Photo: Michele Nastasi
Photo: Michele Nastasi
Arte, Cultura & Spettacoli

Mirad'Or, tra terra e lago l'opera di Daniel Buren

Pisogne, il Lago d'Iseo torna a diventare teatro per l'arte

(Corona Perer) - Un luogo in cui accogliere e condividere il paesaggio e l'arte contemporanea: a cinque anni da The Floating Piers di Christo, il Lago d’Iseo torna protagonista dell’arte contemporanea con Mirad’Or, un nuovo spazio pubblico sul lungolago di Pisogne, che avvia la sua attività grazie ad un progetto che esalta la sua funzione pubblica.

Mirad’Or è infatti fruibile di giorno e di notte da tutti: il piccolo padiglione è una palafitta immersa nel lago commissionata dal Comune di Pisogne, nata da un’idea di Gigi Barcella, progettata da Mauro Piantelli, con la direzione artistica di Massimo Minini: è stato progettato per essere un contenitore di  incontri, tra terra e acqua.

L’edificio, disegnato dall’architetto Mauro Piantelli (De8_Architetti), sorge dall’acqua, in corrispondenza del porto medievale poi divenuto lavatoio pubblico. Le antiche pietre sono ancora oggi visibili a filo d’acqua e sono citate nella lettera “M” del logo di Mirad’Or. La struttura è stata pensata per dare arte sia internamente che esternamente. Gli artisti ospitati potranno lavorare in relazione a questa costruzione appositamente studiata per loro.

"E' una sorta di 'nuvola' bianca appoggiata sul lago quasi a protezione dei resti dell’antico lavatoio che riflette la luce dell’acqua e del cielo, quella luce così unica del lago d’Iseo, la luce perfetta per indugiare” afferma Mauro Piantelli De8_Architetti  che cita il filosofo tedesco Hans-Georg Gadamer per il quale l’essenza dell’esperienza temporale dell’arte sta nell’imparare a indugiare. Mirad’Or è proprio questo, uno spazio pubblico dove la possibilità d’indugiare è amplificata.

Per il debutto la palafitta ospita quattro opere luminose di Daniel Buren, fino al 30 settembre 2021.

Buren (Boulogne-Billancourt, 1938) è protagonista dell’arte concettuale che analizza il rapporto tra l’opera, il suo ambiente e il contesto sociale. L’artista ha accettato di essere il primo ad abitare lo spazio con due grandi dittici: quattro grandi corpi luminosi, visibili di giorno e di notte, fruibili dall’esterno e, per una migliore percezione, preferibilmente da lontano, anche a grandi distanze, come la riva opposta del lago.

Photo: Michele Nastasi

I teli in fibra luminosa esposti a Pisogne mettono in dialogo il motivo a righe verticali di 8,7 cm (cifra stilistica dell’artista sin dagli anni Sessanta), con la struttura che permette all’opera di diventare essa stessa fonte di luce per lo spazio circostante. Buren è oggi uno degli artisti più attivi e acclamati sulla scena artistica internazionale e il suo lavoro è stato esposto in importanti gallerie e musei e in una vasta gamma di siti in tutto il mondo.

Un bel progetto per Pisogne che si affaccia sul Lago d’Iseo, nota per ospitare nel suo territorio le incisioni rupestri dell’età del Bronzo, costruzioni medievali fortificate, come la grande Torre del Vescovo, e affreschi del Quattrocento e del Cinquecento.

E' rinascimentale uno dei capolavori di Pisogne la Madonna della Neve edificata nella seconda metà del XV secolo, affrescata, come la pieve, nel Quattrocento da Pietro da Cemmo e negli anni Trenta del Cinquecento da Girolamo Romanino. Definito da Giovanni Testori la "Cappella Sistina dei poveri", questo edificio è meta di pellegrinaggio d’arte fin dall’inizio del XX secolo. Romanino, grande artista di genio, riesce ad annullare i confini temporali, dimostrando che la grande arte è sempre contemporanea.

''Ci auguriamo che Mirad’Or diventi una tappa irrinunciabile per chi visita il Lago d’Iseo, scoprendo Pisogne, la sua storia, l’arte di Romanino, le tradizioni, e la ricchezza del suo territorio” commenta Federico Laini sindaco di Pisogne . “Siamo orgogliosi di Mirad’Or, un contenitore d’arte, un’opera architettonica, un luogo per tutti, uno spazio aperto a tutti, gratuito dove chiunque possa ammirare le opere esposte, circondato dalla grandiosa bellezza della natura”.

Con Mirad’Or la provincia bresciana conferma di essere meta per l'arte internazionale. In anni recenti ha ospitato importanti interventi di artisti contemporanei: dopo Mimmo Paladino (con il percorso Ouverture a Brescia nel 2016), Anish Kapoor (con il riallestimento della Pinacoteca Tosio Martinengo), Francesco Vezzoli (tra poco in Pinacoteca), ma tutti ricorderanno 5 anni fa l'enorme successo dell’installazione fluttuante di Christo (The Floating Piers).

Ed ora questo magnifico belvedere che  si riempie di pensiero artistico ogni anno.


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)