Made in Brexit: per mangiare basta un dito
di Margherita Vitagliano
In Italia quando andavo a scuola siccome abitavo in campagna, dovevo prendere il pulmino. Ma prima di arrivare alla fermata del pulmino c’era da camminare parecchio. Comunque il bello era in inverno quando si gelava tutto, anche la strada, una meraviglia!!
Per la discesa praticavamo il bob a 4, io e i miei compagni Giovanna, Giacomo e Antonio. Si perche` l’unico modo per arrivare alla fermata era scivolare sulla strada ghiacciata e come protezione avevano il nostro zaino dietro le spalle. Con le ossa mezza rotte si arrivava in paese, ma prima di entrare a scuola era d’obbligo passare in salumeria a comprare la merenda. “Il panino con la mortadella!” da Maria e Pipone. Da loro potevi anche fare credito se per caso non avevi i soldi in tasca!
In Italia avevo pane, amore e mortadella. Qui è un altro mondo, abita il futuro.
I miei figli li accompagno io a scuola e devo farmi tutte le mattine 45minuti in macchina per fare 2 chilometri. Mio figlio va al college e il primo giorno tornando a casa mi dice: mamma per il lunch non mi preparare piu` niente perchè qua si mangia con il dito! Con che cosa mangi, tu? Con un dito: metti il dito su una macchina e paghi.
Io non capivo come un dito potesse avere i soldi per mangiare, dopo ho capito, i soldi sul dito li dovevo mettere io on line! la fregatura c’è sempre. E se sfortunatamente te lo rompi, come fai a mangiare?
Conclusione in Inghilterra se possiedi un dito con i soldi mangi, altrimenti digiuno e morto di fame.Prima di Sloan, è andato in scena lo spettacolo “Come un passero sulla barra del doganiere” che ha visto gli studenti del Liceo Linguistico Scholl di Trento cimentarsi in poesie e brani con un approccio multilingue. Frase dopo frase, brano dopo brano, accompagnati da musiche, hanno raccontato e spiegato che chi studia le lingue, così come gli amanti innamorati, tende ad esplorare un mondo nuovo, quello dell’altro e si dimentica delle barriere, dei limiti. Si comporta in un certo senso come la natura, come il vento, la nebbia, le acque dei fiumi e del mare - che scorrono, soffiano e ricoprono, senza curarsi di alcuna barriera – o come il passero di una famosa poesia di Wislawa Szimborska, che si posa leggero sulla barra abbassata del doganiere, trovandosi ad avere “il becco ancora in patria e la coda già all’estero.” E così è felice.
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Autore: Margherita Vitagliano
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