foto: Strada del Vino Trentino
foto: Strada del Vino Trentino
Viaggi & Reportages

La diversità in Valle di Cembra

Un territorio entrato nel registro nazionale dei Paesaggi Rurali Storici

Nel Trentino orientale, l'uomo ha coltivato e ricamato il territorio. E' la Valle Di Cembra che nel 2020 ha visto gli sforzi coronati da un risultato storico: l'iscrizione nel “Registro nazionale dei paesaggi rurali storici”. La candidatura avanzata dal Comitato Viticoltura in val di Cembra-Vivace, è stata accolta con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. L'iscrizione ha rappresentato un importante riconoscimento per uno dei paesaggi rurali più rappresentativi del Trentino.

Percorsa dal torrente Avisio, che nasce in Marmolada, e spazzolata dall'aria fresca che scende dalla Val di Fassa e dalla Val di Fiemme, questa terra produce uve di gran qualità, un frutto che diventa eccellenza (il Muller Thurgau), insieme all'altra risorsa: il porfido, detto anche Oro Rosso. La roccia non è ininfluente nella viticoltura: anzitutto è la caratteristica prima del terreno e poi confluisce (sempre per mano dell'uomo) nei terrazzamenti,  oltre 700 km di muretti a secco in cui il porfido si intreccia con l'agricoltura. Il suolo porfirico della Valle di Cembra è adatto soprattutto per la produzione dei vini fermi ma anche il Trentodoc sta dando grandi risultati.

In un momento storico in cui il mercato degli spumanti in Italia sta godendo di un importante fermento, merita un focus la produzione di spumante Trentodoc nel territorio specifico della Valle di Cembra, dove in risalto vi è l'eccellenza che celebra la nostra storia enologica, all'interno di un terroir che differisce dal resto della denominazione: un paesaggio alpino, una valle montana di viticoltura eroica. La combinazione di terroir unico, microclima favorevole e una lunga storia nel settore vinicolo contribuisce a conferire alla Valle di Cembra una personalità enologica speciale, distinguendola dal resto del Trentino.

La Valle di Cembra è rinomata per i terrazzamenti collinari che favoriscono la coltivazione della vite. Questa combinazione di elevazione, esposizione al sole e microclima montano contribuisce alla produzione di uve di altissima qualità, ideale per gli spumanti Trentodoc. Una viticoltura "in verticale" che si estende anche oltre gli 800 m slm, areale con i vigneti tra quelli più in quota di tutta la denominazione.

L'altitudine e la vicinanza alle montagne influenzano le temperature nella valle: le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono molto significative, contribuendo alla maturazione graduale delle uve, mantenendo acidità e freschezza. La valle beneficia inoltre di una buona ventilazione grazie alla conformazione geografica e alla presenza delle montagne circostanti. Le precipitazioni, distribuite durante l'anno, contribuiscono all'equilibrio idrico delle viti. I vigneti sono spesso orientati in modo da sfruttare al meglio l'esposizione al sole. Questo aiuta nell'ottimizzazione della fotosintesi e nella maturazione uniforme delle uve.

Le colline ripide costringono  coltivazioni manuali per cui anche qui, come a Pantelleria, la viticoltura è definita eroica: chiede costanza, fatica, non può essere meccanizzata. E questa è la sua fortuna. Fatica e amore sono parte della straordinaria qualità dei vini della Valle Di Cembra.

 

Nelle Motivazioni dell’iscrizione del paesaggio dei vigneti terrazzati della val di Cembra nel “Registro nazionale dei paesaggi rurali storici” si leggono comunque parole molto confortanti.

"Il paesaggio della Valle di Cembra - riporta il documento - si estende su una superficie di 2.243 ettari, di cui il 30% destinato alla viticoltura terrazzata. La storia della Valle di Cembra inizia in epoca preistorica ma è a partire dal periodo medioevale che l’economia locale inizia a basarsi sull’attività vitivinicola con il rimodellamento delle pendici montane a fini agricoli. Grazie alla particolare vocazione dell’area alla coltivazione della vite, è stato possibile nel corso dei secoli dare vita ad una radicata cultura enologica che garantisce, ancora oggi, la produzione di vini di alta qualità mantenendo le caratteristiche del paesaggio storico.

"La presenza delle storiche cave di pregiato porfido rosso - si legge ancora nelle motivazioni del Ministero - ha contribuito a ridurre i fenomeni migratori, assorbendo a partire dalla seconda metà del XX secolo molta manodopera; ciò ha garantito il mantenimento dell’attività vitivinicola tradizionale che è diventata parte complementare dell’attività lavorativa continuando a costituire parte fondamentale della cultura e dell’identità della popolazione locale. L’area iscritta occupa la parte inferiore della Valle di Cembra ed è caratterizzata da una diffusa presenza di vigneti organizzati in stretti terrazzamenti sorretti da muretti a secco, allevati secondo la pratica tradizionale della pergola trentina. Nonostante i fenomeni di abbandono, l’area risulta ancora oggi caratterizzata da una buona integrità, che la pone nella VI classe di integrità del paesaggio storico".

Nonostante le difficoltà legate agli elevati costi di produzione, vi è una forte sensibilità da parte delle popolazioni locali e una grande professionalità da parte delle cantine come la pluripremiata Villa Corniole che per la produzione di Trentodoc seleziona i vigneti che sorgono esclusivamente su terreno calcareo-gessoso, caratteristica che in Valle di Cembra si riscontra solo nel comune di Giovo, dove si trova la cantina. Il Monte Corona rappresentala migliore zona in assoluto per la produzione delle nostre uve destinate allo Spumante Trentodoc.

Cosa assaggiare allora? Suggeriamo il Salísa Trentodoc che nasce come bollicina dal carattere femminile. ''La nostra è un’azienda prevalentemente fatta di donne, in un mondo dove la figura della donna è ancora relativamente marginale - ci racconta la propretaria di Villa Corniole. ''Il nome Salísa è ideato dall’incrocio dei nomi di tre membri del nostro team di famiglia: Sara, Linda e Sabina, nonché figlie dei titolari e figure chiave per l’attività aziendale. Il loro coinvolgimento nell’attività è stato fondamentale per decidere di dedicare loro la nostra linea di spumanti, con lo scopo anche di esaltare il ruolo stesso della donna nel mondo del vino. Dall’attenzione per la qualità, alla cura dei particolari, Salísa è emblema di eleganza, carattere e femminilità''.

Villa Corniole produce spumanti secondo il Metodo Classico Trentodoc. ''La fortuna di poter accogliere in cantina uve con piena maturità in fase di vendemmia, unite a una sorprendente elevata acidità, ci consente di valorizzare al massimo le nostre basi Chardonnay e Pinot Nero. Questa ricchezza naturale ci svincola dalla necessità di ricorrere a dosaggi eccessivi, preservando così l'autenticità del nostro stile "verticale". Tre, al momento, le tichette che esaltano la purezza delle uve e la quintessenza del  terroir''.

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)