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Torniamo ad essere uomini

di Marco Guzzi

E' un famoso pensiero di Einstein: “Non possiamo risolvere i nostri problemi con il pensiero che avevamo quando li abbiamo creati”. Credo che questa intuizione dovremmo applicarla con cura alle crisi di questa epoca.

Viviamo questi anni con la sensazione inquietante di un mondo in preda ad una vertigine senza più controllo. Questa società planetaria iperconnessa e delirante ci appare come una sorta di valanga che precipita a valle portando con sé e travolgendo tutto ciò che incontra.

Questo è il tempo in cui i problemi che incontriamo possono essere risolti solo se modifichiamo radicalmente le forme del nostro pensiero. Questo rovesciamento della mente si chiama in greco metànoia.

Non dimentichiamocelo: in ogni istante l’anima può cambiare punto di vista, elevarsi, sganciare le zavorre mentali, tutto il chiasso e la violenza di questo mondo, e lasciarsi assorbire dal Respiro dell’Eterno: anche adesso.

Il filosofo morale statunitense Michael Sandel dice che siamo passati da una economia di mercato a una società di mercato, in cui cioè tutto ormai è in vendita: i corpi, gli uteri, gli stessi diritti: possiamo pagare per saltare la fila o per affittare il corpo di una donna indiana e impiantarci dentro un figlio.

L'economista francese Serge Latouche arriva ad invocare esplicitamente una radicale conversione: “Noi occidentali dovremmo trovare l’ispirazione per realizzare una metànoia, cioè un ritorno a noi stessi”.

L’attuale crisi della fede cristiana sta in realtà alla radice della crisi di civiltà in cui stiamo precipitando. Non usciremo mai da questo precipizio nell’inumano e nell’antiumano se non riscopriremo la nostra sostanza spirituale che è ebraico-cristiana.

Di questo immane compito devono occuparsi non solo le Chiese cristiane ma anche ogni singolo individuo e movimento per arrestare questo progressivo ed estenuante esaurimento nervoso dell’intera civiltà umana.


Autore: Marco Guzzi

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