Margherita Sarfatti e il '900 italiano
Nota come l'amante del duce, fu molto di più
Margherita Sarfatti fu scrittrice, giornalista e critica d'arte. Per una sorta di damnatio memoriae, la si conosce solo come "l'amante del duce". La stessa Donna Rachele era a conoscenza della relazione tra la Sarfatti e suo marito Benito Mussolini.
In realtà lei rivestì un ruolo da protagonista, soprattutto in campo artistico e non fu personalità secondaria in politica nel forgiare l'ideologia del fascismo.
Colta, elegante, raffinata, Margherita era nata a Venezia nel 1880 ultima di quattro figli di una ricca e nota famiglia ebrea, i Grassini, che avevano dotato Venezia dei primi vaporetti. Le leggi razziali, nonostante l'importante legame con il Duce, la costrigeranno a riparare in Argentina.
Negli anni della sua massima influenza politica, dal 1922 al 1927, è teorica e sostenitrice dell'arte italiana. Sensibilissima nel cogliere ogni accento di novità, è tra le prime a registrare la nuova temperie culturale europea di un ritorno all’ordine che riformi le avanguardie. Del gruppo dei suoi fedelissimi la mostra schiera Achille Funi, Anselmo Bucci e Pietro Marussig insieme ad autori che, come Gino Severini e Ardengo Soffici, rientrando in quella tendenza, acquista con compulsivo entusiasmo.
Donna di potere, oltre che collezionista, le sue scelte d’acquisto sono talvolta suggerite da motivazioni di opportunità politica.
La leggendaria collezione di Margherita Grassini Sarfatti ne fanno una sorta di sofisticata Peggy Guggenheim italiana, ma anche donna di potere capace di surclassare il ruolo di qualsiasi maschio dominante nell’Italia degli anni Venti.
La visuale culturale vastissima della Sarfatti-intellettuale è stata proposta da una mostra realizzata dal Mart nel 2018 che ha voluto ricostruire il ruolo della maggiore protagonista del dibattito su classicismo e modernità nel panorama artistico italiano e internazionale (il Fondo Sarfatti è conservato nell'Archivio del '900 del Mart di Rovereto).
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