Venezia: riaperto Palazzo Fortuny
Aprono gli atelier di Mariano Fortuny y Madrazo
Palazzo Fortuny è stato restituito alla città e con la riapertura diventa sede espositiva permanente. Chiuso per i lavori a causa degli ingenti danni provocati dall’Acqua Granda del 2019 e per i necessari interventi strutturali e impiantistici ha riaperto le porte con un nuovo allestimento.
Il Museo Fortuny apre ora il secondo piano dove viene raccontata la creatività di Mariano Fortuny. Un'opportunità unica per presentare al pubblico internazionale oggetti che fino a questo momento erano conservati nei depositi con un accurato e scenografico allestimento su Mariano Fortuny y Madrazo e le sue differenziate attività.
Insieme alle incisioni, si possono osservare anche gli strumenti, tra i quali due torchi di diversa fattura ed epoca, e un secondo focus, non meno affascinante, va ad approfondire ciò che Mariano Fortuny, affiancato dalla moglie Henriette, produce nel campo dell’arte del tessuto, trasformando il piccolo laboratorio creato nel sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei in una delle più prestigiose industrie tessili del primo Novecento in Europa.
Fu peculiarità del marchio Fortuny il ricreare l’illusione degli antichi tessuti operati ricorrendo alla sola tecnica della stampa, riuscendo così a proporre rielaborazioni raffinate di repertori iconografici tratti dalla collezione storica di famiglia e da culture di diversi Paesi. A illuminare la scena è la luce naturale che entra dalle grandi finestre gotiche.
Palazzo Pesaro degli Orfei fu la casa-laboratorio di Mariano Fortuny a Venezia, uno dei più affascinanti, visionari ed eclettici protagonisti del panorama artistico europeo di fine Ottocento e della prima metà del XX secolo, di cui ricorrono nel 2021 i 150 anni dalla nascita.
A Granada, sua città natale, è stata inaugurata la grande mostra “Mariano Fortuny y Madrazo. De Granada a Venecia”. Un evento internazionale che vede la partecipazione e il ruolo di primo piano della Fondazione Musei Civici di Venezia e delle raccolte civiche lagunari. Primo atto delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita del geniale artista, che culmineranno a Venezia con la riapertura e il nuovo allestimento della Casa Museo di Palazzo Fortuny. Granada fu infatti la città di nascita di Mariano Fortuny y Madrazo (Granada 1871 – Venezia 1949) mentre Venezia città di elezione.
Costruito nel Quattrocento, l’edificio è stato ampliato e trasformato nel corso dei secoli. Colpisce subito per l’imponenza della sua facciata sul rio di Ca’ Michiel ma si entra dal campo di San Beneto.
E' architettura veneziana di pregio: ammaliano le due eptafore del primo e del secondo piano nobile, e nelle sue sale si respira una luce speciale.Sviluppato su di un edificio precedente, sorto come fondaco commerciale, presenta interni raffinati, architravi lignei e pilastri in marmo scolpito. Nelle sue stanze si died ero numerose e memorabili feste, tra arredi di grande pregio.
Notevoli le opere d’arte che la famiglia Pesaro vi aveva raccolto e che si potevano ammirare al suo interno: ma verso la fine del XVII secolo la discendenza si divise tra quella maschile dei Pesaro di S.Beneto e quella femminile di Elena Pesaro, ultima erede diretta dei Pesare di S.Stae. Dal 1720 al 1825 circa il palazzo risulta affittato: ospitò tra gli altri la Tipografia Albrizzi, ma anche società musicali come l’ ”Accademia degli Orfei” dal 1786, e poi la “Società Apolinnea” in seguito trasferitasi presso il Teatro “La Fenice”.
Nella seconda metà dell’Ottocento l’edificio venne frazionato in numerosi appartamenti con la conseguente creazione di nuove comunicazioni verticali e orizzontali per ospitare circa 350 persone di umili condizioni. E’ Mariano Fortuny y Madrazo, pittore, stilista, scenografo e designer spagnolo naturalizzato italiano, ad esserne attratto. Arriva in questa bellezza architettonica nel 1898, occupando una enorme stanza posta nel sottotetto dell’edificio (rimasta intatta). Ne fece il proprio studio iniziando passo dopo passo un lavoro di recupero dell’edificio e riportando equilibrio e proporzione.
Dopo un primo utilizzo dedicato alle sue sperimentazioni artistiche e scenotecniche, Fortuny elesse il palazzo Pesaro-Orfei a propria dimora. Installato un piccolo laboratorio nel 1907, assieme alla sua compagna e musa ispiratrice Henriette Nigrin che sposerà nel 1924, trasforma in poco tempo due interi piani del palazzo in atelier per la creazione e la stampa di abiti e tessuti in seta e velluto.
Mariano Fortuny creava mentre Henriette dirigeva il laboratorio curandone la parte più difficile, quella della colorazione. Dopo la morte di Fortuny, avvenuta nel 1949 Il palazzo fu donato nel 1956 al Comune di Venezia per essere “utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte”, com’è espressamente indicato nell’atto notarile; l’amministrazione cittadina di fatto ne ebbe pieno possesso solo nel 1965, data della morte della vedova Henriette.
Nel 1975 divenne museo, e nel corso degli anni centro di attività espositive dedicate alle arti visive, conservando però intatte le caratteristiche di ciò che fu lo studio preferito al primo piano nobile di Mariano Fortuny. Cosi come intatta è la sua preziosa biblioteca ricchissima anch’essa di arredi, di oggetti e di preziosi volumi d’arte e di tecnica.
Dalla raccolta dei dipinti, ai preziosi tessuti che rivestono interamente le pareti, alle celebri lampade, tutto è testimonianza della geniale ispirazione dell’artista tra sperimentazione e innovazione, tutto è testimonianza della sua presenza sulla scena intellettuale e artistica internazionale a cavallo tra ‘800 e ‘900.
(c.perer)
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