Intervista a Marina Salamon, donna e imprenditrice
''Quello che manca ancora è lo sguardo femminile''
Corona Perer - Non ha mai amato le quote rosa: «La politica dovrebbe selezionare sulla base del merito e delle competenze, non sulla base del sesso, sia tra gli uomini che tra le donne. Non voglio votare una donna perché è donna: voglio votare una persona perché la sua storia di lavoro e di impegno sociale parla per lei» ha dichiarato. E' una grande lavoratrice e come tutte le donne dotata di funzioni multi-tasking.
Marina Salamon con la sua energia e il suo entusiasmo e la sua storia (assolutamente singolare) intervenuta a Rovereto con il professore Salvatore Abbruzzese, sociologo, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali all'Università di Trento. Si è discusso di autostima e integrazione sociale. Di lavoro, tra diritto e dovere, di motivazione e dello stato in cui si trova oggi la società italiana, privata dal lavoro come suo elemento strutturale, stando alla Costituzione che lo configura, all'art. 1 il fondamento basico dello stato.
Figli 5 (quattro biologici e una in affido), aziende 9. Ai figli ha voluto dare l'educazione delle scuole Faes, l’associazione Famiglia e Scuola che si rifà al pensiero di Josemaria Escrivá Balaguer: classi rigidamente separate tra maschi e femmine, tutoraggio, e «perfezionamento della persona attraverso il rapporto con Dio e con gli altri». E' una donna di carattere e personalità che non dimentica mai di essere anzitutto una madre.
Come imprenditrice è un'ottimista abituata alla lotta. "No al pessimismo e alla paura del futuro che stanno devastando l'Italia e danneggiano soprattutto i giovani" dice. Con questo spirito guida Altana, la sua azienda di abbigliamento per bambini. Colpisce immediatamente per la franchezza. Lei non è solo un'imprenditrice ma uno dei primi esempi di libertà femminile, di personalità auto-determinata, di self-made-woman, motivata e caparbia. Ha poco tempo e un'agenda fittissima, deve selezionare e difendersi dalle molte richieste tra mille cose da fare, ma se la discussione sveglia la sua vivacità intellettuale è disposta a fermarsi e con lei si parlerebbe per ore perchè il suo rapportarsi è diretto, orientato allo scambio e alla scoperta.
Nata a Tradate (provincia di Varese), sotto il segno della Vergine, Marina Salamon ha anche lontane origini croate per via paterna. Spirito naturalmente ecologista, per oltre un decennio consigliere internazionale per i Wwf con delega per la gestione del patrimonio, del personale, della finanza e per l’elaborazione del budget, è stata anche assessore del Comune di Venezia nella prima giunta Cacciari. Nel 2013 ha pubblicato Dai vita ai tuoi sogni (Mondadori). Lei qualcuno l'ha anche realizzato.
Come ha mosso i primi passi ?
"Il lavoro è stato, per me, il luogo in cui ho potuto sperimentare il mio progetto di vita, ed il modo in cui ho imparato a crescere come persona. Non mi riferisco al 'successo' apparente o misurabile dall' esterno, ma alla possibilità di stimare noi stessi attraverso ciò che, ogni giorno, costruiamo. E credo che questo valga anche per un lavoro da volontari, non retribuito, ma che sia utile agli altri (e, con ciò, a noi stessi).
Come imprenditrice, dove suggerirebbe di puntare?
Alla persona. Mi spiego: nella pubblica amministrazione si vedono spesso pessimi esempi e non ho molta fiducia delle competenze gestionali del ceto politico italiano a livello centrale. Ma se si guarda alla provincia italiana e ai governi locali, si trovano anche ottimi esempi di buon governo. Sono convinta che sia la persona a fare il cambiamento. Non si può dire: fa tutto schifo oppure è tutto sbagliato. C'è tanto meraviglioso volontariato che non agisce per potere. Bisogna allora mettersi in ascolto di questa umanità infinita, ascoltarla, lasciarci cambiare per cambiare.
Cosa vorrebbe dire alle donne che ancora non hanno potuto esprimere il loro ruolo?
Di puntare a ciò che ci distingue: il coraggio. Sto lavorando in questo momento con una persona meravigliosa che reduce da un dolore immenso, ha indirizzato e trasformato il suo dolore per la perdita di un figlio in progetti benefici. “Progetti buoni”: raccoglie il cibo che andrebbe buttato via dalle mense o dai mercati generali e portandolo a chi ne ha bisogno ha prodotto economie di scala nella riduzione per la tassa di smaltimento rifiuti che questi cibi andrebbero a produrre. E allora: c'è così tanto da fare in questo mondo così pieno di solitudine al quale possiamo contrapporci solo condividendo, ascoltando.
C'è una carta non giocata, che potrebbe aiutarci?
Certo che c'è ed è lo sguardo femminile. Soltanto se noi sappiamo ripensare la nostra vita e ci lasciamo cambiare potremo migliorarci, migliore il mondo e dare a questo mondo lo sguardo femminile così pieno di amore che ancora – purtroppo - manca.
Lei mette giustamente in primo piano il ruolo etico che possiamo esprimere nel nostro agire. Ma molto made-in-Italy è in realtà “Made-in-China” . E anche lei produce all'estero. Come si è posta il problema di produrre 'etico'?
Per me che ho fatto parte del direttivo del Gruppo Abele di Don Ciotti è un imperativo, quindi mi sono posta il problema, eccome! Ma bisogna fare una distinzione. Anzitutto per alcune delle mie linee dei livelli più alti come Gucci o Monclair io posso garantire lavorazioni al 100% made in Italy. Ma per quei prodotti dove delocalizzare era anche per me necessario, ho attivato partner e sistemi di controllo sulla produzione che mi permettono di monitorare i miei prodotti.
Come, ad esempio?
Glielo spiego: ad agosto sono stata in Cina con i miei figli e sono arrivata senza avvisare nelle fabbriche che producono i miei prodotti per vedere come andavano le cose. Ho potuto ripartire tranquilla, occorre andare a vedere, monitorare, mettere in piedi sistemi di controlli persino in concorrenza virtuosa tra loro, usando ad esempio le Ong sul territorio che devono essere pagate per questo dai produttori.
Quindi il problema è come lo si fa ...
Certo. In Cina producono anche Ikea, Burberry, Ralph Lauren e stiamo parlando di eccellenza. Gli svedesi hanno a cuore il problema dei diritti umani che si sono posti prima di noi e dunque tutto sta nel mettere in campo controlli severissimi. Quello che sta venendo alla luce in Cina è in effetti molto inquietante e c'è il rischio che anche la Cina per poter garantire la sua crescita prima o poi delocalizzi in paesi ancora più poveri come Bangladesh. Ma attenzione anche al Made in Italy...
Cosa intende dire?
Che è già accaduto in Veneto come nel distretto di Prato che la ditta cinese che ti garantisce lavorazioni a chilometro zero e alla quale chiedi di mostrare i contratti, abbia per ogni 20 dipendenti regolari, 80 fantasmi nascosti che magari lavorano di notte su prodotti che poi hanno marchio made in Italy...
Cosa la preoccupa di più come madre?
Mi preoccupa che stanno vivendo in una società che non riesce più a trasmettere speranza e questo conduce solo dentro istinti animali. Mi preoccupa che questi ragazzi viziati, protetti, vestiti bene e col cellulare non sperimentino. Ma questa società non lascia libertà di sperimentare. Tuttavia confido nella loro forza. Il mio primogenito studia negli Stati Uniti, ma si mantiene lavorando alle poste del College: fa pacchi. Uno potrebbe dirmi: ok, ma lui è privilegiato. Bene io penso che il vero privilegio sia lavorare e studiare. L'ho fatto anche io a suo tempo, fu un bene per me e ora lo sarà anche per lui. E' però anche colpa nostra: li abbiamo fatti crescere portandoli magari in vacanza alle Maldive come esperienza. Ma le vere esperienze si fanno lavorando, lavorare fa bene.
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COMMENTI
>>> da N.G. Treviso 11.10.2021
Buongiorno
mi chiamo Nasim, sono uno straniera (Iraniana-rifugiato politico) abito in Italia più di un anno, un anno durissimo senza nessun conoscenza, ho trovato connazionali ma si sono rifiutato di contattarmi a causa della mia situazione.
Abitavo in un capo con 5 ragazze nigeriane , ma una persona mi ha fatto conoscere un posto che dava da mangiare alla gente che dormiva per strada un posto che si chiamava BARANA, dove mi ha salvato, mi sono conosciuta le persone meraviglie e ho richiesto per fare volontariato lì. Cristina-Ornella-Gabriella e gli altri siete gli angeli per salvarmi la vita ma ancora non è finito tramite loro io ho conosciuto un'altra donna ,un dono del Dio (come sempre che lei dice a me), La Marina Salamon una grande l’imprenditrice Italiana che mi ha aiutato tanto di alzarmi, mi ha fidato ,mi ha portato a casa sua, mi ha assunto nella sua azienda, mi ha dato la macchina e adesso mi ha aiutato da comprare la casa…. Non so cosa devo dire, secondo me queste donne sono la mano del Dio nella mia vita, vorrei che potessimo imparare l’umanità da queste persone.
Ho lasciato questo messaggio per ringraziare queste grande donne soprattutto Marina Salamon e anche per ricordare a coloro che stanno perdendo la speranza che Dio è sempre al nostro fianco nei momenti più difficili. Grazie
Nasim G.
Treviso, 11 ottobre 2021
Autore: Corona Perer
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