Scienza, Ambiente & Salute

Orsi, il referendum sancisce la loro pericolosità

Plebiscito in Val di Sole nei 13 comuni al voto: il 98,58% non li vuole più

Domenica 27 ottobre 2024 la popolazione della Val di Sole si è espressa e ha risposto al quesito ritenendo pericolosa la presenza degli orsi. Un ''sì'' che boccia le politiche di questi ultimi anni.

Sulla presenza dei grandi carnivori è stata una valanga di voti contrari: 7731 su 7842, in pratica il 98,58%.

La consultazione popolare era stata indetta dalla Comunità della Valle di Sole ai sensi dell’articolo 9 dello Statuto dell’ente su iniziativa del Comitato Insieme per Andrea Papi che nel luglio scorso, in pochissimi giorni, aveva raccolto 6.173 firme a sostegno dell’iniziativa. Al voto è andato i 63% dei residenti e l'affluenza più alta si è registrata a Terzolas, Rabbi  Cavizzana.

Il quesito era
“Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica ed un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?”

Soddisfatti i promotori con il Comitato Andrea Papi in testa. «Il problema c’è ed è grande come dimostrano anche i recenti episodi registrati nel Bleggio e sul monte Bondone – commenta il presidente Pierantonio Cristoforetti -. Oggi è quasi pleonastico dire che l’orso sia pericoloso».

Ed ora? Ora bisognerà confrontarsi con i temi della Biodiversità e delle politiche ambientali. A partire dalla presa di posizione di Legambiente. “Il risultato emerso dal referendum è frutto di un clima di paura e odio cresciuto  negli ultimi anni e alimentato da politica e istituzioni miopi'' afferma in una nota.
 
''Sul fronte coesistenza uomo-animali selvatici, è evidente che le comunità locali in questi anni
 si sono sentite abbandonate e lasciate sole. Bisogna recuperare il tempo perso e fare rete: l’unica strada da percorrere è quella della convivenza tra uomo e animali selvatici attraverso un approccio scientifico.
Prima pietra migliorare e aggiornare il PACOBACE con dieci azioni preventive” afferma Legambiente che ritiene il risultato emerso dal referendum su orsi e lupi, emblema di una nuova “caccia alle streghe” soprattutto contro gli orsi.

''È evidente che in questi anni - commenta Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente - le comunità locali si sono sentite sole e abbandonate di fronte al grande tema della coesistenza uomo e animali selvatici, ma la paura e l’odio non devono prendere il sopravvento. Tutti sono chiamati a svolgere un ruolo importante: le popolazioni locali che devono adattare il loro comportamento e la politica locale, che tanta responsabilità ha avuto e continua ad avere nella fallimentare gestione di una problematica complessa e che tramite questo referendum sembra uscire invece indenne, che dovrebbe non alimentare divisioni e dividere i cittadini ma lavorare invece per informare le comunità. Lo ripetiamo, l’unica strada da percorrere è quella della coesistenza tra uomo e animali selvatici attraverso un approccio scientifico e un lavoro di rete con le comunità locali, le aree protette, le associazioni del territorio che in questi anni è venuto meno e che non può più essere messo in secondo piano. Serve un piano nazionale che parta dall’aggiornamento e dal rafforzamento del PACOBACE, il Piano d’azione interregionale per la tutela dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali, attraverso dieci azioni preventive che abbiamo sintetizzato nel nostro report Biodiversità a rischio, e che comprendono ad esempio la corretta raccolta e gestione dei rifiuti, la gestione preventiva dei possibili conflitti con le attività ed i comportamenti umani, più campagne di informazione e sensibilizzazione”.

Le proposte non mancano. Legambiente ne indica addirittura 10 e sarebbe interessante vedere se su questi temi potrà scaturire un confronto  sereno ed equilobrato. Legambiente chiede e suggerisce:
1) rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali; 2) Le azioni di dissuasione verso gli animali confidenti (deterrenti, barriere fisiche ecc);
3) più campagne di informazione e sensibilizzazione tra le comunità locali.
4) più attività di monitoraggio dell’orso;
5) una comunicazione trasparente sui casi problematici,
6) il coinvolgimento della comunità locale nella gestione dei conflitti, suddividendo correttamente le responsabilità.
7) La revisione e il monitoraggio dei piani di gestione dei conflitti.
8) Il coinvolgimento dei tecnici e degli esperti della specie nella gestione delle situazioni critiche e nelle decisioni politiche.
9) Il coinvolgimento delle istituzioni, delle aree protette e delle associazioni ambientaliste di tutto il territorio alpino nella governance e nelle strategie per la conservazione dell’Orso e rendere operativo il Tavolo Tecnico promosso dal MASE in coerenza di quanto prevede il PACOBACE.
10) Il finanziamento e la realizzazione di corridoi faunistici.

Vedremo se il dialogo sarà l'altro frutto di questo referendum.

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