Lamberto Teotino, l'ultimo Dio
di Matteo Basilé
“L’ultimo Dio” è un lavoro sulla coscienza umana,che prende in esame i principi ontologici e antropologici e analizza l’approfondimento del sé attraverso l’intelletto, come principale luogo in cui si produce l’intuizione, che è anche il principio base della conoscenza.
Intuire significa leggere dentro, è una forma di conoscenza diretta e immediata che non si avvale del ragionamento.
Perciò l’identità anatomica dell’individuo passa in secondo piano. Teotino occulta infatti in modo coerente i volti dei soggetti, che sceglie da immagini in bianco e nero recuperate da archivi digitali, attraverso un codice di riproducibilità: il frattale, forma geometrica dotata di omotetia interna - cioè che si ripete identica su scale diverse.
Si ritiene che i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana e con il genoma, anch’esso caratterizzato da una scultura matematicamente armoniosa che costituisce una sorta di codice di riproducibilità che ritroviamo ripetuto anche in natura (pensiamo al cavolo romano o alla forma della neve).
E’ per questo che la gente li trova così familiari, e guardando i soggetti di Teotino ritroviamo qualcosa di affascinante e misteriosamente attraente, quasi osservassimo delle foto di antenati che ci parlano da un mondo ed un universo parallelo già (ri)conosciuto.
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Autore: Matteo Basilé
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