Helmuth Köcher, the Wine-Hunter
''Viva il vino contadino!'' afferma l'ambasciatore del vino altoatesino
(Merano, 9 marzo 2024 - C.Perer) - Le degustazioni di un autentico ambasciatore del vino altoatesino sono occasione di piacere e conoscenza. Helmuth Köcher, detto anche the Wine-Hunter, il Cacciatore dei Vini, patron del Merano Wine Festival conosce vita, morte e miracoli del vino. Può davvero essere considerato un autentico ambasciatore del vino altoatesino.
Si sbaglierebbe a pensare che lui si occupi solo dei vini ''blasonati'' di tutta Italia. Nella sua costante ricerca sa cogliere e offrire anche la bellezza del ''vino contadino''.
In occasione del Farm Food Festival organizzato dai Masi Gallo Rosso, ha offerto alla stampa specializzata una degustazione nella quale ha esordito ricordando che Merano è l'autentica culla del vino altoatesino. E chi lo produceva se non i contadini?
''Fu l'arciduca Giovanni nel 1835 a importare a Merano il Riesling Renano, la Schiava, che da vino da pasto senza pretese sta dando grandissime performace'' afferma Helmuth Köcher. ''Non a caso proprio qui a Merano è nata la vinoterapia''.
Per raccontare il mondo dei contadini che sono aderenti al circuito Gallo Rosso, Köcher ha portato in degustazione quattro magnifici bianchi e quattro altrettanto notevoli rossi prodotti localmente: sono sfilati il Pinot nero Widum Baumann di San Genesio, il piwi che nasce a Frangarto/Appiano e il Cabermon piwi di Häuslerhof, dal Fronthof il Blauburgunder, il Vernatsch ''Mundus Novus'' St. Quirinus, Gal Kerner DOC di Griesserhof, il Nathan Gewürztraminer DOC 2022 di Ansitz Villa Raßlhof, Chardonnay DOC 2023 di Oberpreyhof, Weißburgunder DOC di Ansitz Rynnhof, Quessaris (Muscaris) di Häuslerhof, JPK Chambourcin dello Strickerhof.
Una delle prossime sfide, secondo Köcher è portare la maturazione del vino in anfora, una tecnica che ha 8000 anni di storia e che è nata in in Georgia. Di questo se ne parlerà anche al prossimo Vinitaly (aprile 2024), ma un suo accorato va anche alla salvaguardia dei prodotti tipici altoatesini, come lo speck.
''Ormai è raro che sia davvero altoatesino, ma nei Masi Gallo Rosso la regola è che il 100% della lavorazione deve proprio essere fatta con maiali cresciuti in casa, evitando quindi le importazioni che hanno snaturato ormai il prodotto''.
The Wine-Hunter ricorda che gran parte della identità altoatesina è stata salvaguardata grazie ai ''masi chiusi'' regolamentati nel 1870 da Maria Teresa d'Austria. La legge fu poi abolita nel periodo del fascismo, ma a differenza del Trentino, in Alto Adige i masi sono rimasti. Si calcola che ce ne siano almeno 11 mila. Devono avere almeno tre ettari e mezzo di terreno, devono dare al contadino la possibilità di nutrirsi con la propria produzione e visitandoli ci si accorge che la cultura contadina sopravvive davvero nei loro prodotti. Il brand Gallo Rosso da questo punto di vista è un marchio di garanzia.
Abbiamo visitato alcuni Masi Gallo Rosso. Davvero straordinari (> qui il nostro reportage) !
INFO > www.gallorosso.it
Autore: Corona Perer
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