Paolo Moiola, i diritti nelle mani di Golia
Un libro necessario (Gabrielli editori)
''Nelle mani di Golia - i diritti dell'uomo fra Stato e mercato (ai tempi della rete)'' è il titolo dell'imponente volume (circa 600 pagine), curato da Paolo Moiola, giornalista trentino che da anni fa la spola fra Torino e l'America latina. Edito da Gabrielli, il libro porta a una constatazione: per i diritti umani oggi c'è troppa teoria e molta retorica.
Diritti dell'uomo a 360°, in ogni loro declinazione possibile, a partire da salute, educazione e lavoro, ma anche, ad esempio, diritto all'informazione, diritti e ambiente, diritti e culture religiose (con particolare riferimento a cristianesimo e islam). Il tutto nell'era della globalizzazione mercantilistica, della crisi sistemica e della rete. Gli Stati Uniti, ad esempio, è il primo paese al mondo dove il diritto all'istruzione e alla salute non sono previsti costituzionalmente. Invece - in base al Secondo emendamento - è previsto il diritto di possedere armi.
Moiola, è nato a Rovereto, dove tutto ricorda Antonio Rosmini, ma del filosofo nelle scuole cittadine quasi non si parla. Eppure è lui che nel 1841 scrisse: "La persona è il diritto sussistente". Dunque, l'uomo in sé coincide con il diritto. Come giornalista che si occupa fin dai tempi dell'università di Sud del mondo, ha sempre avuto un occhio di riguardo per i diritti primari, dalla salute all'istruzione, dalla casa al lavoro.
''In questi anni, mi sono però accorto che questi stessi diritti sono stati ridotti o addirittura negati anche nei paesi del Nord del mondo, a dispetto delle decine di Dichiarazioni delle Nazioni Unite o di altri consessi elaborate su questi temi. Il libro parte da queste premesse" spiega.
Il titolo evoca un'immagine nota, Davide. L'individuo è un Davide senza fionda. Siamo sempre più esposti e fragili.
''La Rete - scrive l'autore - ha globalizzato l'informazione, ma da qui a dire che sia un fattore di liberazione ce ne corre. Delle Rivoluzione arabe si disse che erano state favorite dalle nuove tecnologie e dalla Rete. La realtà che finora ne è uscita risulta però alquanto deludente. Il fatto di avere collegamenti internet, tablets, smartphones e quant'altro, ha aumentato la conoscenza e la consapevolezza delle persone? Non ne sono affatto sicuro. Un esempio: gli abusi nelle fabbriche cinesi della Apple o quelli della Coca-Cola in Colombia o in India. Eppure, la maggioranza delle persone continua a comprare Apple e Coca-Cola senza porsi problemi etici.
Come in tutte le cose, anche per i diritti c'è un'altra faccia, meno conosciuta ma non meno importante. E' la faccia dei doveri. Il dovere nasce quando si riconosce l'esistenza degli altri e quindi di una società. In un'era dominata dalla filosofia individualista e dalla scomparsa dell'idea di "bene comune", i doveri sono diventati secondari e spesso irrilevanti.
In questo l'Italia è maestra. Un esempio: l'assenza del dovere di pagare le tasse, che ha contribuito in maniera determinante a portare il paese nella situazione economica attuale.
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