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Lawrence d'Arabia, innamorato folle

Il piccolo ufficiale inglese che fece grande la Giordania

Il suo amore fu una terra straordinaria: la Giordania. Questa è la storia di un piccolo ufficiale inglese che fece grande la Giordania e costruì il mito di Lawrence d'Arabia.  Il suo cuore fu folgorato dal "sentimento"  del deserto e visitando la Giordania è paradossale, ma naturale, andare con la mente ad un europeo, la cui storia è strettamente legata al mondo arabo di oggi: Lawrence d'Arabia fa certamente parte della gente di Giordania che abbiamo raccontato a seguito di un reportage nel 2015.

Lui voleva creare un' unica nazione per tutti gli arabi dispersi nel mondo. La sua operazione nel corso della Prima Guerra Mondiale, è epica: è lui che guida le popolazioni arabe contro i Turchi. Un piccolo ufficiale inglese, ma dal grande carisma e dalla vita romanzesca.

In Laurence d'Arabia la passione per l'Oriente era scattata nel 1911, ancora studente all'Oxford Jesus College dove si appassiona all'archeologia, grazie alle lezioni del suo docente di orientalismo che lo spinge a svolgere campagne di archeologia. Missioni che erano però  anche operazioni di intelligence della Corona britannica per capire le postazioni dei turchi e captare i primi fermenti di ribellione delle popolazioni arabe autoctone.

Il suo amore per gli arabi e per la loro causa fu dunque genuino o un doppio gioco?

"Il suo fu un vero innamoramento. Certo, parte da conquistatore inglese, patriota e calcolatore, poi però incontra la donna della sua vita: l'Arabia e se ne innamora perdutamente" sostiene lo storico Franco Cardini, orientalista. Una volta nel deserto giordano studia i castelli dei crociati, partecipa alla rivolta araba, compie azioni militari e poi assume posizioni importanti dell'esercito inglese. Conosciamo la storia di Lawrence d'Arabia (Lawrence of Arabia) dal film colossal del 1962 diretto da David Lean, vincitore di sette Premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e la miglior regia.  Thomas Edward Lawrence fu interpretato dall'allora poco conosciuto (per il cinema, ma non per il teatro) Peter O'Toole. Enigmatico e dotato di grande carisma, vede frustrato il suo sogno di un regno arabo unito.


Lawrence d'Arabia  e il personaggio di Awda Abu Tayy interpretato da Anthony Quinn.
Guerriero beduino di grande valore, segue Lawrence, ma si rifiuta di "imparare" la politica preferendo, dopo la conquista di Damasco,tornare alla sua tribù per continuare a vivere come ha sempre fatto.

 

Quando nel giugno del 1916 la miccia si accende a La Mecca al grido di di guerra dello sceicco Hussein discendente degli Hashemiti, gli arabi non hanno una guida e una strategia. Sarà Lawrence d'Arabia a creare tutto questo con re Hussein come guida spirituale e Re Feisal come condottiero che gli chiede di indossare i leggendari abiti arabi e la kefiah. Lawrence conquista la fiducia delle tribù, mettendo pace fra loro, diventando leader indiscusso ben conscio che la guerra contro i Turchi poteva fare gran gioco all'Inghilterra. Da uomo dell'intelligence britannica non poteva non saperlo.

Grazie a Lawrence d'Arabia si sabota la ferrovia ottomana e si tagliano i rifornimenti, si sbarra la strada al nemico. Il terreno di gioco è un deserto meraviglioso, ma sconosciuto ai Turchi. Fu la guerriglia per bande ben organizzate (almeno 10.000 uomini) a far vincere gli Arabi: la conquista di Aqaba, sottratta ai Turchi nel 1917, è il primo segno.

Lawrence d'Arabia attende una notte di eclissi di luna, della cui data era a conoscenza e vince ma sul campo restano troppi morti e troppo sangue. Li compone lui stesso mentre le tribù vittoriose si spartiscono il bottino.

Lawrence d'Arabia e lo  Sceriffo ʿAlī interpretato da Omar Sharif. Profondamente legato alla sua terra ed alle sue tradizioni, ma desideroso di conoscere il "mondo moderno"; segue Lawrence in tutta la sua epopea diventandone amico,condividendone il successo militare e la frustrazione politica.
   
 

Altre vittorie seguiranno: conquista Damasco un anno dopo. E' il trionfo della rivolta araba: re Feisal e Lawrence  vengono accolti come trionfatori. Quando capisce di essere solo uno strumento nelle mani di Inghilterra e Francia (che avevano già steso un accordo segreto), inizia la crisi. Partecipa agli accordi di Pace di Parigi come mediatore, ma la spartizione è già stata fatta su altri tavoli dalle potenze europee: in nome del petrolio. E lui, che agli Arabi aveva promesso l'indipendenza, sentì di averli traditi.

Torna in Inghilterra da colonnello, ma lo coglie una profonda depressione: si rinchiude in un piccolo appartamento e stende il suo capolavoro "I sette pilastri della saggezza". Lo riscrive per ben tre volte: emerge la sua statura di pensiero e il suo vero intento. Lui voleva davvero dare agli Arabi la grande nazione araba.

Concluso il lavoro di scrittura quasi a scontare una pena misteriosa, chiede di essere arruolato come soldato semplice. Una vera e propria crisi di identità: "...restare nell''esercito ma da soldato semplice gli dava quella sicurezza che cercava" dicono oggi biografi e studiosi. Franco Cardini lo ritiene anche un egocentrico, ma indubbiamente un grande scrittore, animato da un grande sogno che almeno alla Giordania ha regalato uno stato, confini certi e una monarchia stabile.

Diventa un mito per l'Occidente, con la trasposizione cinematografica e la morte assai curiosa per un condottiero del suo rango: nel 1935 un incidente in motocicletta nella campagna inglese, muore dopo sei giorni di agonia. Resta di lui il profilo di un fine stratega, un intellettuale in azione, un grande scrittore, pieno di stratagemmi narrativi, un grande affabulatore che aveva davvero amato l'idea dell'indipendenza degli arabi.

 


Autore: Corona Perer

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