
Oberholz, il rifugio a due passi dal cielo
Genio architettonico: Peter Pichler e Pavol Mikolajcak
(Corona Perer - 30 marzo 2025) - L'Oberholz, 2096 metri di altitudine - sulle nevi di Oberegggen - è un rifugio davvero a due passi dal cielo. Arrivando, sembra quasi di vedere tre onde nella neve, sotto la stazione della cabinovia che non ti permettono di capire: poi scendi, capisci ed è solo stupore. L'occhio ha infatti il primo impatto con le tre cuspidi del tetto e sotto si incontra il genio di chi pensa, progetta e fa.
Gli architetti Peter Pichler e Pavol Mikolajcak, avevano vinto il concorso per la progettazione di un nuovo rifugio sulle Dolomiti a Obereggen. E oggi sono un esempio di good-practise che è stato pubblicato in Cina (Dezeen Designboom Mark Magazine) in Russia, Spagna, Germania e anche sul prestigioso Audi magazine Germany.
L’edificio è realizzato con materiali ecosostenibili, situato all’inizio della pista Oberholz e si integra perfettamente nella natura che lo circonda. La struttura a sbalzo cresce dalla collina come un albero steso a terra dal cui tronco nascono tre rami. ''In completa simbiosi con il paesaggio, ciascun ramo è rivolto verso le tre montagne più importanti della zona: il Mendel, il Corno Nero e il Corno Bianco'' ci spiega Pavol Mikolajcak.
Su questi rami curvilinei si sviluppa la tipica forma del tetto a due spioventi, generando al suo interno 3 aree in cui sono distribuiti i tavoli del ristorante, caratterizzate da un atmosfera più intima.
I tre spazi sono chiusi da una grande facciata in vetro che permette di inquadrare le tre montagne circostanti.
L'intera struttura è composta in portali in legno di abete rosso che, posti in continuità, enfatizzano la geometria curvilinea dell’edificio. La distanza fra questi portali è variabile, lo spazio vuoto tra un elemento e l’altro è tamponato con pannelli di legno di abete.
Il connubio legno-cemento rende il tutto semplice, essenziale, elegante.
L'intera facciata esterna è costituito da doghe di legno di larice giustapposte.
Il rifugio è raggiungibile direttamente tramite la seggiovia ad esso adiacente. Una volta scesi ci sono due possibilità di raggiungere il rifugio: tramite un ascensore che conduce direttamente all’interno del rifugio, altrimenti seguendo la strada della pista da sci, che costeggia il rifugio, si passa nella terrazza panoramica che costituisce anche l’ingresso al rifugio.
Al piano terra si trovano gli ambienti principali del rifugio, il ristorante, un piccolo salotto, un bar e la cucina. Inoltre ivi è posizionato un piccolo bar rivolto direttamente all’esterno per il servizio dei clienti sulla terrazza panoramica si in estate che in inverno.
Nel seminterrato sono allocati i servizi e i magazzini e un'area dedicata al personale.
Tutto, come detto, genera stupore.
Ma anche benessere, dato da linee pulite e rigorose. E questo riesce a farti capire che Heidi è certamente stata una bella e dolce creatura, ma l'architettura di un rifugio tradizionale d'alta montagna si è evoluta ed oggi riesce ad essere più armonica e emozionante di uno chalet con i gerani fioriti dove però ...Heidi e il nonno e le caprette che fanno ciao non ci sono: sono solo suggestioni di un tempo andato.
L'architettura contemporanea e le soluzioni progettuali possono restituire all'occhio dell'Uomo la montagna nella sua vera essenza: meraviglia per occhi e anima.
(Corona Perer)
Autore: Corona Perer
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