
Museion Graffiti
Dal 29 marzo al 14 settembre a Bolzano
(Bolzano 28 marzo 2025 - Corona Perer) - La bomboletta spray è il loro strumento d'azione. I graffitari nel 1951 - quando fu brevettata negli Stati Uniti - non esistevano ancora, ma da lì a qualche anno cominciarono a farne da semplice prodotto di consumo, facilissimo da tenere in mano, la fondamentale componente del loro lavoro. Nasceva una nuova forma d'arte oggi ampiamente riconosciuta: il graffiti writing.
Vissuta inizialmente come vandalismo o deturpamento, questa forma di arte urbana entra per la prima volta in un museo, per la prima mostra del 2025 di Museion. I curatori Leonie Radine e Ned Vena - a sua volta graffittaro - hanno selezionato 60 artisti per raccontare il rapporto tra graffiti e arte contemporanea. La mostra propone quindi una lettura della pratica urbana divenuta paesaggio e linguaggio.
Graffiti è la prima esposizione istituzionale in Italia ad esplorare l’evoluzione dell’uso della pittura spray nell’arte. All'opening c'erano molti di questi artisti, venuti da ogni parte del mondo ed è stato veramente interessante sentire dalla loro voce come la strada e - spesso -i binari di un treno, siano stati il loro primo studio d'artista.
Se la mostra annovera tele e installazioni è perchè poi questi artisti hanno anche deciso di avere un loro vero studio, per replicare le loro opere e strapparle alla naturale impermarnenza del loro lavoro, nato su un muro e negli angoli più disparati di una città. Un modo dunque per strappare le loro creazioni all'azione di altri agenti esterni: dalla cancellatura d'ufficio per ordini superiori o all'intervento di altri graffitari su ciò che loro avevano fatto.
Graffiti (dal 29 marzo al 14 settembre a MUSEION Bolzano) indaga dunque come il linguaggio della città e come la strada abbia influenzato la successiva pratica artistica in studio. Su 1.500 metri quadrati - nei due piani più ampi di Museion - si presentano opere chiave dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri, oltre a nuove opere site-specific.
Questa mostra inaugura il nuovo progetto di ricerca a lungo termine di Museion, incentrato su forme di resistenza gentile e non violenta, e sull'arte come pratica sociale e urbana. risultato di una partnership tra Museion e il Centraal Museum di Utrecht. ''E' la prima mostra della nosra nuova ricerca incentrata sull'arte che resiste alla violenza, vorremmo poter dire che la dolcezza può essere una forza'' afferma il direttore Bart van der Heide.
E dunque le opere realizzate nell’arco di 75 anni, scelte dai curatori, si concentrano sulla loro natura di gesto “outsider” e sulla loro storicizzazione funzionale a documentare l'evoluzione di questa arte che vive in realtà sotto il cielo. E' una mostra piena di strada, piena di vita, piena di istinto. Sono esposte opere di celebri writer degli anni ’80 ed artisti contemporanei che hanno poi portato il muro 'dentro' installazioni vere e proprie.
L'artista e archivista newyorkese Ned Vena (nato nel 1982 a Boston, USA) ad esempio ci ha raccontato che la sua pratica artistica, che è andata molto oltre il muro: è diventata dipinto, scultura, installazione e film. Presentando le opere scelte insieme alla co-curatrice Leonie Radine ha trasmesso la sua passione ma anche una conoscenza archivistica vastissima.
"I graffiti mi hanno aperto la strada dell’arte e hanno al contempo definito il mio modo di vedere le cose. Graffiti è una mostra che presenta opere che non sono necessariamente sui graffiti, ma che, quando le guardo, mi ricordano la mia esperienza con i graffiti” afferma Ned Vena.
I curatori Leonie Radine e Ned Vena (foto cperer)
Graffiti prende come punto di partenza le opere degli anni '50 e '60 di artisti e artiste come Hedda Sterne, David Smith, Martin Barré, Dan Christensen, Carol Rama e Charlotte Posenenske. Si possono trovare opere di vernice spray su tela di graffiti writers fondamentali come Rammellzee, Futura 2000, Blade e Lee Quiñones. Una selezione di dipinti significativi degli anni ’80 e ’90 di Lady Pink & Jenny Holzer, Martin Wong & LA2 e Keith Haring – in cui si combinano graffiti e arte contemporanea – è seguita da esempi più recenti di dipinti spray di Heike-Karin Föll, Michael Krebber e Christopher Wool.
I graffiti digitali di Georgie Nettell dialogano con il fotogramma di una pensilina dell'autobus di Patricia L. Boyd e i Patina Paintings di Karin Sander, tra molte altre opere. Ci sono graffiti writers contemporanei come Kunle Martins e WANTO, insieme a una nuova opera di N.O.Madski in dialogo con le sculture di KAYA.
Ma Museion ha voluto includere anche film e fotografie di Charles Atlas e Manuel DeLanda, nonché numerose installazioni e sculture di grandi dimensioni come i cestini della spazzatura e le centraline elettriche readymade di Klara Lidén, o il New Media Express di Josephine Pryde, un trenino ricoperto di graffiti in miniatura.
Altre tecniche di intervento sulle superfici urbane si ritrovano nella scultura di una serranda di R.I.P. Germain, in una nuova installazione a parete di Matias Faldbakken e in calchi di strada di Alix Vernet.
Mostra piena di vita e di strada, da vedere.
(Corona Perer)
ARTISTI COINVOLTI
Yuji Agematsu, Chantal Akerman, Nick Atkins, Charles Atlas, Lutz Bacher, Martin Barré, Blade, Monica Bonvicini, Patricia L. Boyd, Dan Christensen, Shaun Crawford, Curtis Cuffie, René Daniëls, Daze, Manuel DeLanda, Melvin Edwards, Matias Faldbakken, Heike-Karin Föll, Futura 2000, Keith Haring, Jenny Holzer & Lady Pink, KAYA, Jutta Koether, Michael Krebber, Brad Kronz, Maggie Lee, Klara Lidén, Ilya Lipkin, Colette Lumiere, Kunle Martins, Jeanette Mundt, Georgie Nettell, Armando Nin, N.O.Madski, Clayton Patterson, Charlotte Posenenske, Josephine Pryde, Quik, Lee Quiñones, Carol Rama, Rammellzee, R.I.P. Germain, Matthew "Zexor" Rodriguez, Karin Sander, Seen, David Smith, Dash Snow, Ben Solomon, Hedda Sterne, Emily Sundblad, SoiL Thornton, Alix Vernet, WANTO, Lawrence Weiner, Dondi White, Martin Wong & LA2, Christopher Wool, Zephyr
Autore: Corona Perer
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