Luciano Civettini, Déjà vu
A Milano a cura di Cristina Gilda Artese e Alessandra Redaelli
(Corona Perer) - Le opere di Luciano Civettini sembrano sempre un'operazione di sospensione del tempo. Un tempo sospeso come quello della pandemia in cui hanno preso corpo gli ultimi lavori esposti in questi giorni a Milano.
Una selezione di opere dell'ultimo anno e mezzo è esposta fino al 31 luglio da Gilda Contemporary Art che ha inaugurato lo scorso 16 giugno la mostra ''Déjà vu'' a cura di Cristina Gilda Artese e Alessandra Redaelli.
A ragione le curatrici rilevano che Civettini adotta la memoria e la nostalgia quali strumenti di critica. Un'operazione di vivisezione della malinconia, che è un ragionare su mancanza/assenza e sul ricordo. E produce uno straniamento. Guardare un lavoro di Civettini significa iniziare un viaggio verso un altrove.
«Spesso per attivare il meccanismo del ricordo utilizza la scrittura, in cui la parola a volte si risolve in un segno che innesca il ricordo. Le letture, le biografie le recensioni hanno composto uno strato di dati e informazioni sulle quali l’artista va a lavorare» scrivono le curatrici.
Ecco dunque gli interni domestici, con un vaso di fiori che quadro dopo quadro sembra essere stato risistemato proprio come per una seduta di posa. Nulla è precisamente definito. Il fascino di Civettini sta nell'impermanenza (per chi la sa cogliere).
Luciano Civettini, alla sua prima personale da Gilda Contemporary Art, presenta una selezione delle opere nate da una ricerca intorno all’Impressionismo e in particolare alle figure di Monet e di Degas. Le opere fanno parte di un progetto più ampio. La passione per la storia dell’arte lo ha portato a rielaborare i temi dei grandi artisti, da Fragonard ai pittori impressionisti.
«La pittura dell’Ottocento francese non ritorna mai qui come citazione, ma piuttosto come suggestione, come atmosfera veicolata da una precisa scelta cromatica e da una vibrazione sottopelle, una sensibilità ripensata capace di suscitare nello spettatore uno straniante senso di déjà-vu».
Quella che Civettini crea è una sorta di immedesimazione, costruita attraverso una ricerca capillare che l’artista conduce non solo sul lavoro degli artisti che sta indagando, ma anche sulle loro vite, sulle personalità, sulle piccole quotidianità che ce li rendono più vicini e più famigliari.
«Una mostra dai toni sussurrati e dalle atmosfere evanescenti che si accende all’improvviso nell’inserimento dei recentissimi paesaggi. Qui, la pennellata vibrante dell’impressionismo inaspettatamente si spezza, invasa da graffi e macchie di colore pieno».
Nato a Trento nel 1967, diplomatosi all’istituto d’arte di Trento, Civettini ha frequentato l’accademia di Venezia. Inizia a lavorare nel campo della stampa serigrafica e nella grafica pubblicitaria. Espone dal 1989 in gallerie pubbliche, musei e gallerie private in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Austria, Emirati Arabi e Stati Uniti.
Le sue opere sono in collezione presso musei ed enti pubblici come la Deutsche Bank di Lipsia, Kunstverein di Bielefeld, Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto e il Museo della Guerra di Rovereto. È stato invitato a esporre alla Biennale di Venezia e per due volte alla biennale Internazionale Intergraf di Udine. Al suo attivo mostre collettive e personali a Roma, Milano, Verona, Trento, Bolzano, Rovereto, Bielefeld, Wiesbaden, Dortmund, Amburgo, Parigi, Salisburgo, Dubai
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''Déjà vu''
17 giugno - 31 luglio 2021
Gilda Contemporary Art
Milano
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