Njonoska nuova Cernobyl?
L'incidente in Russia è grave: il rischio radiazioni esiste
Un sito militare, un missile, un esperimento, un errore umano. Gli ingredienti ci sono tutti: in Russia è di nuovo allarme nucleare, ma a due settimane abbondanti dall'incidente (accaduto l'8 agosto) non si riesce a capire cosa sia effettivamente successo.
Le autorità del Cremlino hanno ammesso l'incidente e i media russi rifericono di morti e feriti, con soccorsi avvolti dal segreto istruttorio. I medici hanno cioè l'ordine perentorio di non dire nulla. L’evacuazione dei residenti di Njonoska, nella regione di Arkhangelsk, nel nord della Russia è ormai inevitabile e la gravità è evidente, quel che è certo è che le attività militari nel sito, un centro di ricerche nucleari russo nella base missilistica di Severodvinsk sono la causa di questo ennesimo gravissimo incidente che accade mentre la Siberia e l'Amazzonia bruciano. Sembra il colpo di grazia ad un pianeta ormai grondante di ferite.
Quello che si sa: i residenti hanno riferito che diverse esplosioni a catena che hanno generato un incendio nella base militare dove ci sono i sottomarini atomici della flotta del Nord. Qui si lavorava a “nuove armi“, in particolare alla “fonte di energia isotopica” del motore di un missile, in corso di realizzazione.
I livelli di radioattività, dopo l’esplosione hanno oltrepassato di 16 volte i valori normali: lo ha reso noto l’agenzia meteorologica nazionale, ma secondo le autorità tali livelli non ci sarebbe pericolo. Ovvio che dubitare è un atto razionale: la reticenza e i silenzi sono quasi la regola e il copione sembra quello di Chernobyl. Si parla di eroi morti (tutti scienziati, almeno 5) e di 'nessun rischio' per la popolazione. Difficile crederlo e la decisione dell'evacuazione sarebbe imminente a conferma dei timori di radiazioni, che starebbero già interessando la Norvegia.
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