Scienza, Ambiente & Salute

La difesa dell'aria

Quale è la situazione degli inquinanti nelle nostre città?

di Gloria Canestrini - Magari nei prossimi giorni tornerà anche il clima freddo, ma passeggero e instabile come in ogni primavera che si rispetti. Però è indubbio che la bella stagione sia arrivata e , con lei, l'insopprimibile desiderio di stare fuori, all'aperto, all'aria. Già, ma che aria? La preoccupazione è legittima.

E' difficile informarsi sulla situazione degli inquinanti nelle nostre città, manca un'uniformità nella presentazione dei dati ( che devono essere resi pubblici e disponibili) da parte delle varie Agenzie Regionali , le ARPA ( in Trentino è Provinciale e si chiama APPA)  per una consultazione resa facile anche ai cittadini e non solo ai tecnici.

Per sapere cosa si respira, l'Organizzazione Cittadini per l'Aria da anni si batte nella  sua campagna  Clean Cities Italia per offrire un sistema interattivo che cataloghi i dati giornalieri, mensili e riepilogativi, città per città, relativi alle polveri sottili e al biossido di azoto.
A livello legislativo la Direttiva 2024/2881 ha stabilito i nuovi limiti della qualità dell'aria, che dovranno essere pienamente raggiunti entro il 2030.

Per ottenere questo obiettivo, indispensabile alla nostra salute,  bisogna accelerare l'elettrificazione delle flotte aziendali che, lo ricordiamo, rappresentano ben il 60% delle nuove immatricolazioni UE: purtroppo però questo settore sta procedendo più lentamente rispetto ai consumatori privati. Per questo occorrerebbe una legislazione mirata volta a incentivare la transizione energetica in anche campo automobilistico, mentre invece è recente la notizia di una frenata in materia da parte del nostro governo. I danni collaterali delle cosiddette “economie di guerra” ( guerre combattute e guerre commerciali)  sono molteplici e tutti inquietanti...

L'appello delle  tante Associazioni per la Mobilità Sostenibile, al quale ci uniamo, è quindi di introdurre, almeno a livello europeo,  misure vincolanti per accelerare l'elettrificazione delle flotte aziendali  ( non solo: anche misure  incentivanti l'offerta di alternative all'auto aziendale, come abbonamenti, bici e cargo bici,) e di politiche fiscali che favoriscano l'acquisto di veicoli elettrici prodotti in Europa.
 

illustrazione di Gloria Canestrini

L'Istituto Superiore di Sanità definisce le PM10 come “frazione toracica”, in quanto, passando per il naso è in grado di raggiungere la gola e la trachea, mentre le PM2 sono chiamate “frazioni respirabili”, in quanto queste particelle più piccole possono invece arrivare in profondità nei polmoni e quindi ancora più dannose per la salute.

Un recente studio pubblicato sulla rivista “The Lancet Planetary Heath” ha messo in luce l'impatto sulla mortalità derivante dall'esposizione anche a basse concentrazioni di inquinanti atmosferici. In particolare l'esposizione cronica a particolato fine (PM2.5) biossido di azoto (NO2) Black Carbon (BC) e ozono (03), correlando questi inquinanti a malattie cardiovascolari, respiratorie e cancro ai polmoni.

Purtroppo anche a basse concentrazioni di queste sostanze inalate esistono rischi per la salute e, allorché le concentrazioni aumentano, il rischio di morte sale.

Le principali città italiane sono soggette a monitoraggio: per quanto riguarda i dati raccolti anche a  Trento, apprendiamo dalle tabelle che il superamento dei valori indicati sia dalla normativa attuale che da quella più restrittiva da attuare entro il 2030 è pressoché costante durante l'anno.
Eppure, qualche segnale di speranza c'è, ed è dovuto alla grande attenzione che gli organismi internazionali ma anche, come dicevamo, le organizzazioni dei cittadini nei tanti, tantissimi Comitati per l'Aria, per la Mobilità Sostenibile, per la Salute Pubblica che non intendono far passare sotto silenzio il problema.

Si è appena conclusa a Cartagena, in Colombia, la seconda Conferenza Globale dell'Organizzazione Mondiale della salute, durante la quale gli Stati aderenti all'OMS si sono confrontati sulle nuove evidenze e sulle soluzioni, per una rapida riduzione del pesante bilancio dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana a livello mondiale.

Quanto a noi cittadini consapevoli dell'impatto che ha l'aria sulla nostra vita, cerchiamo anche di godere delle nostre passeggiate, nei boschi e sulle colline fuori città, per chi vi abita. Una volta rientrati a casa il sabato pomeriggio o la domenica, invece di precipitarci nei centri commerciali ( inquinati e inquinanti, dal momento che attirano traffico) sfogliamo libri deliziosi e appaganti, come, ad esempio “Il libro del vento” di Lyall Watson, tutto quanto è dato conoscere su questa incredibile forza della natura.

Nella prefazione l'Autore scrive: “ Il vento è ben lungi dall'essere vacuo. E' invece la più viva delle metafore”. Una parte di questo vigore si rivela nel linguaggio: in arabo il vento è “ruh”, e la stessa parola significa anche “respiro” e “spirito”. E il greco “pneuma”, o il latino “animus” hanno la fragranza non soltanto dell'aria, ma della vera sostanza dell'anima”.
Senza i venti ( che hanno nomi bellissimi, antichi, di cui parleremo ancora in questa rubrica) gran parte della Terra sarebbe inabitabile, perché i venti costituiscono il sistema nervoso e circolatorio del  nostro pianeta.

Conclude Watson: “ Siamo il frutto del vento e fummo seminati, irrigati e coltivati dalla sua forza”.
Scienza, diritto e poesia, per una volta, si fondono.
Gloria Canestrini, aprile 2025


Autore: Gloria Canestrini

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