Padre Alex Zanotelli ''Siamo armati fino ai denti''
Intervista - La mappa della guerra made-in-Italy
Si è sempre schierato contro l'industria degli armamenti e quanto ci ha detto nel 2017 non ha perso di un grammo il peso della sua attualità. Ecco l'intervista.
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Padre Alex Zanotelli ''Siamo armati fino ai denti''
(2017) - Si dice indignato. Padre Alex Zanotelli voce del pacifismo nazionale e instancabile promotore dei diritti umani oltre che missionario, sacerdote e libero combattente non ha mai taciuto specie sulle banche che investono i nostri risparmi in armi. Da Napoli dove abitualmente lavora, traccia una poco edificante mappa della guerra made-in-Italy.
Padre Alex Zanotelli quali sono i distretti italiani al servizio della Guerra?
Nel 2015 è stata inaugurata a Lago Patria parte della città metropolitana di Napoli, una delle più importanti basi NATO d’Europa , che il 5 settembre scorso è stata trasformata nell’Hub contro il terrorismo cioè centro di spionaggio per il Mediterraneo e l’Africa. Sempre a Napoli, la famosa caserma della Nunziatella è stata venduta dal Comune di Napoli per diventare la Scuola Europea di guerra, così vuole la Ministra della Difesa F. Pinotti. Ad Amendola(Foggia) è arrivato lo scorso anno il primo cacciabombardiere F-35 armabile con le nuove bombe atomiche B 61-12. In Sicilia, la base militare di Sigonella (Catania) diventerà nel 2018 la capitale mondiale dei droni. E sempre in Sicilia, a Niscemi in provincia di Trapani è stato installato il quarto polo mondiale delle comunicazioni militari, il cosiddetto MUOS.
Quali sono gli effetti diretti a livello sociale sul territorio?
Bè, non è un caso che così tanti giovani del Sud trovino poi rifugio nell’Esercito italiano pur di poter lavorare! Il Sud sprofonda a livello economico, mentre cresce la militarizzazione del territorio. Ma a livello nazionale vedo un’analoga tendenza: sempre più spese in armi e sempre meno per l’istruzione, sanità e welfare. Quest’anno il governo italiano spenderà 24 miliardi di euro in Difesa, pari a 64 milioni di euro al giorno. Per il 2018 si prevede un miliardo in più.
L'industria delle armi pare essere la più florida attualmente...
Esatto, anche perchè l’Italia infatti sta investendo sempre più in campo militare sia a livello nazionale, europeo ed internazionale, spendendo una barca di soldi per gli F-35: 14 miliardi di euro! La Corte dei Conti ha fatto notare che ogni aereo ci costerà almeno 130 milioni di euro contro i 69 milioni previsti nel 2007. Finmeccanica (oggi Leonardo) si piazza oggi all’ 8° posto mondiale.
Quali sono i clienti dell'Italia?
Lo scorso anno abbiamo esportato per 14 miliardi di euro, il doppio del 2015: 28 Eurofighter sono andati al Kuwait per otto miliardi di euro, merito della ministra Pinotti, ottima piazzista d’armi. E abbiamo venduto armi a tanti paesi in guerra, in barba alla legge 185 che ce lo proibisce. Continuiamo a vendere bombe, prodotte dall’azienda RMW Italia a Domusnovas (Sardegna), all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen, dov’è in atto la più grave crisi umanitaria mondiale secondo l’ONU. Tutto questo nonostante le quattro mozioni del Parlamento Europeo! L’Italia ha venduto armi al Qatar e agli Emirati Arabi con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Medio Oriente e in Africa.
Ma tutto questo viene portato avanti in solitaria o con il beneplacito dell'Europa, premio nobel per la Pace?
E' chiaro che quest’economia di guerra risponde alla militarizzazione della UE. E’ stato inaugurato a Bruxelles il Centro di pianificazione e comando per tutte le missioni di addestramento, vero e proprio quartier generale unico. Inoltre la Commissione Europea ha lanciato un Fondo per la Difesa che a regime svilupperà 5,5 miliardi di investimento l’anno per la ricerca e lo sviluppo industriale nel settore militare. Intanto la NATO, di cui la UE è prigioniera, è diventata un mostro che spende 1000 miliardi di dollari in armi all’anno.
Cosa chiede la Nato all'Europa oggi?
Forse dovremmo dire cosa chiede Trump. Gli Usa chiedono ai 28 paesi membri della NATO di destinare il 2% del Pil alla Difesa. L’Italia destina oggi 1,2 % del Pil per la Difesa. Gentiloni e la Pinotti hanno già detto di Sì al diktat di Trump. Così l’Italia arriverà a spendere100 milioni al giorno in armi.
Tutto questi mentre lo scacchiere guarda alle mosse della Corea e ai suoi missili...
Già ma la NATO ha già stanziato 17 miliardi di dollari per lo “Scudo anti-missili.” E gli USA hanno l’intenzione di installare in Europa missili nucleari simili ai Pershing 2 e ai Cruise (come quelli di Comiso).
Putin che farà?
La Russia sta già rispondendo con un altrettanto potente arsenale balistico. Fa parte di questo piano anche l’ammodernamento delle oltre duecento bombe atomiche B-61, piazzate in Europa e sostituite con le nuove B 61-12 . Il Ministero della Difesa ha pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale il bando di costruzione a Ghedi (Brescia) di nuove infrastrutture che ospiteranno una trentina di F-35 capaci di portare cadauno due bombe atomiche B61-12.
Sarà così anche ad Aviano?
Se fosse così rischiamo di avere in Italia una forza atomica pari a 300 bombe atomiche di Hiroshima. E questo nel silenzio più totale! Il Trattato dell’ONU, votato il 7 luglio 2017 mette al bando le armi nucleari. Eppure l’Italia non l’ha votato e non ha intenzione di votarlo. E’ una vergogna nazionale.
L'unico che sembra rendersi conto della situazione è Papa Francesco.
Già, siamo grati a Papa Francesco
E' una voce che muove anche vescovi e parroci?
Purtroppo no. Vedo tanto silenzio da parte dei vescovi italiani...
Padre Alex, lei di cortei e pacifisti ne ha visti tanti. Perchè oggi la voce si è fatta più fioca, perchè i giornali sono distratti, come se lo spiega questo silenzio?
Quello che non riesco a capire è l’incapacità del movimento della pace a mettersi insieme e scendere in piazza a urlare contro un’Italia e Unione Europea che si stanno armando sempre di più. Oggi più che mai c’è bisogno di un movimento popolare che contesti radicalmente questa economia di guerra.
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