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La danza delle streghe ''Volavento!''

La ricerca di Macrina Marilena Maffei sulle tradizioni dell'arcipelago eoliano

''La danza delle streghe''  di Macrina Marilena Maffei , antropologa del mare e fiabologa, documenta aspetti della cultura insulare che non erano mai stati indagati. Il volume presenta gli esiti di una ricerca, di lunghissima durata, condotta nell’arcipelago eoliano a iniziare dagli anni Ottanta e ricostruisce storie e credenze di tradizione orale. L'autrice ha infatti raccolto  i repertori narrativi orali di vaste aree dell’Italia centro-meridionale e delle isole conservati in gran parte nell’Archivio Etnico Linguistico Musicale dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e nell’Archivio Sonoro dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura.
In questa pagina la nostra recensione.

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VOLAVENTO!
di Gloria Canestrini


25 ottobre 2024 - “Volavento vola tu spartivento”, dice un'aspirante strega, rivolta al pentolino che sta cuocendo sul fuoco.
La “cosa” che ribolle sulla stufa è l'unguento fatto di erbe che lei utilizzerà per librarsi in volo durante la notte.
Questa, narrata da Sara M., classe 1918, contadina di Porto Vulcano, è una delle tante storie eoliane legate al volo magico riportate (documentate e datate con precisione) dall'antropologa del mare Macrina Marilena Maffei nella sua raccolta “La danza delle Streghe: cunti e credenze dell'arcipelago eoliano”, edita da Armando Editore.

Senza dubbio, un tassello importante nell'ambito dei repertori narrativi orali dell'Italia Centro-Meridionale.
In questa prospettiva, come non pensare al lavoro del grande musicologo e giornalista Michele Straniero, artefice, con il suo lungo e certosino lavoro di raccolta dei canti popolari delle regioni italiane, di una conservazione, viva e diretta della tradizione piu' autentica, di un patrimonio altrimenti destinato a disperdersi?
Altrettanto straordinario il lavoro di documentazione e di ricostruzione della fiabologa Maffei, in grado di mantenere in vita e consolidare la genuinità delle tradizioni locali delle isole Eolie,  oggi tornato alle stampe a dieci anni dalla prima edizione arricchito di tre nuove storie.

“La danza delle Streghe”, nelle sue oltre 300 pagine fitte di narrazioni, di note e di spunti,  ci consegna l'immaginario fantastico isolano dalla viva voce di contadine, di pescatori, di operai, di commercianti, di marinai e di ormeggiatori su streghe, pescatrici, esseri fantastici, spiriti, serpi, luoghi realistici e simbolici, voli e parole magiche.

Scrivere la voce, tradurre le narrazioni dialettali e fiorite in parole scritte è tutt'altro che semplice. Trasformare un racconto orale in un testo scritto significa passare “dal discorso vivente e animato alla sua rigida immagine”, come fa dire Platone a Fedro nel suo dialogo con Socrate circa la superiorità dell'oralità rispetto alla scrittura.
Certamente la voce gode di una capacità comunicativa immediata, diretta, ma anche drammatica ed emotiva, che un foglio di carta o uno schermo faticano di più a trasmettere, considerata anche l'espressività del corpo.
Ma l'universo etnologico, le vicende epiche, le avventure e le disavventure fedelmente trascritte dall'autrice di questo testo fondamentale (lo è anche per l'analisi dell'approccio metodologico relativo alla raccolta e alla catalogazione) conquistano il lettore anche al di là dell'indubbio interesse scientifico suscitato da “La danza delle Streghe”.
 

 

In questo libro la parola scritta ha la medesima potenza evocatrice e immaginifica del racconto popolare appena narrato. Per me, che ho scoperto e frequentato le Eolie, soprattutto Filicudi, nei primi anni '70 del secolo scorso, quando ancora non era arrivato il turismo internazionale incantato da queste magnifiche isole vulcaniche immerse nel blu, leggere il libro di Maffei è stato come rituffarmi in un mondo incantato, dove la povertà dei pochi abitanti allora rimasti (la maggior parte della popolazione, soprattutto maschile, aveva dovuto emigrare in cerca di lavoro) veniva ammantata di incanti fiabeschi. Di racconti, appunto.

Questo era ed è il prodigio, il vero tesoro nascosto, oltre a quelli delle storie eoliane (numerosi i racconti sui tesori nascosti che popolano gli schemi narrativi fino a diventare vere e proprie saghe!).

Non a caso, nell'aura fiabesca di cui Filicudi, Alicudi, Salina, Lipari, Panarea (magnifica l'appendice riguardante l' “Indice dei voli magici”, con indicate le località nel libro)  erano ammantate, le protagoniste dei racconti sono per lo più personaggi femminili e quasi tutte streghe. “Da quando data la strega? Dai tempi negati alla speranza” afferma Jules Michelet. La strega, quindi, come compensazione dell'immaginario, come riscatto dal quotidiano, spesso insopportabile.
Tempi negati alla speranza nei quali la prima emancipazione dalla povertà, dalla fame, dal dominio maschile, dalla privazione dell'identità e del sapere femminile, avviene innanzitutto attraverso il potere dell'immaginazione.

“Un immaginario in cui il fantastico, il meraviglioso e l'onirico si intrecciano dando vita a emozionanti narrazioni dove anche la presenza delle streghe è marcata”, scrive l'autrice. Ed è una presenza anche poetica, oltre che erotica, quella delle streghe: il loro tratto più inquietante, puntualizza ancora, lo mostrano “trasformandosi in nuvole e in vento per inseguire sul mare i naviganti”.

Questa, in fondo, è una delle magie che le parole (scritte o pronunciate a voce che siano) sanno fare: far affiorare dal passato immagini che sembrano perdute, come tante rocce vulcaniche al ritirarsi della marea.
Storie di vite stentate, di fatiche immani, di pescatori sfortunati, di creature bizzarre, di streghe volanti, storie in cui i segreti turbamenti degli esseri umani si mescolano agli elementi naturali.
Storie popolari che corrispondono da sempre al bisogno dell'umanità di narrare, di addentrarsi nelle pieghe più segrete dell'esistenza.

A volte le leggende paiono sbiadire, sembrano quasi ritirarsi in territori non più identificabili e perdere spessore. La memoria che La danza delle Streghe invece ci trasmette è viva e piena di colori, di particolari, di spunti affascinanti ed è questa oggi, quando a volte ci prende il pessimismo circa i destini degli antichi racconti, un'autentica sorpresa.

I racconti favolosi, nelle parole semplici ma efficaci delle narratrici e dei narratori intervistati, si impastano con la vita, con vicende di donne, uomini, piante, animali, pietre che subiscono l'incantesimo di forme arcane e di archetipi remoti, permeati di presenze e di personificazioni misteriose e benefiche.
In un'epoca in cui il nostro modo di vivere sta distruggendo l'ambiente, con conseguenze disastrose anche per il nostro equilibrio fisico e mentale, dopo aver “assaggiato” qualche storia dell'arcipelago eoliano possiamo dire che l'affascinante fiaba della natura e dei luoghi che conservano la loro memoria identitaria non è ancora condannata all'esilio.

Gloria Canestrini
ottobre 2024
 

 

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Macrina Marilena Maffei
LA DANZA DELLE STREGHE
Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano

Pagine: 308 - Prezzo: 25,00 €
in libreria dal 24 ottobre

(Armando Editore)

 


Autore: Gloria Canestrini

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