Arte, Cultura & Spettacoli

Lucio Fontana, dimensione infinita

Lo Spazialismo: il ''Manifesto Bianco''

«Scoprire il Cosmo è scoprire una nuova dimensione.
È scoprire l’Infinito.
Così, bucando questa tela – che è la base di tutta la pittura –
ho creato una dimensione infinita»

Lucio Fontana

Lucio Fontana è il padre del movimento spazialista (detto anche movimento spaziale, arte spaziale e spazialismo), nato nel 1946 in Argentina.

Nella storia dell'arte scrve il suo capitolo: sintetizza il dinamismo futurista e l’idea di Boccioni di utilizzare in pittura nuovi mezzi, e spinge oltre lo sguardo: propone una "smaterializzazione" dell’arte stessa, in favore di un’arte "integrale" dove il colore, il suono, il movimento e lo spazio possano unificarsi in un’unità ideale.

Sul finire degli anni Quaranta, l’arte pittorica in Italia  manifestava segnali di insofferenza verso i mezzi tradizionali, mostrando il suo interesse verso un tipo di arte legata alla scienza e alla tecnologia, nell’idea che esse siano inscindibilmente collegate. Il primo testo teorico vede la luce a Buenos Aires: è il"Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.

Gli artisti che aderiscono al manifesto dello Spazialismo, rivolgono così il proprio interesse alla ricerca scientifica, alla diffusione della radio, della televisione, fino ad elaborare nel 1952 anche un manifesto del Movimento spaziale per la televisione.

Arte, scienza e tecnologia collegano ora l’arte alle scoperte scientifiche e viceversa, le invenzioni, in una poetica artistica che celebra il "mezzo" e la sua evoluzione, diventano esse stesse atti artistici.

 

 

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