Scienza, Ambiente & Salute

Nelle tracce del Lupo

incontro al Muse nell'ambito del progetto Life-wolfalpseu

“Nelle tracce del lupo” è un  podcast (e un libro) di Davide Sapienza e Lorenzo Pavolini.

Il MUSE propone una serata per riflettere sulla nostra relazione con la natura e sul legame che ci unisce al mondo selvatico, attraverso un viaggio dall’arco alpino all’Appennino in cui  i due autori hanno raccolto voci e testimonianze di biologhi, esploratori, storici, guardiacaccia, forestali, naturalisti, scrittrori, pastori.

Lupo, ph. Bruno D'Amicis

Mercoledì 11 settembre 2024, alle 18.30,  al MUSE – Museo delle Scienze Davide Sapienza e Lorenzo Pavolini, autori del podcast e del libro incontreranno chi vuole capire come convivere con una specie ormai diffusa in quei territori dove è tornato di recente o dove non è mai scomparso. L'incontro invita anche a riscoprire lo spirito selvaggio che risiede in ognuno di noi (modera Laura Scillitani, MUSE).
 
"Nelle tracce del lupo" racconta la nostra attitudine culturale verso la natura muovendosi "nelle" tracce di questo animale elusivo, per quanto studiato e conosciuto. Il viaggio attraversa sia le aree alpine dell'Italia, che negli ultimi dieci anni si sono confrontate con la presenza di questo predatore, sia il cuore dell'Appennino che ci ha sempre convissuto, anche quando nel resto d'Europa era praticamente estinto. 

Seguire la sua inafferrabile traccia significa metterci in relazione con un contesto biologico e geografico, culturale e filosofico; significa sentirci esploratori curiosi di imparare i meccanismi della natura. Significa percepirne la presenza fisica. I cinque episodi del podcast descrivono come il lupo sia un fondamentale regolatore di biodiversità, un marker vivente dell'ecosistema, che arricchisce la rete di relazioni nella quale siamo immersi. Come tutto ciò che è selvatico dentro di noi, è bello sapere che esiste, ma non è obbligatorio doverlo incontrare.  

Lorenzo Pavolini, scrittore, già finalista al Premio Strega con Accanto alla tigre (Feltrinelli), e drammaturgo, lavora per Radio3. Tra i suoi libri: Senza rivoluzione (Giunti, Premio Grinzane Cavour), Tre fratelli magri (Fandango), L’invenzione del vento (Marsilio, Finalista premio Flaiano). Per la regia del documentario Ninnananna di Natale, musica e storie dall’Orchestra di Piazza Vittorio ha ricevuto il Prix International de la Radio URTI 2003.

Davide Sapienza, scrittore, autore di documentari, traduttore di classici (Jack London, Barry Lopez). Per Ediciclo ha pubblicato La Musica della neve. Autore, curatore, traduttore di oltre sessanta volumi dal 1984, tra i titoli più noti I Diari di Rubha Hunish (ex Baldini & Castoldi, ora Lubrina Editore), Camminando (Cda Vivalda), La Valle di Ognidove (Lubrina Editore), Scrivere la Natura (Zanichelli), Il Geopoeta (Bolis).

8 settembre 2024

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LUPUS IN STABULA
Trentino: studio sulle predazioni del lupo


In provincia di Trento, tra il 2013 e il 2022, si sono verificate 576 predazioni da lupo su domestico, con un totale di 2.256 capi coinvolti (inclusi i capi morti, feriti e dispersi). Le predazioni documentate seguono la tendenza di espansione della popolazione di lupi sul territorio, aumentando nel corso degli anni sia nel numero che nelle aree interessate dalle predazioni. Il maggior numero di attacchi avviene nel mese di agosto e durante le ore notturne.

Complessivamente, il bestiame presente in alpeggio ogni anno ammonta a circa 72.687 capi, perlopiù costituito da ovicaprini (63,5%), bovini (31%) ed equini (2,4%). In media il bestiame predato dal lupo ogni anno si aggira intorno allo 0,6% del bestiame complessivo monticato (0,8 per ovicaprini ed equini, 0,1 per i bovini). Ne consegue che ovicaprini ed equini (asini in particolare) rappresentano le tipologie di bestiame maggiormente selezionate dal lupo e quindi più vulnerabili.

foto: Asini sorvegliati da un cane da guardiania
durante il pascolo diurno (G. Bombieri)

 

I bovini invece, salvo contesti particolari come ad esempio quello della Lessinia, rappresentano la categoria meno selezionata in relazione alla disponibilità in alpeggio, di cui i giovani sotto i 15 mesi costituiscono la classe d’età più a rischio. L' 81% delle predazioni è avvenuto in assenza di opere di prevenzione funzionanti a protezione dei capi predati.

Le aree a maggior impatto in questo ultimo triennio sono state Lessinia, Baldo, Bondone e Primiero. Per quanto riguarda le malghe, sono 13 quelle maggiormente colpite dal lupo nell’ultimo triennio. In particolare, 4 malghe hanno subito un impatto di tipo cronico (almeno un evento di predazione in ognuno dei tre anni), mentre 9 malghe hanno subito predazioni di tipo massivo (almeno 10 capi morti per evento di predazione).

 “Lupus in stabula” è il progetto in corso. Coordinato dal MUSE - Museo delle Scienze in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, e finanziato dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento,  ha studiato il conflitto tra attività umane e lupo sul territorio provinciale. Studiare le dinamiche di predazione del lupo sul bestiame domestico in provincia di Trento con approccio scientifico aiuta a capire il fenomeno: l’andamento negli anni, la distribuzione spaziale, il rapporto con le misure di prevenzione, i fattori gestionali che possono aumentare il rischio di predazione. Il primo prodotto del progetto è una relazione tecnico-scientifica.

“A distanza di dieci anni dal ritorno stabile della specie sul territorio trentino – spiega la ricercatrice del MUSE Giulia Bombieri che coordina il progetto – questo tipo di analisi è fondamentale non solo per fornire una fotografia aggiornata della problematica, ma anche e soprattutto per comprenderne le dinamiche e i fattori di rischio, e valutare l’efficacia delle misure di prevenzione”.

foto: Cane da guardiania a protezione di alcune pecore
all'interno di una recinzione (G. Bombieri)

Lo studio fornisce  una panoramica descrittiva delle opere di prevenzione erogate dalla Provincia autonoma di Trento e delle malghe presenti sul territorio provinciale. Sono 578 le malghe censite in provincia, di cui il 65% ospita prevalentemente bovini, il 26% ovicaprini, il 4% bestiame misto e il 3% equini. Il 36% delle malghe censite è dotato di almeno un’opera di prevenzione a protezione del bestiame dai grandi carnivori (lupo e orso). Si tratta di opere utilizzate prevalentemente per la stabulazione notturna del bestiame (86%), in particolare reti mobili elettrificate (81%). In 41 malghe è inoltre presente almeno un cane da guardiania, nella maggior parte dei casi in combinazione con qualche tipo di recinzione.

Dalle analisi svolte emerge un quadro complesso, in cui l’impatto del lupo può essere di tipo diverso (cronico o massivo) e risulta concentrato presso alcune aree e in particolare alcune malghe che presentano caratteristiche diverse tra loro sia dal punto di vista gestionale sia relativamente alla presenza del lupo.

Il MUSE ha già lavorato attorno al lupo chiedendosi anche come l'animale “ragiona”, quali sono i codici con cui la sua mente legge la realtà e cosa prova quando viaggia tra boschi e crinali oppure mentre riposa nella tranquillità di una prateria all’alba. Ne è venuta una mostra allestita a novembre 2022 dal MUSE di Trento“Nella mente del lupo”,  costruita su suggestioni visuali e sonore, realizzata all'interno del Progetto LIFE WolfAlps EU di cui il MUSE è partner  per indagare la complessa e nuova coesistenza fra persone e lupi sulle Alpi. E capire le strategie che l'animale adotta per attraversare una strada, predare, esplorare un paese di notte o fuggire da un aggressivo cane da guardiania, posto alla protezione del bestiame.

Quanti sono i lupi in Trentino? La popolazione è stimabile in 120-140 esemplari, sempre considerando che molti di essi gravitano, per parte del loro tempo, oltre i confini provinciali.

 

foto: Gabriele Cristiani

 

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