Tetto di zinco per il Sacrario di Castel Dante
Realizzato dalla ditta veneta Zintek che annuncia 3 milioni di investimenti green
Il Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto, uno dei luoghi più significativi di Rovereto, sorto in ricordo delle vittime della Grande Guerra in Italia, ha un nuovo tetto: è in laminato zinco-titanio, lo "zintek" un sostituto naturale del piombo. Le opere, iniziate nel gennaio 2019, hanno subito l’interruzione per emergenza sanitaria e sono state terminate con un anno di ritardo.
Il tetto è stato realizzato dalla Bordignon Group, azienda specializzata nella zincatura a caldo con headquarter nel Vicentino e sedi staccate in provincia di Trento e Pordenone, che annuncia un massiccio investimento di 3 milioni di euro per il risparmio energetico e la riduzione dei consumi di combustibili fossili: un impianto fotovoltaico, linee di controllo dei consumi, un innovativo impianto di forno ibrido tra gas ed energia elettrica.
L’investimento porterà ad riduzione stimata di oltre 800 tonnellate annue di anidride carbonica. Il ceo, Michele Bordignon commenta soddisfatto: “Anche un settore energivoro come la zincatura può recitare la sua parte per ridurre l’inquinamento globale”.
19 luglio 2024
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IL RESTAURO DI CASTEL DANTE
(ottobre 2020 - C.Perer) - Il Sacrario di Castel Dante dedicato ai Caduti di tutte le guerre, è la sede del Memoriale della Grande Guerra, che momentaneamente era stat ospitato al Museo Storico di Rovereto.
Il monumento, presentava tre aspetti critici: la cupola, i serramenti e le terrazze danneggate da infiltrazioni di acqua piovana. L'azienda veneta Zintek srl che ha realizzato la nuova coperutra ha sede a Marghera.
Costruito nello stesso luogo dove c'era il vecchio cimitero di guerra e sulle rovine del castello medievale dei Signori di Lizzana, ospita le salme di 20.280 soldati della Prima Guerra Mondiale, di nazionalità italiana, austriaca, ceca, slovacca e ungherese. E forse non tutti sanno che è più noto agli Slovacchi che agli italiani, che qui vengono in pellegrinaggio, riconoscendo ai loro eroi - caduti in Trentino - il compito di aver dato origine alla loro nazione.
É stato edificato negli anni 1932-36 a cura del Comitato Onoranze delle salme dei caduti di guerra. La sua gestione dipende dal Ministero della Difesa. Il progetto, a firma dell’architetto Fernando Biscaccianti (Urbania 1890-Bologna 1963), all’epoca docente di architettura alla Regia Accademia delle Belle Arti di Bologna.
L’opera ha avuto una gestazione lunga e difficoltosa, iniziata nel 1929, con la redazione di varie proposte progettuali. La soluzione finale fu quella di un possente manufatto a forma semicircolare, impostato su un alto basamento composto di due gradoni terrazzati destinati ad accogliere al loro interno le spoglie dei caduti in loculi disposti nello spazio murario dei due ordini di gallerie. Centrale il ruolo del grande salone sotto la cupola concepito largo, solenne e sobrio, così da soddisfare le esigenze delle grandi funzioni e glorificazioni e che ospita, in due arche di marmo grigio che si fronteggiano, le salme dei martiri roveretani Fabio Filzi e Damiano Chiesa.
La costruzione è stata ultimata nell’aprile del 1937 ed il monumento è stato inaugurato il 4 novembre del 1938.
Il recentissimo restauro ha visto la sostituzione integrale del manto di copertura con uno analogo in lamiera di zinco-titanio, appoggiato su tavolato ligneo con intercapedine ventilata. Si risolvono così le infiltrazioni di acqua piovana che avvenivano ormai da tempo sia dalle terrazze. Il laminato in zinco-titanio dello spessore di 7/10, è stato scelto non solo per la garanzia di durata nel tempo ma anche per il colore opaco che assomiglia molto a quello del piombo originario.
"É stato sagomato sulla cupola lungo i meridiani e posato con il sistema di giunzione ad aggraffatura doppia. Questo sistema si adatta bene a molteplici forme architettoniche comprese le cupole" spiega la ditta Zintek di Marghera. Il lavoro del lattoniere è stato cruciale, una figura di fondamentale importanza nel mondo dell’edilizia, un artista più che un artigiano. La realizzazione di una copertura, come quella di Castel Dante, richiede esperienza e una professionalità unica come quella del lattoniere.
Fondamentale è stato il rapporto con la Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma di Trento, con il soprintendente dott. Franco Marzatico, l’arch. Valentina Barbacovi e la geom. Flavia Merz tecnici funzionari dell’Ufficio Beni architettonici e con il Ministero della Difesa – Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, in qualità di proprietario del sito monumentale.
Il Sacrario di Castel Dante è uno dei primi monumenti di Rovereto che si intravvedono dalla A22 ed è ben riconoscibile in tutta la Val Lagarina. Sorge sul luogo dell'antic Castello medievale e a fianco del colle che ospita la Campana della Pace. Dal sacrario parte la Strada degli Artiglieri e tutto il compendio ambientale gronda storia.
A Rovereto si dice "l'Ossario" oppure "Castel Dante" senza neanche farci troppo caso. La località deve il suo nome ad una leggenda secondo la quale il sommo poeta fu intorno al 1310 ospite del castello dei Castelbarco di Lizzana e di cui ancora restano sulla stessa altura alcuni ruderi. Il pennone portabandiera è a pochi metri da un vecchio rovere che ricorda il simbolo araldico della città.
Maestosa la gradinata che conduce al portale monumentale, e all’ampia sala luminosa sormontata dalla cupola, dove sono poste le are di Fabio Filzi e Damiano Chiesa. L'apertura centrale circolare dà luce alla cripta e sul punto centrale, attorniato da possenti colonne, è posto il busto di un comandante della Prima Armata italiana che arginò l'offensiva austriaca del 1916, G. Pecori Girardi ma che gli storici hanno fortemente messo in discussione. Una lapide davanti a cui arde una lampada perenne, ricorda le medaglie d'oro della Legione trentina e attorno ad uno spoglio altare troviamo la Via Crucis in bronzo dello scultore G. Castiglioni.
Le spoglie sono estattamente 20279. Tutti uomini caduti della guerra 15-18. Di questi 11.455 militari italiani, 151 della Legione cecoslovacca che combattè al nostro fianco e 8673 austroungarici raccolti dai vicini cimiteri di guerra.
Il sacrario ricade nel territorio del ex-comune di Lizzana, oggi frazione, in località costa Violina. Il piazzale è il terminale della "strada degli artiglieri" che conduce a Costa Violina, un tratto di 2 km lungo il versante a monte che contiene 102 lapidi bordo strada degli artiglieri decorati di medaglia d'oro al valor militare dalle guerre risorgimentali in poi. E ai margini della strada di accesso sono visibili alcune opere militari: delle trincee perfettamente conservate.
Il Sacrario di Rovereto è proprietà demaniale dello Stato e dipende dal Commissariato Generale Onoranze ai Caduti di Guerra. Se si va sul sito del Ministero della Difesa ci si rende subito conto di una stranissima anomalia che può sembrare bizzarra. Per avere informazioni bisogna chiamare Asiago, provincia di Vicenza. Proprio così: il numero è lo 0424-463088.
Alternativamente si può scrivere una mail: sempre ad Asiago.
Eccola: asiago@onorcaduti.difesa.it
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