando la prospettiva estetica a quella filosofica.

Al lettore si schiude così il labirinto dei viali e delle aiuole, per calarsi nelle dispute filosofiche che animarono visioni e sogni dei loro creatori. Il volume esplora i giardini rinascimentali come microcosmi filosofici e  labirinti di bellezza dove l'anima si perde e si ritrova.

Per dire come il giardino fosse la quintessenza della visione del suo Signore basterà un esempio: Cosimo il Vecchio il quale aveva incaricato Marsilio Ficino di tradurre l'opera di Platone insieme ad altri testi di Plotino. La villa di Careggi che era stata acquistata dai Medici nel 1417, ne incarnò la visione grazie agli interventi di ristrutturazione del nipote Lorenzo il Magnifico che dedicò particolare cura ai giardini. Per questa villa Donatello eseguì il suo famoso David in bronzo che doveva essere collocato in una delle fontane la residenza abitata soprattutto d'estate e molto amata dal duca di Toscana.

''A Careggi troviamo riflesso sia l'interesse per lo studio sperimentale della natura qui fu creato un orto botanico uno dei primi in Europa sia la esemplificazione delle teorie e delle conoscenze dell'Accademia platonica'' spiega l'autrice. ''Con Lorenzo il giardino assume un'importanza particolare divenendo campo di verifica e sostegno delle speculazioni filosofiche dell'Accademia sia per quanto riguarda la possibilità di operare sulla natura e sia per la varietà di elementi che entrano in gioco. I giardini sono un allegoria del pensiero il luogo destinato alle speculazioni'' si legge nel saggio.

Questa passione rimase inalterata nei discendenti. Cosimo I de' Medici, nel 1556 è al culmine del suo potere: ha da poco sottomesso la Repubblica di Siena e gettato le basi per la creazione del Granducato di Toscana quando incarica gli artisti della sua corte di un'impresa mai tentata prima, ovvero tradurre il suo ambizioso progetto politico nelle forme del giardino della sua Villa di Castello, il primo giardino all'Italiana della storia. Di ritorno dalle sue battute di caccia pomeridiane, il duca Cosimo accoglieva gli ospiti tra le meraviglie del suo Giardino, tra statue, fontane, grotte e la più importante collezione al mondo di agrumi in vaso. Qui la sua visione di arte, scienza e politica diventavano tutt'uno (ne approfittiamo per segnalare un evento estivo: ''A spasso con Cosimo'' il 29 settembre 2024 in occasione delle Giornate europee del Patrimonio > info www.museitoscana.it).

Villa Castello e i giardini come emblema della politica di Cosimo de Medici
(foto by Opera Laboratori)
 

Il saggio di MARÍA DEL CARMEN MOLINA BAREA compie quindi un pregevole tentativo: tracciare una lettura filosofica  dei giardini del Rinascimento fiorentino che nasce e trova alimento nelle teorie dell’Accademia neoplatonica.

''Sono convinta che i giardini rinascimentali si prestano a essere interpretati come carte del desiderio inconscio e dispositivi di produzione della soggettività'' scrive l'autrice che si è concentrata sui giardini all’italiana in un’ottica originale e finora inesplorata.

Villa Medici, Roma
(foto by Ufficio Stampa Accademia di Francia)
 

Con dotte citazioni, da Petrarca all'albero della scienza di Raimondo Lullo, l'autrice conduce alla lettura dei giardini in cui l'intelletto ascende e discende nei vari gradi della conoscenza.

Docente di Estetica e Filosofia dell’arte all’Università di Córdoba, MARÍA DEL CARMEN MOLINA BAREA dopo gli studi in storia dell’arte e filosofia, ha ottenuto il master in Teoria dell’arte contemporanea (Goldsmiths College University of London) e si è laureata con una tesi internazionale sul surrealismo spagnolo. Ha, quindi, studiato all’Università degli Studi di Firenze, al Warburg Institute di Londra e al Centre d’histoire et de théorie des arts (École des Hautes Études en Sciences Sociales) di Parigi.

Tra i suoi interessi di ricerca si trovano anche la Filosofia del cinema, Studi visivi e Studi di genere. Ha pubblicato Arte y Deseo. El Surrealismo desde la filosofía de Deleuze y Guattari (2017) ed è autrice di numerosi articoli in riviste specializzate.

(C.Perer)

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Mara del Carmen Molina Barea
''Giardino e rizoma'' - Il giardino rinascimentale come cartografia nomade, da Ficino a Deleuze

Traduzione di Chiara Giordano
Pagine 166, 15,90 euro - Graphe.it


Autore: Corona Perer

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