
Moni Ovadia e la memoria
''La verità sul 7 ottobre verrà fuori''.
Moni Ovadia, attore ebreo-sefardita, drammaturgo, scrittore e musicista è chiaro: ''la verità sul 7 ottobre verrà fuori''.
Intervenendo alla commemorazione di Massa Carrara per i morti della Shoah ha avuto parole controcorrente. Citando l'ex ministro greco Varoufakis ha detto: ''..Un popolo occupato ha il diritto e il dovere di ribellarsi agli occupanti. Se poi ci sono stati singoli crimini, andranno giudicati.Sul 7 Ottobre già oggi sappiamo che 400 civili sono stati vittime di fuoco amico, israeliano'' e poi ha aggiunto:
Come ebreo dico che non si può usare lo sterminio della mia gente per giustificare lo sterminio del popolo palestinese. Sarà una catastrofe per Israele.
È dovere oggi inchinarsi davanti alla grande maestà del popolo palestinese, a tanta capacità di resistenza del popolo palestinese, che ha subito ogni forma di violenza.
Ascolta l'intervento di Moni Ovadia > qui
Ovadia afferma che la memoria è anche uno strumento ideologico. "Spesso si ricade facilmente nella retorica, nella vuota celebrazione, nella falsa coscienza. La memoria deve diventare una questione personale. La memoria non è per le vittime, è per i paesi che ospitarono i carnefici. La memoria quindi serve per trasformare una società, che si è macchiata di crimini o indifferenza o di complicità, in una società vigile e attenta.La memoria non è per il passato, ma serve per l'oggi" dice Ovadia. "Prima di essere qualsiasi cosa io sono un essere umano. Dobbiamo custodire e proteggere la dignità dell'essere umano. Dobbiamo tenerci d'occhio". Ed è quindi l'informazione a fare la differenza. "Serve essere sentinelle consapevoli".
"In Italia dobbiamo uscire dalla retorica e soprattutto avere il coraggio di riconoscere gli errori individuali e collettivi. Trovo intollerabile distinguere tra le vittime. Non furono solo gli ebrei martiri del nazismo, ma anche rom e sinti, antifascisti, slavi, soldati italiani, testimoni di Geova. Ciò che viene fatto da un uomo contro un uomo deve rientrare nel progetto della memoria. Io cerco di vedere le tragedie di tutte le popolazioni. Tutto deve entrare nella memoria, soprattutto la sofferenza degli esseri umani. Dobbiamo costruire un'identità di pace collettiva".
Moni Ovadia è nato a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d'artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un "teatro musicale" assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è il "vagabondaggio culturale e reale" del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante.
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