Forte San Pellegrino e i sentieri della Grande Guerra
A Moena, Perla Alpina per camminare sui sentieri della Storia
La Perla Alpina di Moena offre non solo stupendi itinerari per passeggiate a piedi, in bici o a cavallo ma anche occasioni per fare delle proprie camminata un'occasione di esperienza. Moena è una delle Alpine Pearls italiane che da molti anni lavora al turismo esperienziale.
Il centenario della Grande Guerra ha avuto in Moena una tappa obbligata. Se c'è un luogo nel quale gli eventi bellici hanno sfidato l’impossibile questo luogo è nell’area dolomitica. Durante la Grande guerra a Moena stazionarono per lunghi mesi i soldati: non fu guerra combattuta ma una difesa territoriale, posta su un crinale lungo 200 chilometri che da Moena arrivava idealmente fino a Rovereto.
Una guerra infinita che impegnò i soldati nei lunghi e rigidi mesi invernali ad un lavoro di scavo nella roccia - ancor oggi visibile – per realizzare ricoveri e gallerie dell'artigliera posizionata sulla prima linea italiana. I comandi austro-ungarici non avevano previsto che la guerra si sarebbe combattuta anche sulle cime e ciò richiese ai soldati sforzi disumani, in ambienti fortemente ostili senza ottenere risultati apprezzabili.
Oggi su queste vette si possono ri-percorrere itinerari di grande suggestione, come quelli che portano alle trincee e alle gallerie sulla Cresta di Costabella accessibile da una modernissima seggiovia gestita dalla società Catinaccio Impianti. In Val di Fassa, per sorvegliare l'accesso da Passo San Pellegrino, il Genio militare austroungarico costruì nel 1898 anche Forte Moena.
Se ne coglie ancora la struttura possente a pianta quadrangolare, compatta e massiccia. Fu dotato di due cannoni, due obici, quattro mitragliatrici e anche di collegamento telefonico. Passato sotto il Demanio Militare Italiano fu poi destinato a magazzino. Nel 1927 venne dismesso e venduto a privati, quindi, in parte demolito per recuperarne il materiale ferroso. Oggi il percorso espositivo “Sul fronte dei ricordi” del Museo di Someda a Moena e il Museo della Grande Guerra 1915-1918 di Passo Fedaia consentono al turista di fare esperienza anche di questa importante pagina di storia.
A Moena si racconta l'umanità che si trovò a vivere giorni drammatici nelle trincee di questo fronte estremo. Si vedono uniformi originali, cimeli, si vedono ricostruzioni animate e si odono persino quelli che potevano essere rumori della Grande Guerra 1914-1918: una bomba, un aereo in avvicinamento. Entrarci significa se non capire, almeno immaginare i fatti compresi tra il 1914-18, e come hanno vissuto italiani, austriaci, russi, ungheresi, bosniaci, tedeschi.
Poco più che ragazzi, strappati alle famiglie e buttati dentro un gioco assurdo gestito da generali che poco si preoccupavano della perdita di vite umani. Sappiamo tutti - oggi - che quella fu un autentico macello.
A Passo Fedaia si va oltre. Si sale non solo per guardare ma per sentire cosa poteva significare vivere in quelle condizioni estreme segnati da silenzio e paura, improvvisi allarme ed enormi fragori di bombe. Osservando l'architettura delle gallerie che offrirono riparo dal ghiaccio ai soldati della Grande Guerra, pare quasi di sentire, colpo dopo colpo, persino la solitudine e la disperata speranza di quel lavoro, che li tenne impegnati, li strappò al gelo, e diede loro la speranza che tutto avesse senso.
Occorre salire, guardare e sentire. Perchè osservando l'architettura delle gallerie che offrirono riparo dal ghiaccio ai soldati della Grande Guerra, pare quasi di sentire, colpo dopo colpo, persino la solitudine e la disperata speranza di quel lavoro, che li tenne impegnati, li strappò al gelo, e diede loro la speranza che tutto avesse senso.
Una esperienza vera. Per grandi e anche per i bambini che possono capire a quali privazioni porta la guerra.
Autore: Corona Perer
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