Scienza, Ambiente & Salute

Cinghiale, lupi e lince: il monitoraggio continua

Biodiversità in Trentino

Amato dai buongustai, odiato dai coltivatori: il cinghiale è in grado di esercitare un forte impatto negativo sulle coltivazioni, sia perché si nutre direttamente dei prodotti (castagne, uva, spighe, pannocchie) sia perché può danneggiare indirettamente i campi attraverso l'attività di scavo.

In Trentino il suo propagarsi desta qualche preoccupazione, ma il Cinghiale è l’Ungulato di maggior successo in Italia così come in Europa: la sua distribuzione geografica è in continua crescita così come la dimensione delle sue popolazioni. In Italia, dopo aver rischiato la scomparsa tra le due grandi guerre, oggi la specie conta non meno di 900.000 capi.

C'è invece un solo unico esemplare di lince in provincia di Trento, arrivato  a partire dal 2008, il maschio denominato B132, proviene dalla piccola popolazione svizzera del Canton San Gallo.

Per la gestione dei lupi in Trentino, da quattro anni la Provincia di Trento conduce un attento monitoraggio generico e con foto trappole. I primi esemplari sono comparsi nel 2010. Dopo il primo lupo maschio in alta val di Non, rilevato nell'aprile 2010, nel 2013 si accertò la presenza sul settore meridionale (Monti Lessini, al confine con il veronese) dove si stabilì un lupo maschio radiocollarato in Slovenia ("Slavc") dopo uno formidabile spostamento di oltre 1000 km per raggiungere un altro esemplare di lupo femmina. La coppia ha dato alla luce i suoi primi cuccioli nella primavera 2013 e in agosto è stato possibile documentare la presenza di cuccioli. La fototrappola documenta da tempo tutto il branco.

E intanto si è stabilito che i danni causati dal lupo sono rimborsabili al 100%.
 

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