Arte, Cultura & Spettacoli

Peggy Guggenheim l'ultima dogaressa

Donna affascinante e veramente intellettuale incarnò Venezia come poche altre

Donna affascinante e veramente intellettuale incarnò Venezia come poche altre: Peggy Guggenheim comunica la sua intensità in questo scatto di Man Ray del 1924 che la ritrae giovanissima con un abito di Paul Poiret, con turbante dorato che lei stessa fece disegnare da Vera Sudeikin, allora fidanzata e poi futura moglie, del compositore Stravinskij. La sua fu una vita per l'Arte.

La mecenate americana si era trasferita definitivamente in laguna nel 1949 e da allora fece di Venezia la sua città d’adozione, dopo Parigi, Londra e New York, fino alla sua scomparsa nel 1979, cambiando per sempre la storia della Serenissima. Qui ha lasciato il suo patrimonio artistico, la Collezione Peggy Guggenheim,che racchiude tutti i grandi maestri del Novecento.

Di lei si disse che fu l'ultima dogaressa perciò è tra le celebri dame della mostra in corso a Palazzo Vescovile di Portogruaro “La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento”, aperta fino al 19 maggio 2024. Non si poteva non annoverarla  tra “Le dogaresse del XX secolo” ovvero quelle donne che si distinsero per il patrocinio riservato alle arti, e che diedero lustro a Venezia in un’epoca in cui la Serenissima Repubblica era già decaduta. Titolo assegnato a Peggy Guggenheim, e prima di lei alla contessa Anna Morosini, amica di Rilke, di d’Annunzio e dello Scià di Persia, fino a Marta Marzotto (1931-2016) davvero l'ultima signora veneziana.

Peggy Guggenheim nasce a New York il 26 agosto 1898, figlia di Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin è uno dei sette figli di Meyer Peggy Guggenheim (la famiglia è ebrea e originaria dalla Svizzera tedesca): a fine Ottocento la famiglia crea una fortuna in campo minerario, sia nell’estrazione che nella lavorazione primaria dei metalli e in particolare dell’argento, del rame e del piombo. I Seligman sono una delle maggiori e più importanti famiglie di banchieri americani. Nell’aprile del 1912 Benjamin muore eroicamente nel naufragio del Titanic, durante il viaggio inaugurale dall’Inghilterra agli Stati Uniti.

 

Peggy cresce a New York e nel 1921 si reca in Europa. Sposa Laurence Vail (con cui avrà due figli, Sindbad e Pegeen), e grazie a lui si ritrova presto a frequentare la Parigi bohémienne e gli espatriati americani. Molte delle amicizie che stringe allora, ad esempio con Constantin Brancusi, Djuna Barnes e Marcel Duchamp, dureranno per tutta la vita.

Nel 1938 Peggy apre una galleria d’arte a Londra, Guggenheim Jeune, dando così inizio, a 39 anni, a una carriera che influenzerà significativamente il corso dell'arte del dopoguerra. L'amico Samuel Beckett insiste affinché si dedichi all'arte contemporanea. La prima mostra della galleria è dedicata alle opere di Jean Cocteau, a cui fanno seguito la prima personale di Vasily Kandinsky in Gran Bretagna e, tra le altre, le personali di Yves Tanguy e Rita Kernn-Larsen.

​''Il mio motto era Comperare un quadro al giorno e l’ho seguito alla lettera" disse. "Mi sono dedicata interamente alla mia collezione. Una collezione è impegnativa. Ma è quello che desideravo e ne ho fatto il lavoro di una vita. Io non sono una collezionista. Io sono un museo".

Peggy acquista la sua prima opera, una scultura di Jean Arp, Testa e conchiglia (1933 c.), e nel 1939 decide “di aprire un museo d’arte moderna a Londra”, ma - abbandonato il progetto - torna a Parigi, dove si impegna nell’acquisto di opere per la sua collezione, determinata a “comperare un quadro al giorno”. In un momento storico di grandi difficoltà, acquista alcuni capolavori, come i quadri di Georges Braque, Salvador Dalí, Robert Delaunay, Piet Mondrian e Francis Picabia. Brancusi Nel luglio del 1941 lascia la Francia occupata dai nazisti per ritornare a New York, assieme ai figli e Laurence Vail (con la sua seconda moglie Kay Boyle e i figli), e Max Ernst, che sposerà pochi mesi dopo.

A New York, al numero 30 di West 57th Street, nell’ottobre del 1942 Peggy inaugura la galleria-museo Art of This Century. Progettata dall’architetto di origini austriache Frederick Kiesler, la galleria si compone di spazi espositivi innovativi, che la rendono subito una delle sedi espositive di arte contemporanea più stimolanti di tutta la città.

Nel 1943 offre a Jackson Pollock la sua prima personale (ne organizzerà quattro in totale) e uno stipendio: lo promuove attivamente, vende le sue opere, e gli commissiona opere e così Peggy e la sua collezione svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del primo movimento artistico americano di importanza internazionale.

Nel 1947 Peggy decide di ritornare in Europa, dove la sua collezione viene esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1948, nel padiglione della Grecia, in quel momento ancora afflitta dalla guerra civile. Non solo è la prima volta che in Europa si ha occasione di vedere le opere di artisti come Arshile Gorky, Pollock e Rothko, ma la collezione racchiude opere cubiste, astratte e surrealiste e il padiglione diventa l’esposizione più completa e coerente del modernismo mai presentata fino ad allora in Italia.

A Venezia Peggy acquista Palazzo Venier dei Leoni, un edificio settecentesco incompiuto lungo il Canal Grande, dove si trasferisce definitivamente. Nel 1949 vi espone una mostra di scultura contemporanea. Nel 1950 organizza la prima personale di Pollock in Europa, nell’Ala napoleonica del Museo Correr di Venezia. Espone inoltre la sua collezione a Firenze e a Milano, poi ad Amsterdam, Bruxelles e Zurigo. A partire dal 1951 Peggy inizia ad aprire la propria casa al pubblico, per alcuni pomeriggi alla settimana, dalla primavera all’autunno.

Nel corso degli anni continua a collezionare e sostenere artisti, come Edmondo Bacci, Piero Dorazio, Tancredi Parmeggiani ed Emilio Vedova. Acquista inoltre le opere di Marina Apollonio, Karel Appel, Francis Bacon, Kenzo Okada, Graham Sutherland e altri ancora. Offre a Tancredi uno stipendio e uno studio nello scantinato del palazzo, dedicandogli inoltre una personale, sempre nel palazzo, nel 1954. Nel 1962 viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia.

Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invita ad esporre la sua collezione. Nel 1970 Peggy decide di donare il palazzo e nel 1976 la collezione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim. La Fondazione venne creata nel 1937 dallo zio di Peggy, Solomon, per promuovere la comprensione dell’arte e per costituire e gestire “uno o più musei” a partire dal Museo Solomon R. Guggenheim, che dal 1959 ne ospita la collezione nella famosa struttura a spirale realizzata da Frank Lloyd Wright sulla 5th Avenue di New York.

Peggy muore all’età di 81 anni, il 23 dicembre 1979. Le sue ceneri sono custodite in un angolo del giardino del suo museo. Da allora, sotto la supervisione della Fondazione Solomon R. Guggenheim, la Collezione Peggy Guggenheim è diventata uno dei maggiori musei d’arte moderna al mondo.

Tradizione vuole che ogni anno, il 26 agosto, la Collezione Peggy Guggenheim celebri il compleanno della sua fondatrice con un concerto, nel giardino delle sculture, riservato agli “Amici” e sostenitori del museo.

Palazzo Venier dei Leoni nel corso della vita veneziana di Peggy Guggenheim fu infatti crocevia di personaggi illustri, tra artisti, musicisti, attori e scrittori. E tra di essi non mancò Stravinskij. Diverse sono le testimonianze storiche che legano la mecenate al compositore e alla moglie. Nel settembre del 1957 il compositore fu suo ospite proprio a Palazzo Venier dei Leoni, oggi museo pieno di tesori d'arte del '900.

fonte www.guggenheim-venice.it

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