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Personale sanitario a scuola di umanità

La pandemia e il fenomeno delle aggressioni ai pronto soccorso

di Corona Perer - La notizia di questi giorni è che in molti Pronto Soccorso ci sono aggressioni al personale medico e paramedico e quando le notizie vengono riportate dagli organi di informazione non viene mai riferita la causa scatenante, ma soltanto il fatto in sé: l'aggressione. Ovviamente nessun atto di violenza trova giustificazione, ma vorrei proporre una riflessione che a molti risulterà scomoda e fastidiosa e che scaturisce (purtroppo) da esperienza diretta.

Sempre più spesso verifico che l'era pandemica ha lasciato strutture sanitarie prive di umanità.

Ammesso e non concesso che i medici che si trovano siano gli stessi che un tempo venivano definiti eroi, ammesso e non  concesso che siano persone più o meno in sintonia con le pratiche sanitarie (a cui loro stessi sono stati obbligati), ammesso e non concesso lo stress dovuto al fatto che molti sanitari sono stati esclusi dalla sanità e che quindi carichi di lavoro duplicati se non triplicati si sono scaricati sui colleghi (grazie anche all'assenza di un sindacato che non è più nemmeno degno di questo nome ed è meglio omettere ciò che penso degli Ordini professionali), dico che quando sei costretto a varcare le porte di un ospedale ti trovi in un luogo che prima dava protezione e oggi rischia di fornirti più di una motivazione per sentirti... aggredito. Cadono le braccia.

Ti trovi di fronte al " protocollo", a personale che è più preoccupato di estromettere che non di includere. Ma la cosa si fa più grave nei casi in cui è necessario accedere ad un pronto soccorso pediatrico quando il genitore viene costretto a rimanere solo con le sue angosce e i suoi interrogativi, con un piccolo malato in braccio, perché la persona di supporto sia esso il coniuge, un compagno, un accompagnatore o anche un nonno ... non è ammesso nè nel triage neè nei momenti successivi.

Ma siccome non viviamo più un periodo dove il virus falcidia persone (...semmai in Ps arrivano le morti improvvise di ben altra e misteriosa origine), l'evidenza è che questo sistema è andato in crisi: algido, freddo, disumanizzato. E' diventato privo di empatia.

Credo che la prima operazione che dovrebbe fare un direttore sanitario sia rimandare tutto quanto il suo personale a scuola di umanità.

Poi in qualche angolo di reparto o servizio trovi anche un residuo di resistenti, quelli che sono restati umani, si ricordano che la malattia è sempre uno stato di fragilità che si riverbera anche nei familiari, ma la maggioranza purtroppo ...è andata in pappa.


Autore: Corona Perer

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