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Marina Montesano, I luoghi della stregoneria

Un saggio fresco di stampa edito da IL MULINO

(Gloria Canestrini 29.11.2024) - Marina Montesano, autrice dell'agile quanto fortunato saggio ''I luoghi della stregoneria'' (edizioni IL MULINO), insegna Storia Medievale all'Università di Messina e ci consegna, fresco di stampa, un itinerario tanto utile quanto affascinante.

A far comprendere lo spirito e le finalità di questo lavoro, edito nella Collana “Ritrovare l'Italia”, è lo stesso titolo: “Andare per i luoghi della stregoneria”: in questo “andare” è racchiusa l'essenza stessa della ricerca, ossia il piacere della scoperta, di un'avventura itinerante, fra storia e narrazione, sulle tracce di convivi sabbatici, di triangoli magici, di guaritrici e Sibille, di apparizioni misteriose, di alberi incantati e sabba notturni, di sciamane e case di fate.

Stiamo parlando di una mappa spesso tragica, quella che ha segnato anche il nostro Paese nei secoli della caccia alle streghe: una sorta di strage condotta capillarmente, specie nelle poverissime campagne, che mirava a reprimere le rivolte  rurali, spezzando la tradizionale rete di solidarietà contadina.

Grazie alla figura della botanica, erborista, sciamana e guaritrice dispensatrice di rimedi naturali, infatti, anche i più poveri riuscivano a sopravvivere. Invece, tante di queste donne innocenti e sapienti, fondamentali punti di riferimento sociale, morirono, tra il quattordicesimo e il diciassettesimo secolo, a causa di un misto di superstizione, ignoranza, arroganza, con l'accusa di aver servito il diavolo e sovvertito con i loro malèfici poteri la vita delle comunità in cui vivevano.

Il pregio del libro di Marina Montesano è anche quello di condurci per mano in un itinerario di notazioni non solo processuali, ma ricchissimo di riferimenti e curiosità geografiche, geologiche, storiche, naturalistiche, antropologiche. Di aver saputo, nel meraviglioso florilegio di studi e saggi a cui assistiamo in questi anni circa la figura della strega, guaritrice, medium, fata che dir si voglia, coniugare questa figura con l'ambiente storico, culturale e paesaggistico di alcuni luoghi che hanno alimentato il fascino di “un fenomeno storico più complesso e sfaccettato di quel che sembra”, come scrive la stessa Autrice.

Quali sono questi luoghi dove storia e leggenda si sono intrecciate intorno alle cosiddette streghe e dove “spesso aneddoti e testimonianze conferiscono a un borgo, a una città, a una foresta un sapore particolare di magia e di mistero, senza contare quei centri che hanno ospitato i processi”?

Seguendo la mappa che appare anche in grafica all'interno del libro, viene subito il desiderio di  raggiungerli, questi territori, alla scoperta del Paradiso della regina Sibilla sui Monti Sibillini, del Dos de le Strie in Val di Fiemme, della Signora del Gioco in Lombardia, della caccia alle streghe fra Todi e Perugia, dell'albero di noce e il sabba di Benevento, di molti villaggi affascinanti come Triora in Liguria, o borghi come Fiano Romano e Todi, ma anche  di città vivaci del Rinascimento come Roma, Milano, Perugia, Modena.

Si rimane ammirati dalla capacità dell'Autrice di condensare in poco più di centocinquanta pagine (preziosa l'appendice bibliografica) anche l'origine e lo sviluppo delle leggende legate ai luoghi narrati (apprendiamo, ad esempio, che il noce di Benevento è un oggetto immaginario, che ha ottenuto una straordinaria fortuna senza neppure essere reale), e persino le sorti dei prodotti commerciali ispirati a tali leggende. Uno fra tutti, notissimo: “Sempre a Benevento, dal 1860, gli Alberti avviano la produzione del liquore Strega, a memoria delle leggende che circondano la città”.

Sono località, quelle della stregoneria nel nostro Paese, nelle quali si sono svolti avvenimenti e altre nelle quali si sono invece sviluppati sogni, suggerisce Marina Montesano.
Ogni narratore sa che i luoghi “parlano”. Da queste storie, tolto ogni residuo romantico, pastorale o morale, emergono le motivazioni umane. Il mito, il simbolismo, legati alla sopravvivenza, alla ricerca della felicità, alle cause dell’infelicità, al fato, ai destini.
Un libro che nasce dall’incontro con luoghi densi di storia e di storie, di natura e di meraviglie, ci mette anche in guardia circa la minaccia che incombe su queste bellissime zone del nostro Paese. Ecco che allora, per preservare ambienti, animali, alberi o tradizioni popolari (i racconti popolari che rivestono fascinazione e incantesimo sono sempre legati a luoghi particolari, da cui trarre ispirazione, basta solamente riscoprire lo stupore) dalla distruzione è importante, come prima cosa, assegnare loro un nome, un’identità, una storia. E questa, ancora una volta, è la magia che il racconto può fare.

Misteri, racconti popolari, fabulazioni e fiabe, motivi e avventure vissute o fantasticate ci fanno recuperare il respiro di un quotidiano legato alla natura e ci fanno vedere la realtà con occhi diversi, restituendoci la dimensione magica della vita. L’apparato sociale, l’industria, la finanza, il potere culturale, la scienza, la religione, oggi credono di aver illuminato ogni anfratto, ogni segreto dell’esistenza: invece gli angoli bui sono rimasti, come in un bosco rimangono zone d’ombra nelle quali prosperano arcane presenze.

Ci piace l'idea di sorvolare queste zone come nel volo al Sabba, che oggi sappiamo essere stata un'illusione provocata dagli unguenti a base di erbe allucinogene con cui le “streghe” si cospargevano un tempo, ritrovando così una dimensione  fantastica e reale insieme, che tanto connota la creatività  femminile e il suo legame con il mondo naturale.

 


Autore: Gloria Canestrini

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