Succession Picasso by SIAE 2024 - Foto Gian Maria Pontiroli
Succession Picasso by SIAE 2024 - Foto Gian Maria Pontiroli
Arte, Cultura & Spettacoli

Picasso: ''Poesia e Salvezza''

A Mantova (Palazzo Te) la mostra

5 settembre 2024 - Diceva ''Fare arte è un atto irrazionale''. Del resto Pablo Picasso conosceva bene quel tornado che attraversava la sua anima nell'atto creativo.

"L'Arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità". Sorge da un bisogno, da una spinta non razionale. Un impulso che non può essere frenato che porta l'individuo a mettere a nudo il proprio animo. E' poesia, è salvezza.
(Picasso)

A Mantova, Palazzo Te, è stata inaugurata la mostra ''Picasso. Poesia e Salvezza'' a cura di Annie Cohen-Solal in collaborazione con Johan Popelard

Prodotta da Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Musée national Picasso-Paris e della famiglia dell’artista, l'esposizione – articolata in quattro sezioni allestite nelle sale monumentali di Palazzo Te in dialogo con gli affreschi di Giulio Romano –  presenta al pubblico circa 50 opere del Maestro simbolo del Novecento, tra disegni, documenti, sculture e dipinti, alcuni eccezionalmente esposti in Italia per la prima volta

Pablo Ruiz y Picasso, nacque il 25 ottobre 1881 a Bilbao, destinato a diventare straordinario pittore, scultore e litografo spagnolo, tra i più influenti del XX secolo.

Primogenito di Don José Ruiz y Blasco (1838–1913), pittore di modesta levatura che lavorava come insegnante di disegno alla Scuola delle Belle Arti e conservatore del Museo della città, e di Maria Picasso y López de Oñate (1855–1939), donna di origine genovese dalla quale prenderà il nome d'arte (Picasso), fu snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l'arte contemporanea: con Georges Braque fondò il Cubismo.

La mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza, allestita a Palazzo Te dal 5 settembre 2024 rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2025. Entra perfettamente nel tema della Metamorfosi e, in particolare, al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te dal 1525 al 1535.

Nel 1930, quattrocento anni dopo la realizzazione della Camera dei Giganti a Mantova, Picasso crea una serie di incisioni dedicate alle Metamorfosi di Ovidio.

Emigrato in Francia nel 1900, marchiato dalla polizia e dall'Accademia di Belle Arti come straniero, anarchico e artista avanguardista fino al 1944, Picasso viene inizialmente accolto da un piccolo gruppo di poeti marginali. È nella poesia e nel mondo dei poeti che trova i mezzi per superare gli ostacoli legati alla sua condizione di straniero. L’artista naviga magistralmente tra le molteplici tensioni della società francese utilizzando la metamorfosi come strategia. Diventa quindi, al livello estetico, personale, e professionale un artista-Mercurio che pochissimi critici, soprattutto in Francia, riescono a decifrare.

“Che senso può avere, oggi, dedicarsi alla poesia, un'area apparentemente minore nella travolgente opera di Pablo Picasso? Come spiegare il fatto che, a partire dal 1935, la poesia divenne un altro mezzo di espressione per questo genio che, arrivato in Francia nel 1900, non parlava una sola parola di francese e, quando lo parlò, fu in modo sempre mediocre?'' si chiede la curatrice Annie Cohen-Solal, autrice del libro Picasso. Una vita da straniero (Marsilio).

La risposta a suo dire va cercata ''....nella sua fragilità di straniero in Francia, nella sua sfrenata energia creativa, nella sua empatia verso la gente più emarginata della società, vale a dire verso i poeti, e soprattutto nel suo magnifico genio politico, che gli permise di superare magistralmente gli innumerevoli ostacoli della società francese. Entrato a Parigi dalla porta di servizio, trattato alla stregua di un paria, ed escluso dalle collezioni nazionali per cinquant’anni, Picasso non smise mai di intessere reti di amicizie in tutto il paese, per scegliere, nel 1955, di sistemarsi in Provincia piuttosto che nella capitale, preferendo gli artigiani agli accademici di Belle Arti, eleggendo il Mediterraneo come sua patria e costruendo liberamente la sua fama globale: una risposta sovversiva, in sintonia con la storia di Palazzo Te”.

L’esposizione si apre con la sezione Pablo, Giulio e Ovidio in cui viene presentata una serie di disegni che Picasso ha sviluppato per le Metamorfosi in dialogo con uno straordinario e mai esposto vaso etrusco, in prestito dalla Fondazione Rovati di Milano, dedicato al tema della metamorfosi e al viaggio dell’anima nel mondo dei morti. Si osserva qui la nascita delle invenzioni mitologiche di Picasso come la Caduta di Fetonte, l'amore di Giove e Semele, la storia di Cefalo e Procri, Ercole e Nesso, la morte di Orfeo, Polissena sulla tomba di Achille, Vetumno e Pomona.

Nella seconda sezione Picasso straniero a Parigi… accolto dai poeti si presenta un corpus di disegni, sculture, oggetti e documenti, come il prezioso Diario-Agenda di Guillaume Apollinaire, che racconta il rapporto tra l'artista e un gruppo di poeti che, nella Parigi del primo Novecento, costituivano il nucleo d'avanguardia della città. Max Jacob, di cui sono presenti due ritratti, gli insegna la lingua francese attraverso le poesie di Verlaine e Rimbaud; Guillaume Apollinaire, a cui dedica nell’ottobre 1928 un progetto di monumento visibile in mostra, lo incoraggia nella conquista e nella conoscenza di Parigi; Gertrude Stein, americana espatriata a Parigi, scrive le sue poesie cubiste in dialogo con il ritratto che Picasso le dedica, con evidenti effetti mimetici. La Prima guerra mondiale causa il primo disastro nella vita professionale di Picasso: l’artista diventa una vittima collaterale dell'ondata xenofoba che travolge la Francia. Ancora una volta, è stato un poeta, Jean Cocteau, a offrire la possibilità di firmare un contratto come costumista e scenografo nella compagnia dei Balletti Russi di Sergej Diaghilev.

Nella terza sezione Quando Picasso diventa Poeta: ecco la Salvezza. Si esplora il modo in cui la poesia divenne anche per l'artista una vera e propria pratica creativa che lo salverà dal 1935 in poi, quando attraversa una grande crisi personale e professionale. Scrive in francese, catalano e castigliano, realizzando con i molteplici esperimenti del linguaggio quello che aveva prodotto con la pittura e la scultura: ibridazioni, passaggi e vari incroci punteggiano le sue poesie.

La poesia viene usata da Picasso come strategia suprema per uscire vittorioso da questa vertiginosa impasse. La poesia permette a Picasso di stabilire un fecondo rapporto con l'ispirazione e l'Antico, in un gioco di reciproca simultaneità tra arte e linguaggio.

In questi stessi anni si applica alla rappresentazione delle scintillanti immagini mitiche prodotte da Ovidio nelle Metamorfosi, che ritroviamo in preziosi dipinti come Donna sdraiata che legge (21 gennaio 1939), Sta nevicando al sole (10 gennaio 1934) o il bronzo Metamorfosi I del 1928: esempi dell'effetto salvifico della pratica letteraria.

Nella quarta sezione La metamorfosi vissuta come strategia, attraverso opere di grande intensità visiva, alcune delle quali visibili per la prima volta in Italia grazie a un prezioso prestito da parte della famiglia Picasso, si esplora il modo in cui il tema della metamorfosi influenzi non solo la pratica dell’artista ma anche la sua intimità esistenziale.

Ciò è particolarmente evidente in questa sala che studia il confronto di Picasso con il suo alter ego Minotauro – rappresentato da un grande arazzo in prestito dal Museo Picasso di Antibes che dialoga con una statua in marmo proveniente dal Museo Nazionale Romano – un altro modo per l'artista virtuoso di vagare, sotto mentite spoglie, attraverso la società francese, ispirata all'antichità. Questa presenza simbolica è ancora una volta citata negli affreschi del Palazzo Te, poiché l'unione di Pasifae con un toro inviato dal dio Poseidone è raffigurata nella Camera di Amore e Psiche.

La mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza è promossa dal Comune di Mantova, prodotta e organizzata da Palazzo Te in collaborazione con Musée national Picasso-Paris, con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana, con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, con la media partenrship di Gruppo Editoriale Athesis, con il supporto tecnico di Aermec, in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura.

Il progetto di allestimento e illuminazione e grafica in mostra è di Paolo Bertoncini Sabatini con Andrea Crudeli, il progetto grafico è di Raffaele Cingottini.

La mostra fa parte dell’accordo di collaborazione stretto da Fondazione Palazzo Te, Musei Civici con il Comune di Mantova, e Palazzo Reale con il Comune di Milano, per promuovere le due mostre dedicate a Pablo Picasso.

A Milano, dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale ha infatti in programma Picasso lo straniero, una mostra co-prodotta con Marsilio Arte.

Le mostre di Mantova e di Milano – entrambe a cura di Annie Cohen-Solal, con catalogo Marsilio Arte – nascono dalla collaborazione con il Musée national Picasso-Paris e fanno emergere un Picasso radicalmente sconosciuto, in risonanza con il nostro contemporaneo: il poeta e lo straniero.

Con il biglietto di ingresso della prima esposizione i visitatori potranno accedere all’altra con il ridotto.

www.palazzote.it

 

“Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate
come punti su una mappa e unite con una linea,
il risultato sarebbe la figura del Minotauro”.

Pablo Picasso, Minotauromachia (1935)

foto: www.museupicassobcn.cat

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PICASSO: L'ARTE, UN ATTO IRRAZIONALE
di Corona Perer

Pablo Picasso vedeva arte ovunque anche in tavola. E con l'arte giocava e si divertiva. Era la sua dimensione di vita.
Era capace di fare rapidi e meravigliosi bozzetti sulla sabbia che le onde del mare avrebbero velocemente cancellato.

Celebre questa foto. Picasso sapeva deformare e de-costruire anche se stesso. Scherzava con la vita, ne gioiva, la trasformava in arte.

foto: www.museupicassobcn.cat


La libertà d’immaginazione si sprigiona vigorosamente nell’arte. Sin dall’antichità, sebbene non soddisfi alcun bisogno materiale, è quella forza che porta a compiere un atto estemporaneo senza alcun fine. L'individuo rappresenta le cose come vengono percepite da colui che - senza saperlo - ha già iniziato la creazione di un’opera.
E così accade che l’arte commenta a modo suo la realtà, proiettando in un altrove che aiuta alla comprensione del reale.

Che sia pittura, scultura, architettura, letteratura, musica, danza, teatro, cinema, fotografia o grafica, l'arte consente di creare... immaginando, ed è più importante che ragionare. Ed è quello che spiega anche perchè l’arte non deve essere nè spiegata, nè definita, ma contemplata per quel che è: ovvero quella dimensione capace di farci sentire il reale suscitando emozioni.

E' intuizione, prende forma in qualcosa che ci precede e ci nutre, e ci guida verso quell'io irrazionale che anche noi vorremmo poter esprimere. Hermann Hesse, nel romanzo “Narciso e Boccadoro“, spiega la differenza tra un artista e un pensatore:

"... gli ispirati, i sognatori, i poeti, gli amanti sono quasi sempre superiori a noi uomini di pensiero. La vostra origine è materna. Voi vivete nella pienezza, a voi è data la forza dell’amore e dell’esperienza viva. Noi spirituali, che pur sembriamo spesso guidarvi e dirigervi, non viviamo nella pienezza, viviamo nell’aridità. A voi appartiene la ricchezza della vita, a voi il succo dei frutti, a voi il giardino dell’amore, il bel paese dell’arte. La vostra patria è la terra, la nostra è l’idea. Il vostro pericolo è di affogare nel mondo dei sensi, il nostro è di asfissiare nel vuoto. Tu sei un artista, io un pensatore. Tu dormi nel petto della madre, io veglio nel deserto. A me splende il sole, a te la luna e le stelle…»

L’arte non serve al nostro corpo, ma lo nutre e lo disseta.
Viva la spinta irrazionale e incontenibile che la porta al mondo.
E grazie a Pablo che ce l'ha mostrata in tutta la sua irrazionalità.

(C.Perer)
 


Autore: Corona Perer

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