foto by Depositphotos: Blood films for malaria-parasite
Scienza, Ambiente & Salute
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Morire di Malaria
Povera Sofia, morta a 4 anni, per averla contratta in ospedale. Errore Umano
(fotoDepositphotos) Trento 4.11.2023 - Sofia oggi avrebbe 10 anni. Povera Sofia, ha contratto la malaria in ospedale. Morire da bambini è tragico, morire per un errore umano è atroce. I fatti sono accaduti a Trento nel 2017: Sofia aveva 4 anni.
L'Ansa batteva nel novembre 2017 la notizia che il Ministero della Salute ( a capo del quale c'era la Lorenzin) stava pensando ad un macroscopico errore umano. Il rapporto dei tecnici dell'Istituto superiore di sanità era una relazione tecnica di tre pagine.
Confermato: lo stesso ceppo malarico di una delle due bambine del Burkina Faso che si trovavano al S.Chiara di Trento nello stesso periodo in cui era ricoverata Sofia. Il contagio sarebbe avvenuto in ambito ospedaliero quindi si esclude che il veicolo dell'infezione sia stata una zanzara.
"...se errore c'è stato, si è trattato - scrivono gli inquirenti - di una macroscopica falla nelle procedure, in sostanza un errore umano non facilmente individuabile"
Il che confermerebbe le parole di qualche giorno fa della Ministra Lorenzin. "Possiamo escludere assolutamente che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all'ospedale" aveva detto.
Sofia, la bambina di 4 anni morta per malaria il 4 settembre 2017 è stata fermata da una malattia che è endemica in vaste zone dell’Asia, Africa, America latina e centrale, isole caraibiche e Oceania, con circa 500 milioni di malati ogni anno e oltre un milione di morti, minacciando nel complesso oltre il 40% della popolazione mondiale, soprattutto quella residente in Paesi poveri
Oltre a essere endemica in molte zone del pianeta, la malaria viene sempre più frequentemente importata anche in zone dove è stata eliminata (come l’Italia), grazie ai movimenti migratori, risultando in assoluto la prima malattia d’importazione, trasmessa da vettori, in Europa e negli Usa.
Da che cosa è provocata la malaria? I protozoi in grado di provocare la malaria umana sono 4, tutti appartenenti al genere Plasmodium: Plasmodium falciparum, agente della cosiddetta terzana maligna, la forma più grave che può portare al decesso, P. vivax e P. ovale, agenti di due forme di terziana benigna, e P. malariae, agente della quartana. Un quinto plasmodio, P. knowlesy, che ha come serbatoi alcuni primati, può più raramente causare anche una forma di quartana benigna anche nell’uomo.
La malaria si contrae in seguito alla puntura della femmina di una delle circa 60 specie diverse di zanzare appartenenti al solo genere Anopheles, dopo che questa si è a sua volta infettata suggendo il sangue da un soggetto malarico. Prima che l’Anofele diventi infettante, il plasmodio deve compiere un ciclo di sviluppo all’interno della zanzara stessa, che può durare da qualche giorno a qualche settimana, a seconda della specie plasmodiale e soprattutto della temperatura ambiente.
Seppur raramente la malaria può essere trasmessa attraverso l’inoculazione di sangue infetto attraverso emotrasfusioni, uso di siringhe contaminate, o trapianto di organi infetti. Esiste poi la cosiddetta “malaria d’aeroporto” o “malaria da bagaglio” descritta in soggetti residenti in aree indenni da malaria (come l’Italia), infettati da zanzare trasportate da aeroplani provenienti da zone endemiche.
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LA MALARIA IN ITALIA
Esiste la possibilità di reintrodurre la malaria in Italia? Allo stato attuale delle conoscenze possiamo considerare molto basso il potenziale malariogenico del territorio italiano e indicare come poco probabile la ripresa della trasmissione della malaria in Italia; risulta invece possibile il verificarsi di casi sporadici di malaria autoctona in alcune zone delle regioni centro-meridionali e insulari del paese.
La comparsa dei sintomi dipende da fattori diversi, i cui più importanti sono la specie plasmodiale e la carica infettante. In linea di massima, i sintomi della malaria da P. falciparum appaiono da 7 a 14 giorni dopo la puntura da parte della zanzara infetta e sono di varia natura, (mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e tremori, ecc), comuni, almeno inizialmente, a quelli un’ influenza o ad altre infezioni, ma comunque sempre accompagnati da febbre elevata. La malaria da P. falciparum arriva a essere letale distruggendo i globuli rossi e quindi causando una forte anemia ma soprattutto ostruendo i capillari che irrorano il cervello (in questo caso si tratta di malaria cerebrale) o altri organi vitali.
Infine: come si cura la malaria e quali misure di prevenzione? Esistono a disposizione numerosi farmaci in grado di combattere efficacemente la malaria. Una diagnosi accurata e precoce è in ogni caso la chiave principale per gestire in modo efficace la malattia. Attualmente la pratica diagnostica si basa su due approcci: quello clinico che identifica i sintomi della malattia, e quello volto a isolare e riconoscere l’agente causale, utilizzando test specifici o, molto più comunemente, con osservazioni al microscopio. Una rapida risposta all’insorgenza, con trattamento farmacologico con i farmaci più recentemente sviluppati e dati in combinazione, in alternativa alle monoterapie tradizionali, può ridurre significativamente il numero di morti.
Per chi si reca nei paese ad elevata endemia è indicato un trattamento profilattico con farmaci antimalarici. Non esiste un unico schema profilattico applicabile dovunque; pertanto la profilassi idonea per chi si rechi in zona di endemia, va studiata caso per caso, in base al Paese visitato, al tipo di viaggio e al tempo di permanenza. Sul fronte vaccini, la ricerca non ha ancora prodotto un vaccino effettivo anche se esistono diversi possibili candidati su cui gli scienziati stanno lavorando.
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