Premio Lorenzo il Magnifico a Oliviero Toscani
Assegnato durante la XIII Florence Biennale (arte e design)
Il fotografo milanese Oliviero Toscani, noto in tutto il mondo per le sue campagne di interesse e impegno sociale, per le sue collaborazioni alcune delle più prestigiose testate giornalistiche internazionali, per la sua eclettica attività nel mondo della comunicazione ha ricevuto il “Premio Lorenzo il Magnifico” alla carriera.
Il riconoscimento è stato assegnato durante la “XIII Florence Biennale. Mostra internazionale di arte contemporanea e design” in svolgimento alla Fortezza da Basso di Firenze dal 23 al 31 ottobre 2021. Con Toscani sono stati premiati anche l’artista e attivista inglese Vivienne Westwood e l’artista Michelangelo Pistoletto.
Ricevendo il premio Toscani ha parlato del rapporto tra arte e potere sottolineando che «l’artista ha bisogno di un committente, meglio se intelligente. Perché esiste un legame tra arte e potere. Il potere ha bisogno dell’arte per esprimersi; a allo stesso tempo l’arte ha bisogno del potere per trasmutare la richiesta del committente. Io credo – ha aggiunto – che la fotografia sia rimasta l’ultimo mezzo di espressione che ci mette di fronte alla nostra coscienza. Perché quel che vediamo in un foto dipende da quello che siamo. E spesso l’arte ci fa vedere ciò che da soli non saremmo capaci di vedere».
Negli spazi della XIII Florence Biennale, Oliviero Toscani espone un estratto di 12 foto al femminile dal grande archivio di “Razza umana”, la ricerca fotografica, socio-politica, estetica, culturale e antropologica in atto da 10 anni. Si tratta di un progetto per scoprire l’anima, le morfologie, le espressioni, le caratteristiche fisiche, somatiche, sociali e culturali dell’umanità.
Il “Premio Lorenzo il Magnifico” alla carriera è stato consegnato con la seguente motivazione: "per aver trasformato la pubblicità commerciale in uno strumento di consapevolezza sociale, adottando nella prassi professionale un punto di vista critico ed etico che ha portato e svolte rivoluzionarie nel trattamento dei contenuti della comunicazione presenti nei media di massa. Il suo impegno nella promozione dei diritti umani, delle diversità culturali e di genere, è da sempre una costante che attraversa tutto il suo lavoro. L’impegno civile ed etico di Oliviero Toscani non solo nelle attività pubblicitarie, ma anche nelle esposizioni artistiche, l’editoria, la presenza in programmi televisivi, le conduzioni radiofoniche e la partecipazione militante ad associazioni umanitarie, tra cui Nessuno Tocchi Caino.
Strutturata come un evento internazionale indipendente e autofinanziato, dedicato all’arte contemporanea, dal 1997 Florence Biennale ha riunito a Firenze centinaia di artisti in diverse fasi della carriera e che lavorano con una varietà di media. Nell’ambito di ogni edizione i premi alla carriera per illustri contributi alla cultura sono stati conferiti ad artisti di grande successo, come Marina Abramović, David Hockney, Christo & Jeanne-Claude, Salvatore & Wanda Ferragamo, Gilbert & George, Anish Kapoor, Elsa Peretti, Paula Scher, e Franco Zeffirelli.
Il grande archivio di “Razza umana” è una ricerca fotografica, socio-politica, estetica, culturale e antropologica in atto da 10 anni. Un progetto per scoprire l’anima, le morfologie, le espressioni, le caratteristiche fisiche, somatiche, sociali e culturali dell’umanità.
«Fra tutti i mezzi di comunicazione nessuno è più forte e profondo dello sguardo, perché lo sguardo si stupisce, si commuove, è un giudizio e un esame, ama e odia, è l’espressione della condizione umana ed è, infine, l’immagine della nostra forza e vulnerabilità - spiega Oliviero Toscani.
"Lo sguardo è l’espressione dell’anima. L’unico e vero scopo dell’arte è la testimonianza della condizione umana. Mi sono sempre interessato all’imperfezione umana. Perché all’interno dell’imperfezione umana c’è tutta la creatività possibile, l’arte è il risultato della ricerca della perfezione, alla quale tutti aspiriamo. Mi commuovo di fronte all’unicità di ogni individuo e per questo fotografo gli esseri umani nelle molteplici espressioni. Lentamente ho tolto quello che si chiama reportage. Non c’è bisogno di fotografare la guerra per rappresentare il disastro che compie nella società. Basta guardare due occhi che ti guardano con terrore e capisci cosa è la guerra. Vorrei arrivare a togliere tutta la parte formale ed estetica della fotografia, tutto il virtuosismo dei fotografi che usano trucchi, filtri, colori, post-produzione, sto cercando di fotografare l’anima delle persone, ciò che non è possibile fotografare, l’impalpabile, che non ha una consistenza fisica, è impossibile fotografare l’aria che non sia costruita da un colore, un riflesso di luce, forse è più facile dipingere l’aria che fotografarla. Tuttavia credo che si possa fotografare l’anima attraverso lo sguardo degli esseri umani. L’anima nelle sue fattezze, grandezze, meschinità, bruttezze e bellezze più estreme. La mia ricerca è fotografare facendomi guardare dritto negli occhi».
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