Povera Italia, poveri media italiani
L'analisi di Giorgio Bianchi Photojournalist
''Il dramma del nostro paese? Una sfera mediatica totalitaria e un’opinione pubblica senza capacità critica''.
Ad affermarlo è Giorgio Bianchi giornalista e fotoreporter. Lui l'Ucraina l'ha raccontata fin dalle rivolte del 2014 e dal suo canale telegram (più di 120.000 iscritti > t.me/giorgiobianchiphotojournalist) offre uno sguardo sul mondo e in particolare i dietro le quinte della storia reale ignorata dal sistema medatico ritenuto più autorevole (il cosiddetto mainstream, ovvero l'informazione che piace ai governi) a partire dalla tv che resta purtroppo la prima fonte informativa degli italiani.
In uno dei suoi interventi ai tempi "dell'offensiva di primavera'' analizzava le fake news immesse proprio dai professionisti dell'informazione nazionale considerando, in primis, il caso del quotidiano torinese La Stampa, un tempo il ''faro'' dell'informazione italiano.
"Ma in che mondo vive chi legge un quotidiano come La Stampa?'' si chiedeva. "Uno pensa che i lettori di La stampa, Repubblica o il Corriere siano stupidi. Ma è un errore. Sono persone non stupide, solo che quei giornali li fanno vivere in una realtà parallela. Per esempio, la situazione al fronte russo ucraino viene riportata così da La Stampa: “Le forze armate ucraine stanno avanzando con rapidità verso sud, dove ora incontrano debole resistenza nelle retrovie russe, mentre si avvicinano a una seconda linea fortificata delle truppe di Mosca, che si ritiene sia più debole rispetto alla prima”. Ora, qualsiasi fonte di informazione non delirante dice, nel migliore del casi, che la controffensiva, lentissima, è stata un disastro. La prima linea non è stata neanche raggiunta". E in questi giorni gli ucraini, reclutati per strada, costretti ad arruolarsi, spesso senza alcuna preparazione, si arredono perchè han capito che sono carne da macello. Chi vuole arrendersi a volte è ucciso dagli stessi commilitoni. La rete abbonda di testimonianze.
Il punto è che c’è un mucchio di gente che vive in una bolla di irrealtà.
E purtroppo sono convinti di essere informati.
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