Imparare ad amare
''Viviamo una spaventosa confusione mentale''
di Marco Guzzi - Uno degli aspetti più inquietanti di questo tempo convulso e faticoso è la spaventosa confusione mentale in cui stiamo precipitando giorno dopo giorno, per cui risulta sempre più difficile non dico concordare su qualsiasi punto di discussione, ma perfino intenderci sui concetti basilari su cui impostare un qualunque discorso.
Ogni giorno assistiamo a dibattiti in cui letteralmente non si capisce più di che cosa si discuta, in cui cioè gli interlocutori non hanno più quasi nessun punto in comune, nessun concetto condiviso, per cui semplicemente si attaccano e si azzannano come cani rabbiosi, alla cieca.
Ciò risulta particolarmente drammatico nelle sempre più accese discussioni intorno alle questioni morali, alla valutazione cioè di ciò che sia bene e di ciò che sia male. Qui davvero le acque già torbide delle nostre menti contemporanee si fanno tenebrose, assumendo la densità e la pesantezza del petrolio.
E’ bene poi sposare una persona del proprio stesso sesso, e magari produrre qualche figlio affittando un utero di qualche giovane ragazza indiana? E perché no? Se vogliono un figlio? E perché un ricco anziano non può spassarsela un po’ anche con un ragazzino? Come facevano Pasolini o Whitman o Caravaggio o papa Giulio III che nominò addirittura cardinale e segretario di stato il suo amante diciassettenne? E a che età poi l’amore diventa pedofilia? Non basta l’amore a giustificare ogni cosa, come dice Obama? E perché impedire allora l’amore per due persone contemporaneamente? Perché dovrei amare solo una donna o solo un uomo, e non una donna e un uomo insieme? E perché non posso sposarmeli entrambi? Chi sono io per giudicare un bigamo o un poligamo o un evasore fiscale o lo stesso Priebke che in fondo ha semplicemente obbedito alla propria coscienza, come tutti i membri delle SS.
E via così confondendo ogni cosa, servendosi perfino della dolcissima misericordia di Gesù per legittimare la propria corruzione e l’ostinazione impenitente e piena di orgoglio a non cambiare vita.
Questa confusione però io credo che porti con sé un elemento di grande positività, e cioè ci sta mostrando con chiarezza lancinante tutti i limiti del puro ragionamento, il fatto cioè che queste controversie fondamentali non possano più risolversi sul piano dialettico del confronto razionale.
Stiamo comprendendo che la ragione è uno strumento necessario ma insufficiente per dare un qualsiasi ordine al pensiero e alla vita, in quanto può essere messo al servizio della stessa menzogna. Tutti noi cioè possiamo benissimo utilizzare la nostra ragione anche con finezza per difendere i nostri errori più grossolani, e costruire così la via della nostra distruzione. Il problema della ricerca della verità e quindi della giustizia, di ciò che è giusto o ingiusto, non è cioè un problema della ragione, quanto piuttosto della mente, intesa come totalità del nostro essere, come mistero del nostro Io, e più precisamente dello stato in cui si trova la nostra mente. Una mente alienata e distorta, infatti, un Io dis-integrato e scisso, ragiona in modo distorto e trova sempre moltissime ragioni per giustificare i propri errori.
Per cui se desideriamo per davvero cercare la verità e la salvezza, dobbiamo imparare innanzitutto e sempre di nuovo a rinnovare la nostra mente ottenebrata, a svuotare e a rovesciare il nostro vecchio Io, per rigenerarlo e illuminarlo dalla luce che illumina ogni cosa: Dio. Solo una mente, un cuore, un Io perdonato, e cioè sciolto e liberato e assolto dalle sue lebbre/tenebre interiori, può capire la bellezza del vero Bene, e incominciare a seguirlo.
“Imparare ad amare – Un manuale di realizzazione umana”
(Ed. Paoline 2013)
Autore: Marco Guzzi
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