Olimpiadi 2026 - Ombre sulla neve
Il libro denuncia di Luigi Casanova (Ed. Altreconomia)
Con ''Ombre sulla Neve'' Luigi Casanova dice la sua sulle prossime Olimpiadi con un libro denuncia pubblicato da Altreconomia, realizzato grazie alla intensa collaborazione con i territori interessati all'evento olimpico 2026.
E' il primo saggio inchiesta sui prossimi Giochi olimpici invernali che verranno ospitati, fra appena tre anni, nel nostro Paese: Milano-Cortina 2026. “Ombre sulla neve” di Luigi Casanova è un saggio su come il “grande evento” delle Olimpiadi avrà un impatto devastante sul territorio alpino e i suoi abitanti. A partire, innanzitutto, dalle infrastrutture che appaiono in-sostenibili come le opere stradali inquinanti, i palazzetti-cattedrali nel deserto e gli ampliamenti dei domini sciistici che coinvolgono tre Regioni, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, oltre alla città di Milano.
“Gli eventi sportivi del futuro dovrebbero considerare - scrive Casanova - l’importanza dello Stato sociale, l’avanzare sempre più preoccupante della privatizzazione dell’istruzione, l’aumento delle disuguaglianze nei territori, l’indebolimento strutturale del sistema sanitario universale. Questi temi sono passaggi che offrono valore reale a un termine che viene sempre più abusato: sostenibilità”.
Nel libro si racconta come si è arrivati all’assegnazione di Milano-Cortina e come la realizzazione di molte opere milionarie, quasi interamente a carico delle finanze pubbliche, non serviranno alle Olimpiadi e seguiranno un iter di valutazione ambientale “semplificato”.
Allo stesso modo di Expo 2015, il ritardo sulla realizzazione delle opere fa scattare i commissariamenti. Con il pretesto della fretta, si accrescono i costi, scavalcando i territori e i loro abitanti. E quindi ecco la nascita della Fondazione Milano Cortina 2026 e Infrastrutture Milano Cortina 2026 Spa e le diverse funzioni.
A Milano verranno interessati lo Stadio Meazza per la cerimonia di apertura il PalaItalia Santa Giulia per l’hockey su ghiaccio e la Milano Hockey Arena (ex Palasharp) per l’hockey e il para hockey su ghiaccio; in Valtellina, a Livigno e Bormio, verranno realizzati i collegamenti con la città e la “tangenzialina” per lo sci alpino e lo snowboard.
''Il ritratto di Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti, restituisce un luogo spremuto dal turismo di massa e devastato dalla cultura dello sci, con il caso della costosissima pista di bob; la questione della mobilità nelle vallate del Cadore e della superstrada in Pusteria".
E' un libro che entra nel merito del fallimento dei tre obiettivi previsti dal CIO e dal dossier di candidatura:
Olimpiadi a costo zero? "Abbiamo oltrepassato i 4 miliardi di euro pubblici, proprio con l'ultima finanziaria il governo ha stanziato ulteriori 400 milioni di euro" scrive Casanova.
Olimpiadi sostenibili? "E' stata evitata la VAS (Valutazione ambientale strategica) obbligatoria per legge e le VIA regionali. Le 48 pagine del dossier che indicavano il percorso della sostenibilità sono state tutte evitate" denuncia Casanova.
Olimpiadi condivise? "Già la presenza di attivissimi comitati in tutti i territori dimostra come siano un evento conflittuale. Il commissariamento imposto a tutte le opere di fatto impedisce a cittadini e associazioni le valutazioni sui progetti, quasi tutti secretati".
Il libro denuncia e analizza per ogni ambito regionale o provinciale interessato, compresa la città di Milano, il vero impatto evidenziando in modo provocatorio per ogni realtà quali sarebbero invece i reali bisogni di quel territorio.
Casanova lancia anche una proposta: che ci sia compensazione e che venga costruita sulla istituzione di tre grandi aree protette ovvero il parco del Centro Cadore, il parco del Lagorai, il parco PEACE dello Stelvio divenendo parco Europeo.
L’alternativa? Un’etica che dia una nuova dignità alla montagna e combatta davvero lo spopolamento, con piccole opere che hanno una ricaduta sociale positiva sul territorio, rispettando i valori identitari delle alte quote - come la sobrietà - e i reali bisogni: servizi, sanità, lavoro, un turismo diverso.
E dunque? "Si facciano le Olimpiadi, anche sulle Alpi. Si tengano fissi i 15 giorni di gare da disputarsi solo laddove gli impianti siano già realizzati e gestibili anche economicamente: quindi olimpiadi diffuse sui territori, ad ampio raggio ragionale (Api - nord Europa - Nord America) e solo laddove i diritti umani sono rispettati".
Ma forse è già troppo tardi per trovare la via della saggezza e del buon senso.
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OMBRE SULLA NEVE - Luigi Casanova
edizioni Altreconomia
prefazione di Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia.
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