Jean Arp. Larme de galaxie
Individuato a Firenze un autentico capolavoro del maestro alsaziano
Plastica astratta, di matrice organica, intesa come imitazione delle forme della natura. ''Larme de galaxie'' è una lacrima che arriva da molto lontano e precisamente da una galassia. E' stata scolpita nel 1962 e fu donata dall'artista alsaziano Jean Arp alla città di Firenze all'indomani della drammatica alluvione del 1966. Forse con questa scelta l'artista esprimeva il dolore per quanto avvenuto nei tragici momenti che misero a repentaglio l'immenso patrimonio artistico della città, colpita dalla furia delle acque.
Jean Arp, uno dei grandi maestri del Novecento era finito nei depositi dei Musei Civici Fiorentini. L'opera, un unicum nella produzione scultorea di Arp, fu donata alla città di Firenze grazie alla generosità della moglie dell'artista, Marguerite Arp-Hagenbach, che nel 1967, all'indomani dell'alluvione, ma poi appunto rimase in magazzino.
Scolpita in duralluminio e realizzata da Arp nel 1962, ebbe un'unica apparizione 60 anni fa alla Galleria Schwarz di Milano (1965). L'opera guarda alle forme animali e vegetali, a quel germinare dalla natura, che divenne per Arp fonte di ispirazione.
Rappresenta l'ultima fase creativa dell'artista alsaziano, e in essa la poetica e lo stile di Arp attivo fin dagli anni Trenta, evolve sull'astratto dopo le stagioni di arte dada e surrealista che avevano attratto l'artista.
Le opere del periodo dalle forme arrotondate e sinuose rappresentano così la stagione organica dell'artista. E stupisce che Forenze dopo averne ricevuto il dono si fosse in uncerto qual modo "dimenticata".
“Attraverso un lungo e meticoloso studio di documenti sparsi tra l'Italia, la Germania, la Francia e la Svizzera, è stato possibile identificare un'importante scultura di Jean Hans Arp, intitolata Larme de galaxie (1962), all'interno delle collezioni civiche fiorentine” dichiara Emanuele Greco. “Il ritrovamento dell'opera, che fu appositamente scelta e donata dalla moglie dell'artista all'indomani dell'alluvione di Firenze, permette di gettare nuova luce sulla storia del lungimirante progetto del Museo Internazionale d'Arte Moderna (MIAC), avviato dallo storico e critico d'arte Carlo Ludovico Ragghianti con un appello agli artisti, e pensato come una sorta di grandioso risarcimento alla città dopo i danni provocati dalla catastrofe del 4 novembre 1966, e che di fatto costituisce il nucleo fondante dell'attuale Museo Novecento”.
Giuseppe Marchiori, tra i primi critici italiani a occuparsi dell'opera dell'artista nel 1964, fu anche il primo a vedere nelle opere di Arp l'eco naturale. «...una tale ricchezza morfologica, che spazia nell'illimitato campo della natura con un continuo mutamento di prospettive e di temi...osservazioni di gesti e di aspetti di animali e di piante....di un mondo originario, preistorico, affascinante e misterioso».
E' grazie alla sinergia instaurata tra il museo e il mondo accademico che è stato possibile individuare, o meglio "ritrovare" l’opera di Jean Arp nei magazzini museali alla quale è stata dedicata una mostra, dopo tre anni di studio e ricerche condotti da Emanuele Greco.
L'opera è quindi tornata alla luce in "Jean Arp. Larme de galaxie" che dal novembre 2022 al febbraio 2023, venne allestita al Museo del Novecento di Firenze .
Autore: Corona Perer
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