Noam Chomsky, conoscenza libertà e manipolazione
Media e informazione - Le dieci regole per costruire ciò che disinforma
(immagine di copertina by Petronilla "Empire of Lonliness) - Noam Chomsky di conoscenza libertà e manipolazione ha scritto molto. Le dieci regole della manipolazione mediatica sono state da lui descritte in un testo profetico. Indubbiamente ci aveva visto giusto. Sono le dieci regole per costruire ciò che...disinforma.
Avram Noam Chomsky, tuttora vivente (è nato a Filadelfia, 7 dicembre 1928), docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, è fra gli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale statunitense e mondiale. Ha scritto di manipolazione e libertà in tempi non sospetti.
''L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell'area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali'' (Noam Chomsky)
Oggi siamo immersi nei mezzi di comunicazione e gettati in un enorme numero di informazioni prodotte in tutte le forme (testi, immagini e video oggi generati anche dalle IA in forme estremamente credibili). In pandemia fummo travolti e questo è uno dei problemi che impone l’utilizzo consapevole dei media.
La quantità e la frequenza dei contenuti dei social network rende difficile distinguere tra le informazioni che presentano un valore per la nostra vita e quelle che hanno la sola funzione di rubarci tempo e attenzione. Internet, mezzi di informazione televisivi, social perseguono il fine di distrarre, colonizzare il nostro tempo e raccogliere i dati degli utenti. Lo scopo è unicamente destinato al commercio. Siamo cioè la materia prima del traffico mercantile.
Ciò limita fortemente la nostra capacità di autodeterminazione. Come arginare il “lavaggio del cervello” ? Dobbiamo spegnere le fonti e accedervi con consapevolezza. Per esempio: destiniamo ad alcune fasi della nostra giornata l'informazione. Dobbiamo in una parola dosarci.
A Noam Chomsky dobbiamo riconoscere il merito di averci messo in guardia dal rischio manipolazione
Riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale (traduciamo: come il linguaggio induce cambiamento sociale), Chomsky è noto per il suo attivismo ed impegno politico, d'ispirazione socialista libertaria. Linguista, filosofo, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, accademico, attivista politico e saggista statunitense è sempre stato una voce libera. La costante e aspra critica nei confronti della politica estera di diversi paesi, in particolar modo degli Stati Uniti, così come l'analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno deg
Nel 2017 gli è stato dedicato un asteroide, il 52270 Noamchomsky. Se lo meritava davvero.
Ecco allora (per chi voglia capire il proprio tempo) come si costruisce la manipolazione della quale siamo tutti vittime. Pubblichiamo qui sotto le dieci regole auree della manipolazione.
Chiamatelo progresso ...se ci riuscite.
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Le dieci regole della manipolazione mediatica
di Noam Chomsky
1. La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell'area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali.
2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato "problema- reazione- soluzione". Si crea un problema, una "situazione" prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3. La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4. La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come "dolorosa e necessaria", ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. È più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che "tutto andrà meglio domani" e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all'idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5. Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di sensocritico come quella di una persona di 12 anni o meno.
6. Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il sensocritico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all'inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurrecomportamenti...
7. Mantenere il pubblico nell'ignoranza e nella mediocrità
Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. "La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8. Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all'individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il "sistema" ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essereumano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
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