Marcello Lo Giudice, arte tellurica
L'artista siciliano è ospite del Padiglione della Repubblica Araba Siriana a San Servolo
Venezia, 28 aprile 2022 - Marcello Lo Giudice espone alla 59esima Biennale di Venezia (23 aprile - 27 novembre 2022) 10 quadri che raccontano le meraviglie delle natura incontaminata e 3 sculture: un inno alla vita e una condanna contro tutte le guerre del mondo.
L’artista siciliano è ospite speciale del Padiglione della Repubblica Araba Siriana all’Isola di San Servolo, dove espone opere realizzate con lo stile che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Una tecnica definita dal critico Pierre Restany “tellurica” , molto materica ed energica, che mescola pittura ad olio e pigmenti per immortalare su tela gli elementi vitali del pianeta: il mare, il sole, la terra, i vulcani, e in questo caso la laguna di Venezia.
“L’arte è un mezzo potentissimo di comunicazione e la Biennale di Venezia una vetrina internazionale visitata da centinaia di migliaia di persone. Per questo sentivo il bisogno di creare un momento di riflessione. Con i miei quadri, dove gli elementi della terra e del mare prendono forma attraverso colori accesi e potenti, intendo ricordare la purezza della natura e l’importanza di preservarla, con le sculture ho voluto affiancare simbolicamente un’antitesi tra la vita e la morte, per non dimenticare il valore dell’una e l’orrore dell’altra”, commenta l'artista.
Sono esposte dieci tele coloratissime, che emanano vibrazioni di colore, luce e gioia, in omaggio alla Serenissima e al pianeta terra e tre sculture legate ai temi della vita e della morte, che intendono suscitare un momento di riflessione e condanna verso tutte le guerre del mondo.
In ogni quadro è impressa vividamente la volontà dell’artista di esaltare le meraviglie del pianeta, preservarne la naturalezza e l’autentico splendore, mettendo in guardia dai rischi della contaminazione e della deturpazione. Un impegno ambientale radicato, quello di Lo Giudice, che porta alla Biennale anche tre sculture della sua produzione decennale.
Accanto alle tele, sono presenti un totem della serie “La Primavera di Botticelli”, ovvero una teca in plexiglass che racchiude tantissime farfalle variopinte in ceramica, emblema di speranza e di nuova vita, e due materassi squarciati e bruciati, simbolo dell’orrore che capovolge la normalità della vita quotidiana e ferma condanna verso tutte le guerre del mondo, realizzati a partire nel 1999.
L’amore per la natura e i doni del creato è nato con gli studi in Geologia, che Lo Giudice intraprese a Bologna da ragazzo per poi virare, una volta conseguita la Laurea, verso una carriera prettamente artistica. Proprio a Venezia l’artista originario di Taormina ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti, per poi trasferirsi a Milano negli anni Novanta e avviare qui la sua produzione.
Oggi Lo Giudice si divide tra il capoluogo lombardo - l’estate scorsa Palazzo Reale ha ospitato una sua mostra personale che ha registrato seimila visitatori - e il Principato di Monaco, dove collabora con la Fondazione del Principe Alberto. Grazie a questo sodalizio, pochi mesi fa è stato inaugurato il primo museo tattile olfattivo marino per bambini non vedenti nel centro visitatori della Riserva naturale di Vendicari nella sua Sicilia.
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