Marcello Foa, la censura è di casa
''Non siamo più padroni del nostro destino''
“Se un gran numero di persone si interessa alla libertà di espressione, ci sarà libertà di espressione, anche se la legge lo vieta. Se l’opinione pubblica è lenta, le minoranze verranno perseguitate anche se protette dalle leggi esistenti”.
Il giornalista Marcello Foa cita la farse di George Orwell e commenta: ''Mai avremmo pensato di dover riferire alle nostre democrazie. Mentre in Italia si è parlato molto del caso Scurati, poche testate europee hanno dato rilievo a due episodi di inaudita gravità avvenuti nei giorni scorsi, in Germania e in Belgio''.
Il riferimento è alla irruzione a Berlino della polizia tedesca nella sala dove era in corso il Congresso palestinese e ha letteralmente messo al bando l’ex ministro greco dell’economia Varoufakis. ''A Bruxelles si è ripetuta la stessa scena ma ad essere interrotta dalle forze dell’ordine è stata la Conferenza di National Conservatorism, alla presenza del leader britannico Farage e del premier ungherese Orban'' afferma Foa che conclude: ''Sinistra e destra hanno subito lo stesso trattamento, inconcepibile in democrazia, mentre la Francia vieta da ottobre manifestazioni pro Palestina''.
No comment. Ineccepibile.
23.4.2024
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IL SISTEMA (IN)VISIBILE
(Corona Perer - 10 ottobre 2022) - ''Non siamo più padroni del nostro destino''. Si tratta ormai di una constatazione afferma Marcello Foa, autore di "Il sistema (in)visibile)" in cui racconta lo stra-potere delle multinazionali e lo stato di dissonanza cognitiva nel quale ormai siamo immersi: non riconosciamo più il mondo in cui viviamo, continuiamo a eleggere parlamenti e governi pur sapendo che le decisioni che contano vengono prese altrove, ci sentiamo (e siamo) impotenti di fronte alla progressiva distruzione della classe media in un'epoca di emergenza perenne: dal Covid-19 a quella energetica, passando per fenomeni disgreganti come la «cancel culture» – scuotono le nostre certezze, accentuando il nostro smarrimento. Ci sentiamo impotenti ma non capiamo perché.
Marcello Foa, giornalista e scrittore (dal 2018 al 2021 presidente della Rai) spiega in "Il sistema (in)visibile" (Guerini e Associati) le logiche e i condizionamenti che scolpiscono la nostra società, descrivendo un sistema che è visibile e al contempo volutamente non-visibile, e che può essere compreso solo uscendo da schemi interpretativi suggeriti (e perciò manipolati) dai media.
Intervenuto a Rovereto, Foa ha spiegato con chiarezza ad un folto e attento pubblico il ruolo delle élites, dimostrando come oggi sia possibile modellare le masse, cambiare i valori, orientare la politica, l’economia e i media avvalendosi anche delle tecniche di influenza psicologica, incluse quelle elaborate dalla Cia e dal Kgb.
"Stalin conosceva bene cosa si può ottenere con condizionamenti psicologici e sociologici, favoriti da media compiacenti. Non lo dico io, parlano gli archivi desecretati della CIA e testimoni diretti del Kgb. Questo tipo di condizionamento è stato utilizzato anche ovviamente in America e lo si è visto all'opera soprattutto durante la pandemia. Ecco perchè ci troviamo ormai in uno stato di dissonanza cognitiva che alla lunga porta alla paralisi".
Il sistema di cui scrive nel suo libro è popolato da sigle ormai familiari come il Wef di Davos, ma ci sono anche altri organismi e fondazioni internazionali che muovono i fili ed ecco perchè possiamo ormai affermare (come recita il sottotitolo del libro) che non siamo più padroni del nostro destino.
Laureato in Scienze politiche all´Università degli Studi di Milano, cittadino svizzero e italiano e una solidissima carriera giornalistica di inviato di lungo corso, Marcello Foa parla di questa sua ultima fatica come di un "qualcosa" trattenuto in pancia da sempre, ma venuto alla luce in sei mesi di scrittura.
Il libro idealmente prosegue "Gli stregoni della notizia" in cui già affrontava l'attualità e la gravità del momento connotato da una forte e (interessata) disinformazione. Viviamo in mancanza di verità.
"Mi ritengo un figlio di Montanelli e ritengo che un giornalista non debba mai accontentarsi delle verità formali, deve capire i meccanismi di condizionamento che arrivano dai media, siamo in uno stato di profonda malessere democratico. Un giornalista deve essere innanzitutto onesto e non deve avere paura del confronto che è il sale della democrazia" afferma Foa.
Ma come riconoscere un regime non più democratico? "Finisce se la democrazia diventa formale o una finzione" afferma Foa che spinge la sua analisi alle realtà che detengono il potere nel mondo, le élites e i problemi che sono sorti da un'idea distorta di liberalismo.
"Il vero liberalismo, per me che democratico e liberale sono davvero, è quello di favorire la crescita individuale, l'economia di mercato, ostacolare i cartelli e combattere monopoli e oligopoli. Proprio quello che non è accaduto in questi ultimi tempi. Un'economia sana, infatti, non consente l'accentramento di poteri".
Un caso fra i tanti? ''Antony Fauci. Nell'America che andava orgogliosa dello spoil-system, quest'uomo detiene un potere enorme da 38 anni, trascorsi sempre nella stessa identica posizione. Un caso che non ha precedenti nella storia americana''.
Tuttavia chiude con una uno spiraglio di luce. "Questi tempi così difficili hanno portato alla luce anche nuovi gruppi, hanno aggregato nuove comunità e nuove forme di pensiero e di azione. Sono convinto che potremo procedere ugualmente e superare questo momento. Serve consapevolezza".
Del resto la storia va avanti per resti, e spesso sono i piccoli resti a fare la differenza.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE
Marcello Foa, nato a Milano nel 1963, è giornalista, docente universitario e scrittore. Attualmente è presidente della RAI, radiotelevisione italiana.
Laureato in Scienze politiche all´Università degli Studi di Milano è cittadino svizzero e italiano. Ha iniziato la sua carriera giornalistica a Lugano nel 1984 alla Gazzetta Ticinese e poi al Giornale del Popolo, due quotidiani ticinesi. Nel 1989 è stato assunto al Giornale con la qualifica di vicecaporedattore esteri. Nel 1993 Indro Montanelli, all´epoca direttore del Giornale, lo nominò caporedattore esteri. E' stato inviato speciale ed editorialista di questioni geostrategiche. Ha collaborato con numerose testate straniere. Dal 2007 al 2018 ha scritto un blog molto seguito, il cuore del mondo, sul sito il giornale.it, di cui è stato responsabile per un anno, prima di lasciare il Giornale.
Dal 2011 al 2018 ha diretto a Lugano il Gruppo del Corriere del Ticino con la qualifica di Amministratore delegato. Nel 2018 è stato nominato Presidente della RAI.
Nel 2004 ha fondato l´Osservatorio europeo di giornalismo assieme al professor Stephan Russ-Mohl. Ha focalizzato le proprie ricerche accademiche sul fenomeno dello spin politico. Ha tenuto diversi corsi all'USI e in alcune università italiane sia a livello di bachelor che di master. Attualmente insegna "Il ruolo dei media nelle relazioni internazionali" al bachelor della Facoltà di scienze della comunicazione all'USI.
E’ autore dei saggi “Gli stregoni della notizia” (2006) e “Gli stregoni della notizia. Atto II” (marzo 2018), entrambi con Guerini e associati editore.
Ha pubblicato due romanzi: “Il ragazzo del lago” (2010) e “Il bambino invisibile” (2012), con Piemme.
Autore: Corona Perer
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