Arte, Cultura & Spettacoli

La riscoperta di Michael Sweerts

Il pittore fiammingo fu uno degli artisti più intriganti ed enigmatici del suo tempo

Michael Sweerts  (Brussels, 1618 – Goa, 1664), il pittore missionario che venne dimenticato.

La riscoperta di uno dei pittori fiamminghi più enigmatici e complessi del Seicento è relativamente recente. Il suo nome originale era Michiel e benchè artista di successo in vita, dopo la morte cadde nell'oblio.

Esattamente come accaduto per Caravaggio  nel XX secolo la critica d'arte comprende che rappresenta un capitolo nella storia dell'arte dove emerge come uno degli artisti più intriganti ed enigmatici del suo tempo.

Dall’8 novembre 2024 al 18 gennaio 2025 l’Accademia Nazionale di San Luca presenta la mostra ''Michael Sweerts. Realtà e misteri nella Roma del Seicento'', a cura di Andrea G. De Marchi e Claudio Seccaroni, dedicata a uno dei pittori fiamminghi più enigmatici, complessi e intimamente internazionale.

 

Ancora poco noto al grande pubblico fu ignorato dagli storici della sua epoca, Michael Sweerts (nato nel 1624 a Bruxelles ) è stato riscoperto da critici nordeuropei attorno al 1900 e, a metà secolo, da italiani del calibro di Giuliano Briganti e Roberto Longhi.

Di origini aristocratiche, non seguì le maggiori correnti artistiche del suo tempo, grazie anche a un'indipendenza economica e intellettuale che lo ha reso libero dai capricci della committenza.
Diciotto le opere in mostra: tredici dipinti di mano di Sweerts, di cui quattro di proprietà dell’Accademia, restaurate per l’occasione e, a corredo, saranno esposti anche dipinti di stretti collaboratori e antichi gessi a testimoniare l’interesse dell’artista per la scultura.

Oltre alle opere dell’Accademia sono visibili quelle in prestito da collezioni pubbliche e private, fra cui l’Académie de France Villa Medici, la Galleria Spada, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, i Musei Capitolini, la Pinacoteca Capitolina (Roma); le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Casa Martelli (Firenze); il Museo Nazionale d’Arte Medievale (Arezzo); il Worcester Art Museum, Worcester (MA).

Condusse una vita itinerante che lo portò a lavorare a Roma, Bruxelles, Amsterdam, Persia e India dove arrivò a seguito di una crisi religiosa e morì missionario.

Michiel Sweerts fu certamente a Roma dal 1643 al 1653, dove sicuramente venne a contatto con l'indisciplinata comunità dei pittori olandesi e fiamminghi, vivendo in via Margutta dal 1646 al 1651.

Aprì uno studio dove raccolse calchi in gesso di frammenti scultorei antichi e moderni, ricorrenti nelle sue tele quali tracce classiciste di Roma, nonché come strumenti di una rivendicata pratica d’artista, contrapposta ai consueti approcci astratti e teoretici.

Influenzato dai Bamboccianti e dallo studio diretto dei dipinti del giovane Caravaggio, in particolare quelli Pamphilj, Sweerts conquistò in breve una chiara autonomia poetica, dedicandosi a pungenti rappresentazioni di atelier in cui è frequente la presenza di giovani allievi dediti alla copia dei modelli antichi.

Da questi artisti si distinse privilegiando scene di vita popolare, personaggi caratteristici - in una compostezza formale un di un gusto perfino accademico, che nobilitava la sua scelta estetica.

La Roma da lui narrata riunisce tutte le classi sociali, soprattutto quelle popolari, con giovani prostitute e vecchi bevitori situati in scorci urbani tra miseria e nobiltà. Sempre al periodo romano si può ricondurre l’interesse di Sweerts per le rappresentazioni del cielo, tema che svilupperà anche dopo il ritorno in patria.

Tornato in patria nel 1656 aprì una scuola di pittura e si dedicò all'incisione e all'esecuzione di ritratti di grande effetto espressivo sotto l'influsso dei grandi maestri del Seicento olandese e fiammingo.
E' di questo periodo l'opera Portrait of Girl (pubblicata in alto), certamente il suo capolavoro oggi al Leicester Museum & Art Gallery (Uk).

Divenuto profondamente religioso, Sweerts si imbarcherà nel 1661 da Marsiglia alla volta dell’Oriente, per seguire una missione lazzarista francese, prima  in Persia e poi in India, trovando la morte probabilmente a Goa. E da allora il silenzio sulla sua storia artistica che non è certo ascrivibile al capitolo dei minori.

La mostra è quindi un’occasione straordinaria per scoprire e approfondire la sua assoluta singolarità e per mostrare ai più la sua arte.

(c.perer)

Michael Sweerts -Realtà e misteri nella Roma del Seicento

a cura di Andrea G. De Marchi e Claudio Seccaroni
Accademia Nazionale di San Luca
Palazzo Carpegna
Roma, piazza dell’Accademia di San Luca 77


Autore: Corona Perer

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