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Il flop della maratona vaccinale

Provincia Autonoma di Trento e pandemia

6.12.2021 - Il flop della maratona vaccinale ha prodotto appelli e "amare" constatazioni. Il Presidente della Provincia Maurizio Fugatti voleva punturare 100.000 utenti: la cifra finale ancora non si conosce ma è molto distante dall'obiettivo tanto che la Tgr del Trentino nei giorni scorsi titolava: "Maratona, da traguardo a miraggio".

Il flop ha riguardato soprattutto le prime dosi, che sono state ininfluenti: ci si aspettava almeno 25.000 accessi. Ebbene sono stati 4000.

Occorre porsi qualche domanda e tentare una risposta: in Trentino come altrove è la comunicazione sui vaccini, le bagarre, le risse televisive, la valanga di opinionisti, la contradditorietà delle tesi sostenute, l'assurdità delle norme di contenimento che non sono state centrate. I silenzi e le omissioni (specie sulle reazioni avverse e le morti che anche in Trentino ci sono state)  non giovano nel convincere un bacino di utenti che ha esercitato una facoltà: la libertà di scelta.

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Green Pass: l'autonomia poteva fermarlo?

Secondo il prof. Carlo Casonato, docente di Diritto costituzionale comparato dell'Università di Trento, gli obblighi imposti dal governo sono nei limiti della Costituzione, rispettano cioè tre requisiti essenziali: sono sottoposti al voto del Parlamento, sono proporzionali all'interesse pubblico in tempi di pandemia e sono limitati nel tempo.

Più delicata la questione quando si parla del diritto al lavoro. La Corte Costituzionale italiana ancora non si è pronunciata, ma quella francese sì e secondo il prof. Casonato il licenziamento in tronco sarebbe una misura sproporzionata. "Bisogna ritagliare le misure meno lesive delle libertà, dei diritti delle persone mantenendo forte però l'attenzione all'interesse pubblico, che in questo caso significa non far diventare veicolo di contagio le persone che lavorano a contatto con altre persone".

Si è detto sopra che il Green Pass risponde ai  tre requisiti essenziali: voto del Parlamento, interesse pubblico e inoltre sono limitati nel tempo. Cioè provvisori. E così la domanda in bocca a molti è questa: ma una regione autonoma come il Trentino Alto Adige che si ritiene avanguardia in molti settori non poteva varare norme transitorie? Tutto in fondo dovrebbe finire il 31 dicembre con la fine dell'emergenza sanitaria (che  emergenza non è più e basta vedere i numeri di questo ultimo mese rispetto allo stesso mese del 2020). La domanda però resta senza risposta: secondo Fugatti l'unica via per uscire dalla pandemia è il vaccino ed il green pass proprio a questo serve, ormai è chiaro a tutti.

C'è da dire che quello dei tamponi è anche un bel business, finora in mano ai farmacisti che starebbero facendo affari d'oro. L'Apss ha quindi deciso di entrare nella diagnostica autorizzando l’Azienda sanitaria ad offrire il servizio di tamponi rapidi a pagamento fino al 30 novembre 2021, prorogabile in caso di necessità. Una decisione mirata a permettere ai lavoratori dei servizi ritenuti essenziali di effettuare il tampone presso le sedi Apss. Per aumentare la capacità di tamponi, l’Azienda potrà coinvolgere, fuori orario di servizio, il proprio personale dipendente.
 

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