Plinio il Vecchio, un sapere universale
Celebrazioni per i 2000 anni dalla nascita dello storico
Corona Perer - Il suo fu un sapere universale. Comasco di nascita, Plinio il Vecchio muore in mare, sul Golfo di Napoli, durante l'eruzione del Vesuvio. E' all'apice della sua carriera quando interrompe lo studio ed esce di casa per vedere cosa sta succedendo, attirato dalle suppliche delle donne già spaventate dal cataclisma. Decide poi di andare in mare per vedere meglio e da lontano. Sulla nave cercherà di dare riparo alle prime disperate vittime del fuoco.
In questo 2024 ricorrono i 2000 anni dalla nascita. Plinio il Vecchio passa alla storia per averci raccontato...la storia del suo tempo
il francobollo celebrativo emesso nel 2023
''Vecchio'' lo era per l'epoca. Nato tra gli ultimi mesi del 23 e la prima metà del 24 d.C. muore infatti a 56 anni (nel fiore degli anni si direbbe oggi) in quel famigerato '79 d.C. che cancellò per sempre una città e i suoi abitanti. Ma la sua volontà di raccogliere lo scibile lo rese eterno e quindi senza età, per i posteri.
Comandante di cavalleria, storico, naturalista, grammatico, avvocato, intimo di imperatori, ricoprì cariche di grande responsabilità come quelle di procuratore imperiale e di comandante della flotta più importante del Mediterraneo. Muore - come detto - da Ammiraglio durante una missione delicatissima in un angolo di impero che aveva dato qualche problema alla Roma imperiale.
Il suo interesse per il sapere fu continuo, famelico, mai esausto. Un indefesso ricercatore che con piglio moderno fa ammenda delle possibili lacune del suo lavoro. Ma sa di aver tentato anche l'impossibile: ogni momento della sua vita era consacrato allo studio e a dircelo è un altro Plinio: il ''giovane'', cioè il nipote che dello zio parla a Tacito con orgoglio. Lo adora al punto da arrivare a definirlo un ''protomartire della scienza sperimentale''. Dai fiori alla medicina, dagli animali degli abissi alla mineralogia, tutto interessa a Plinio.
La sua ''Osservazione della natura" è un trattato naturalistico in forma enciclopedica, articolato in 37 libri, dotato di prefazione, indice, e (...magistrale per il tempo) persino di una lista delle fonti. Astronomia, fisica e scienze della terra, geografia, religione e mito, biologia, uomo, fauna e flora, arte... Plinio dedica se stesso a raccogliere quanto era necessario e utile sapere. Ha una grande passione per i rimedi medicinali, critica le superstizioni e la magia in campo medico, guarda gli astri. Nell'ultimo libro compara quanto esiste in natura poi descrive l'Italia come il paese migliore tra le terre del mondo. Era del resto ovvio: come poteva pensarla diversamente un ammiraglio dell'Impero Romano? E dunque come non comprendere l'ammirazione smisurata del nipote?
''Felici gli uomini ai quali gli dèi hanno concesso il privilegio di compiere azioni che meritino di essere scritte e di scrivere cose degne di essere lette. Felicissimi coloro ai quali furono concessi entrambi questi doni. Fra costoro è mio zio'' scrive Plinio il Giovane a Tacito in una epistola.
Grande testimone e narratore dell’età classica, Gaius Plinius Secundus, è dunque una figura cruciale nel processo di sviluppo culturale europeo. La sua ''Naturalis Historia'' è di fatto un grandioso affresco del sapere antico.
In questi giorni è uscito un saggio a più mani: “Plinio in Vecchio. Un sapere universale” (Giunti Editore) che raccoglie interventi e contributi di Gian Biagio Conte, Luca Levrini, Gianpaolo Urso, Francesco Paolo Bianchi, Massimiliano Mondelli. Il volume è stato presentato alla sala Pirelli della Regione Lombardia. L'edizione è stata realizzata su uniziativa della Fondazione Alessandro Volta nell'ambito delle celebrazioni per il bimillenario dalla nascita del grande storico dell'antichità.
Dal lavoro emerge la figura di un uomo ''consapevole del ruolo dell'intellettuale nella sua epoca'' scrive Francesco Paolo Bianchi. Plinio carica su di sè il compito di raccogliere la conoscenza. Dal saggio si apprende anche che la raccolta è spesso episodica se non improvvisata, non articolata scientificamente, ma Plinio ha il merito di restituirci uno spaccato del suo tempo.
''Riteniamo il patrimonio pliniano 'necessario' per ispirare il presente, offrirci utili e concreti consigli per le sfide dell’oggi, in particolare per la costruzione morale, etica, spirituale e civile di ognuno'' commenta Luca Levrini, presidente del Comitato Nazionale e locale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio. ''Leggere questo testo permette di orientarsi verso tale obiettivo, grazie ad una sintesi straordinaria della vita e dell’opera di Plinio il Vecchio, una sintesi che diventa profonda e completa, permettendo al lettore di meravigliarsi ed incuriosirsi per ulteriori riflessioni e letture'' .
In occasione dei 2000 anni dalla sua nascita il Ministero della cultura lo celebra attraverso il “Comitato Nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio” istituito con apposito decreto per promuovere e curare le celebrazioni del Bimillenario Pliniano. Obiettivo principale del Comitato è quello di approfondire ed evidenziare l’influenza dell’opera pliniana sul processo di sviluppo culturale europeo dall’antichità a oggi. Il che significa anche la diffusione della conoscenza della cultura classica.
Ed il saggio edito da Giunti va proprio in questa direzione.
Plinio il Vecchio. Un sapere universale.
autori: Gian Biagio Conte, Luca Levrini, Gianpaolo Urso,
Francesco Paolo Bianchi, Massimiliano Mondelli.
Editore Giunti Milano 2024
Pagine 125, 18 euro
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