I guerrieri di Antonio Signorini
Forte dei Marmi celebra lo scultore di origine toscana
Il Guardiano del Cielo ed il Guardiano della Fede sono due figure ieratiche catturate in pose dinamiche e nell’atto di combattere. Forte dei Marmi celebra lo scultore di origine toscana Antonio Signorini, con due mostre in contemporanea che illustreranno, in maniera esaustiva, la sua ricerca e la grande bellezza delle sue opere scultoree i cui stilemi si riflettono emblematicamente anche nelle sue opere pittoriche.
Dal 22 luglio al 30 settembre Guerrieri, Danzatrici, Cavalli volanti monumentali di Signorini saranno installati negli spazi più suggestivi della città, tra le vie e le piazze del centro storico e il lungomare, per una mostra a cielo aperto organizzata dal Comune di Forte dei Marmi e Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai e Forte dei Marmi, in collaborazione con Villa Bertelli e curata da Luca Beatrice.
A completare il percorso espositivo, quattro importanti sculture unitamente ad un significativo corpus di opere su tela, saranno esposte negli spazi di Oblong Contemporary Art Gallery nella centralissima Via Carducci.
Create appositamente per la mostra di Forte dei Marmi, sono le cinque opere monumentali inedite realizzate con la fusione in bronzo delle quali fa parte Arcturus, il monumentale cavallo volante di 10 metri. Prende il nome dalla stella Arturo, messa in cielo da Zeus per proteggere la vicina costellazione Callisto (Orsa Maggiore) dalla gelosia della dea Era. Il cavallo si lancia in un galoppo che diviene volo.
Lo scultore si definisce un essere cosmopolita.
Dice di sé: «Sono nato in Toscana e di casa in Europa, in Asia, in America, nel Medio Oriente. “Attraverso” è viaggiare nel cosmo della vita. Senza un punto di origine che rende la vita un cerchio o un quadrato il modo diviene quello della spirale pulsionale». Sul lungomare della Versilia, allestite alla luce del sole, all’ombra della sera e al buio della notte, le sue sculture sono affidate allo sguardo del pubblico. «Vorrei che Il lettore delle opere - l’immagine rimanda all’idea di opere che si leggono come un libro e non si consumano in un solo istante - entrasse in questo mio firmamento culturale e artistico per trovare quello di ciascuno, a volte ancora inedito.»
I nomi emblematici delle sue opere fanno riferimento alle storie della mitologia greca e alle costellazioni.
Come le sculture delle danzatrici Idra e Merope, alte quattro metri e cinquanta. Il nome della prima si riferisce all’Idra che è la più estesa delle ottantotto moderne costellazioni e una delle quarantotto più antiche elencate da Tolomeo; rappresenterebbe l’ancestrale serpente o mostro marino che ritroviamo in molti miti del passato, tra i quali la leggenda dell’Idra di Lerna fronteggiata da Ercole nelle sue fatiche. Merope è invece una delle stelle della costellazione delle Pleiadi e, secondo il mito greco, una delle sette sorelle che accompagnano Artemide durante la caccia.
Come scrive il curatore Luca Beatrice: “Signorini, attraverso le sue opere racconta gli stilemi di antiche civiltà che si proiettano nell’oggi da un tempo passato e corrono verso il futuro: danzatrici, guardiani, cavalli, prendono forma nello spazio, dove si intersecano con raffinata armonia ed eleganza. Nelle sue opere Antonio Signorini si pone fin da subito la questione di come riuscire a restituire corpo e sostanza a una forma senza appesantirla, donandole leggerezza; per questo motivo le sue sculture si caratterizzano per essere figure sottili e ieratiche.”
A completare il percorso espositivo, quattro importanti sculture unitamente ad un significativo corpus di opere su tela, saranno esposte negli spazi di Oblong Contemporary Art Gallery nella centralissima Via Carducci.
Create appositamente per la mostra di Forte dei Marmi, le cinque opere monumentali inedite sono realizzate con la fusione in bronzo
Il guerriero ha un corpo magro, snello, potente, allenato ai pericoli e ha in sé la grazia di un danzatore, un acrobata e un atleta; come afferma lo stesso Signorini, si tratta in realtà di un guardiano del patrimonio umano, del cielo e della fede: «La fede è quella nel procedere, nel proseguire un cammino verso lo sconosciuto. Nessuno sa che cosa ci aspetta e per questo ciascuno deve proseguire con la fede nell’avvenire. Questo è ciò che spinge i Guardiani a correre verso il domani: preparati alle difficoltà, consapevoli che non c’è una via di ritorno. La forza delle Danzatrici non si esaurisce in un confronto, ma si esprime anche attraverso altri linguaggi, il ballo e il movimento. Le Danzatrici di Signorini, spinte dalla stessa fede dei Guerrieri e consapevoli delle difficoltà umane, attraversano e celebrano la vita danzando tra le difficoltà e i problemi per alleggerire le gravità di cui spesso gli uomini si fanno inutilmente carico. Le danzatrici, guardiane della vita e dei suoi valori, apportano leggerezza di spirito, resilienza, tenacia. Accolgono la vita per quello che è, un viaggio difficile e meraviglioso, e attraversano ciascuna esperienza come esercizio di spirito. Questo per me sono le donne – dice Signorini - la forza assoluta. I cavalli volanti invece sono comete luminose, ciascuno di loro si chiama con il nome di una stella e arrivano sulla terra attraversando l’atmosfera. Per me il cavallo è suono e luce; è stato il compagno di cui l’uomo si è servito per conquistare il mondo, il suono del suo movimento, del suo respiro echeggia in noi come una musica amica, come una voce ancestrale. Nelle mie opere non sono mai rappresentati gli occhi, ma ciascuna figura ha un proprio sguardo. L’assenza degli occhi non elimina lo sguardo ma lascia la libertà allo spettatore di dialogare con le opere, di guardare, pensare, immaginare quello sguardo che spesso è uno specchio e consente a ciascuno di interrogarsi sull’essenziale.
(Luca Beatrice)
Le sculture esposte rappresentano il periodo di piena maturazione dell’artista toscano dal punto di vista formale, per l’abilità di realizzazione e per la sintesi immediata di immagini che funzionano al primo impatto, tranne poi invitare a uno sguardo riflessivo e concentrato. Sono dunque frutto dell’elaborazione dei diversi e numerosi stimoli sociali e culturali, raccolti in un itinerario ormai piuttosto lungo, che si annoda a doppio filo con la propria autobiografia.
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