La storia di Annalisa Durante, uccisa per sbaglio
Le vittime inncenti di mafia. In loro nome è sbocciato tanto Bene
Diciotto anni, diciotto lungissimi anni per la famiglia di Annalisa Durante, morta per errore a 14 anni a Napoli.
Quest'anno saranno 30 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, 44 dalla morte di Alto Moro e Peppino Impastato. Ricorderemo gli uomini e le donne che facevano la scorta e le vittime di mafia. Ma forse non ricorderemo che tra loro c'è anche il auo sorriso. Oggi sarebbe una donna. Ricordarla significa testimoniare che nonostante la tragedia e una morte assolutamente ingiusta, il Bene si prende le sue belle rivincite.
Nonostante la sua giovanissima età, Annalisa conosceva bene le problematiche che affliggevano il luogo dove viveva. “Un giorno vorrò vivere in un'altra città” scrisse in un tema. Nel suo diario c'erano pensieri pieni di consapevolezza:
"...le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio...ci sono i ragazzi che si buttano via e si drogano senza motivo...mi fanno pena quei tossicodipendenti che barcollano tutti i giorni sotto le nostre case"
"Vorrei fuggire, a Napoli ho paura" scrive in un'altra occasione. Da Napoli se ne è andata nel modo peggiore il 27 marzo 2004. Era un sabato sera nelle vie di Forcella, uno dei quartieri più malfamati di Napoli, più vuota e silenziosa del solito per via di una partita del Napoli. In quel silenzio irreale e sinistro si scatenò il finimondo. Stava chiacchierando con un'amichetta quando arrivò uno scooter da dove due tizi spararono dei colpi diretti al boss Salvatore Giuliano. Annalisa era sulla traiettoria e un proiettile le arrivò in testa. Dopo tre giorni di coma irreversibile, morì. La famiglia autorizzò l’espianto degli organi grazie al quale oggi sette persone vivono.
Annalisa non si trovava nel posto sbagliato, ma in quello giusto, dove una ragazza della sua età doveva stare: per strada insieme agli amici a vivere la vita.
Il 31 marzo 2006 il ventunenne Salvatore Giuliano venne condannato dalla quarta sezione della Corte d'assise del tribunale di Napoli a 24 anni di reclusione poi ridotta in appello a 18 anni, ed infine fissata a 20 anni dalla Cassazione.
Qualche mese prima di essere uccisa era morto un altro giovane, Claudio Taglialatela, ucciso non molto distante da Forcella nel corso di una rapina. In quell’occasione Annalisa esternò tutta la sua rabbia scrivendo sul suo diario:
“Oggi abbiamo visto i funerali di Claudio in televisione. Abbiamo pianto tanto. Mia madre è sconvolta, dice che è la cosa più orribile perdere un figlio. A me mi è venuto il freddo addosso. Che tragedia. Perché si deve morire così? Non è giusto”.
Sono trascorsi 18 anni ma si sbaglierebbe a sostare solo sulla tragedia. La sua morte ha dato il via a tantissime iniziative che proseguono anche ora. A lei sono stati intitolati l'Asilo Nido di Via Vicaria Vecchia ed una biblioteca. La “Biblioteca a porte aperte Annalisa Durante” alimentata esclusivamente da libri ricevuti in dono, i cui titoli sono consultabili attraverso il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), Rete delle Biblioteche italiane promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
L’Associazione Annalisa Durante, sorta a un anno dal tragico evento, ha realizzato iniziative concrete per promuovere la cultura della legalità. E’ stato realizzato un dvd, dal titolo “Seminiamo legalità”, realizzato con il Patrocinio della Commissione parlamentare antimafia, veicolato nelle scuole napoletane, avente come obiettivo l’educazione dei ragazzi partenopei alla conoscenza della Costituzione italiana e al rispetto delle regole e del vivere civile E’ stata realizzata anche una ludoteca, intitolata ad Annalisa Durante, per la realizzazione di nuovi percorsi educativi alla legalità attraverso il gioco, in favore di piccoli di Forcella. E ogni anno c'è un concorso nazionale riservato alle scuole.
E' proprio questa l'occasione per intercettare i giovani e invitarli a seguire vie diverse da quelle offerte dalla criminalità. Così alla famiglia arrivano ogni anno affetto, testimonianze, emozioni. Tra le tante lettere ricevute dal padre di Annalisa, c'è la riconoscenza di un giovane: Riccardo R. di ventiquattro anni, che dice di essere cambiato da quella morte:
Stavo raccogliendo i pezzi e cercavo di ricominciare quando venni a sapere della morte di vostra figlia. La sua vicenda mi ha fatto riflettere su molte cose ancora di più sulla vita in generale e quali cose, al di là di tutto, sono veramente importanti. Piano piano ho trovato la forza di buttarmi nella mischia, se all’inizio non lo facevo, ora lo faccio per Annalisa. Piano piano mi sono risollevato pensando alla sua generosità. Vostra figlia con la sua storia mi ha aiutato a tracciare un netto confine tra ciò che pensavo prima e ciò che penso ora...Ho ricevuto la foto di Annalisa, ora sarà sempre vicino a me. Mi piace pensare che ora sua figlia è in quel posto dove nessuno più le farà del male.
Ricordiamo perciò il sorriso di Annalisa - e la sua storia - proprio per testimoniare che nonostante la tragedia e una morte assolutamente ingiusta, il Bene magari non vincerà...ma si prende le sue belle rivincite.
(cperer)
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