Protonterapia Trento, terapia di frontiera
E' molto indicata per i pazienti oncologici in età pediatrica
La protonterapia a Trento offre una terapia indicata nei casi clinici più complessi, in tumori vicini ad organi o in pazienti di età pediatrica dove il trattamento è particolarmente difficoltoso e delicato.
Il centro di Trento aperto nel 2014 è già un'eccellenza: 300 i pazienti trattati nel 2020, di cui un terzo in età pediatrica. 25 poi sono stati i pazienti provenienti dall’estero, da Austria, Spagna, Grecia, ma anche da Cile, Macedonia, Romania, ecc. a testimonianza di una elevata specializzazione medico-scientifica riconosciuta in ambito globale. Un accordo è stato sottoscritto anche con l'Advanced Care Oncology Center di Al Furjan di Dubai. La protonterapia è molto indicata per i pazienti in età pediatrica, che arrivano a Trento da tutta Italia e non sempre riescono a trovare una sistemazione temporanea adeguata ed economicamente sostenibile.
Per facilitare le famiglie che hanno necessità di accedere a cure (spesso lunghe) l’Associazione 27 giugno Onlus, fornisce servizi di assistenza alle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia di Trento. Le cure sono erogate in regime ambulatoriale e durano, mediamente, cinque-sei settimane: un periodo di tempo lungo, durante il quale i pazienti possono contare sulla presenza e sul sostegno di una rete di enti e associazioni di volontariato, che offrono supporto e assistenza durante il trattamento.
L’Associazione 27 giugno cura l’accoglienza delle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia. Dal 27 marzo 2018, data in cui l’associazione si è accreditata presso l’Azienda sanitaria, ha ospitato più di 100 famiglie (quasi tutte con bambini). Attualmente sono 5 gli appartamenti gestiti dall’associazione: 3 di Itea, 1 di Itas e 2 del Comune (lultimo dei quali assegnato in questi giorni). Entrambi gli appartamenti comunali sono in via Muredei. La concessione, valida per 9 anni, è stata disposta dalla Giunta visto l’aumento delle richieste di accoglienza da parte delle famiglie dei malati oncologici.
Maurizio Amichetti, direttore del Centro di Protonterapia dell’Apss spiega che il centro copre una numerosa serie di patologie, non solo quelle classicamente curate con protoni, quali le patologie a livello della colonna vertebrale, i sarcomi, i tumori neuro-encefalici e della base cranica, ma anche lesioni di organi in movimento quali patologie toracico-polmonari e addominali. «Abbiamo un’esperienza ormai quinquennale che attrae sempre di più anche pazienti che provengono da oltre confine, da paesi europei ma non solo. In questi anni ci siamo anche aperti a collaborazioni nazionali e internazionali con gruppi di studio e grazie alla presenza di una linea sperimentale fissa abbiamo la possibilità di sviluppare progetti in vari ambiti, non solo della medicina ma anche in campo aerospaziale e dei materiali» afferma Amichetti.
Centro di Protonterapia
Il Centro ha iniziato l'attività alla fine del 2014, con il primo paziente adulto; l'anno successivo è stato trattato il primo caso pediatrico in Italia trattato con i protoni. Da allora sono stati trattati nel Centro di Trento circa 300 pazienti all’anno per un totale di 1.453 tra bambini e adulti. Nel corso del 2020, in piena pandemia Covid, l’attività del Centro è rimasta pressoché inalterata, nonostante le procedure siano state riviste per attenersi alle misure previste per la prevenzione della malattia da Coronavirus. Fino a fine novembre di quest’anno sono stati 310 i pazienti trattati, 220 adulti e 90 pediatrici, di cui 52 trentini, 232 provenienti da altre regioni italiane e 25 provenienti dall’estero, in particolare da Austria, Cile, Grecia, Macedonia, Romania, San Marino, Slovenia, Spagna e Ucraina.
Il Centro di Trento è una struttura unica in Italia dal punto di vista tecnologico e uno tra gli oltre 80 centri di protonterapia nel mondo, concentrati soprattutto negli USA, in Europa, in Giappone e in Cina. Il trattamento è particolarmente indicato nei casi clinici più complessi, che includono tumori vicini a organi e strutture sensibili, tumori pediatrici o resistenti alla radioterapia convenzionale, anche in combinazione con la chemioterapia o quale trattamento post chirurgico.
A partire dal 2017, Trento è il primo centro in Europa e secondo al mondo ad aver sviluppato e implementato trattamenti di radiochirurgia con protoni per trattare tumori localizzati in parti dell’encefalo non operabili chirurgicamente. Per i pazienti italiani i cicli di protonterapia sono erogati nell'ambito delle cure previste dal Sistema sanitario nazionale e sono inclusi nei Lea (livelli essenziali di assistenza).
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