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Rijeka, port of diversity

La Capitale Europea della Cultura 2020 è il luogo dove la diversità è ricchezza

Rijeka, port of diversity. Non poteva esserci un modo migiore per definire la Capitale Europea della Cultura 2020 come il luogo dove la diversità è ricchezza.

Rijeka è ''port of diversity'' perchè città di Mescolanze (parola chiave del progetto Capital Culture): questa città conta 22 diverse etnie.  Quella italiana è la maggiore, ha scuole proprie sovvenzionate dal governo italiano, un giornale in lingua italiana, un centro di cultura. La bandiera italiana - accanto a quella croata ed europea – sventola dal balcone di Radio Fiume da dove si sono affacciati per i loro comizi molti rivoluzionari.

 

La storia industriale di Rijeka è passata tra due cantieri navali e la fabbrica del missile Torpedo inventato proprio qui. Carne e carta erano gli altri due tradizionali business della città che oggi è anche meta di turismo sanitario: qui ci sono molti dei migliori studi dentali della Croazia, ma anche ambulatori di chirurgia estetica.

Il Porto di Rijeka è snodo cruciale per la distribuzione delle merci verso l'Europa e gioca il un ruolo di piattaforma internazionale. Ne ha un po' risentito l'Italia per le tariffe speciali praticate ai diportisti che hanno fatto arrivare qui gli yacht dei nababbi.

Uno dei simboli Rijeka2020  - Capitale Europea della Cultura il Galeb è  la nave del Maresciallo Tito ormeggiata al porto, trasformata in museo perchè questa è una città che ha vissuto talmente tanta storia da essere il naturale deposito di tante diversità.

Il recupero dell'antica area portuale è il cuore del progetto Rjieka20/20. Il Galeb era la casa mobile del Maresciallo Tito, una nave nella quale incontrava la diplomazia internazionale e i regnanti dell'epoca ma anche la mondanità dell'epoca: dalla Lollo alla Loren da Churchill a Gandhi ospitati alle isole Brioni, l'arcipelago di 14 isole di fronte a Pola che era il buen retiro del Maresciallo.

Costruita nel 1938 come Banana-Boat,  la nave portava la frutta dall'Africa all'Europa. Divenne nave della Marina Militare italiana nel 1945, durante l'occupazione tedesca venne destinata al posizionamento di  mine marine, nel '47 con la liberazione di Fiume diventa una nave scuola ed è dal '53 al '79 che diventa la Tito-Ship, la casa mobile del Maresciallo. Venduta ad un magnate Greco che la riportò a Rjeka per restauri, ma non pagò il conto, e quindi fu trattenuta e requisita dalla municipalità.

"Dopo i restauri sarà parte del City-Museum per Rijeka Capitale Europa Cultura 20/20. Vi troveranno posto un ristorante, il cinema,  installazione artistiche e a lavori finiti tornerà nella posizione centrale del porto accanto all'Hotel Marina una nave trasformata in hotel" ci spiega Andrea Blazevic che segue la comuncazione di Rijeka20/20."Il Galeb sarà la parte galleggiante del Contemporary Museum of Art che sta sorgendo vicino alla stazione, recuperando antichi edifici dismessi".

Se il  '900 con le due guerre mondiali e poi la dolorosa pagina della Guerra dei Balcani sono stati gli ultimi strappi della storia (con un conto salato di almeno a 30-40.000 vittime ), la città che conta oggi 128.000 abitanti, 200 mila con i dintorni, si presenta al mondo come un luogo aperto e tollerante dove i diritti di gay e lesbiche sono stati riconosciuti molto prima che negli altri paesi europei, dove l'ecumenismo e pacifismo battono forte, dove c'è la moschea ritenuta la più bella d'Europa ed un gran numero di matrimoni misti. E' la città che ha fatto da porta di penetrazione per i primi fermenti rock, dove ci sono spiagge e cimiteri per gli animali, dove si tiene ogni anno un Carnevale che è la quinta stagione dell'anno: tutti costruiscono la proria maschera e decine di migliaia di visitatori arrivano in città. Il Carnevale richiama 180 gruppi internazionali e oltre 10.000 persone.

Naturale che la città sia piena di contrasti proprio perchè la differenza è la sua cifra e così i grattacieli di epoca comunista convivono con i resti Romani.

Sulla collina di Trsat che fu il nucleo fondativo, oggi si visita il castello medievale dei Francopani a pochi passi dal santuario mariano venerato da Papa Woytjla (Fiume è città di forte tradizione cattolica). A poca distanza c'era il comando dell'esercito jugoslavo, oggi trasformato in campus universitario.

Hanno puntato  sul concetto di differenze e mescolanze gli autori del progetto per Rijeka2020 "Port of diversity". Rileggendo la storia del '900 legata al porto, alla guerra, alla rivoluzione industriale, è stato elaborato un "panel" che mira alle restituzioni, al recupero e riconversione di tanta parte della città. Questa città cosmopolita è naturalmente predisposta alla Pace. Nel 2001 è stato aperto il Most hrvatskih branitelja (Ponte dei Difensori della Patria).

il Most hrvatskih branitelja (Ponte dei Difensori della Patria)

 

La visita alla città può partire proprio dal Most hrvatskih branitelja (Ponte dei Difensori della Patria) dedicato alle vittime dell'ultima guerra dei Balcani tra '91 e '95. Lasciata l'auto al parcheggio Delta, che si affaccia direttamente sul porto e sulla vecchia Fiumara nella parte est della città, si imbocca il cuore cittadino con il suo Korzo di stile asburgico, tra palazzi di impianto turco, veneziano e architetture del regime comunista. E' il cuore commerciale di Fiume, la passeggiata dove si assapora il mood mitteleuropeo e dove si sente qualcosa che è anche molto italiano.

Una torre del IX secolo, ricostruita nel 1300 nel centro storico instile romanico-gotico, è sul punto di parenza del Decumano Maximus e l'Arco Romano, che ancora resiste tra i nuovi palazzi, ricorda la dominazione dei Romani che si insediarono sulla collina dell'odierna Trsat,
In piazza Koblera il contrasto tra passato e presente è evidente: c'è la torre dell'orologio di Leopoldo I d'Asburgo l'imperatore che costruisce palazzi di stile viennese e apre la città facendone un grande mercato. E c'è l'architettura fredda comunista, vecchio e nuovo  si incontrano al centro nella fontana dominata da due macine. 

Salendo di pochi passi si arriva alla cattedrale di San Vito patrono della città che custodisce un crocifisso miracoloso, che avrebbe sanguinato alla pietra che gli fu scagliata da un ubriaco senza Dio.

Da qui parte anche uno dei numerosi tunnel sotterranei costruiti per scopi militari. E' il TunnelRi, risalente alla seconda guerra mondiale, costruito tra il 1939 e il 1942, lungo 330 m,  riaperto di recente al pubblico.

 

Il TunnelRi Collega la parte alta della città con quella più bassa che sfocia nel quartiere delle monumentali scuole italiane. Lungo il percorso, l'emozione di sentire i rumori della città: i gabbiani, il porto, gli scaricatori, le navi in lontananza. E' interessante percorrerlo: sembra di entrare nelle viscere di Fiume, città piena di sorprese come tutte le città di mare che sono state approdo di culture diverse.

Una volta giunti in piazza di Adriatico si arriva anche al cospetto di un grattacielo modernista che pare sia  stato finanziato da Al Capone, con una linea occculta New York-Fiume. Qui si affaccia anche uno dei palazzi più importanti di impianto ottocentesco: quello della compagnia di navigazione Hydrolinea che detiene il monopolio dei trasporti navali. E' la parte finale del Korzo, luogo dello shopping, con il monumentale palazzo di Radio Rijeka.

La città è ben servita da un ottimo servizio di trasporti pubblici, i taxi sono molto economici e nel raggio cittadino di 6 km costano circa 20 kune a corsa (poco più di 3 euro). Tra gli edifici monumentali va citato il Teatro Nazionale, attualmente in fase di restauro, costruito a fine 1800 ed inaugurato il 3 ottobre 1885 con la rappresentazione dell'Aida. Ce ne apre le porte la direttrice Tamara Sanko Ajdini e ci racconta delle stagioni importanti di opera, concerto e balletto che qui si tengono.

"La platea è stata rifatta interamente nel rosso cardinale che era stato scelto dai costruttori" spiega e poi ci indica il tesoro del teatro: il soffitto dipinto dai fratelli Klimt con l'allegoria delle Arti. "Gli ornamenti sno dell'italiano Augusto Benvenuti. Inizialmente aveva 1500 posti, oggi ne conta circa 670, e la stagione che sta per partire 2018/2019 richiama al tema di Fiume città della cultura: Praticare la diversità" siega la direttrice.

 

Dal teatro inizia la via dei mercati coperti: una meraviglia tra fiori, frutta, verdura, carni, pesce e latticini. Non bisogna farsi mancare una passeggiata nel colore e nel calore popolare che questi mercati emanano, con i loro odori, le tipicità, la gente che si incontra e sosta per fare due parole. Questa è anche la zona più prossima al porto e dove si può mangiare con 10/15 euro.

Alla Trattoria "Buffet Fiume" vicinissima alla Tito-Ship e ai mercati si possono degustare i piatti tipici della tradizione marinara e fiumana servita dalla titolare Nena, donna gioviale e dai tratti spagnoli: la perfetta hostessa. "La nostra specialità è pasta Surlice, fatta a mano e servita con gamberetti e pomodori e poi il pesce accompagnato da bietola e patate lesse".

E con i sapori del porto emergono anche le memorie portuali. Tutti conoscono la tragedia del Titanic ma pochi ricordano la co-protagonista di quel tremendo evento: la nave Carpathia che era salpata da Rijeka e che si troverà a portare i soccorsi poco prima che il Titanic si inabissi. E fu proprio un croato l'eroe di quella tragedia: alla fine si contarono 700 sopravvissuti, gran parte salvati grazie alla foga di un marinaio giovane, di soli 18 anni, Giuseppe Car che lavorò fino all'ultimo, fino a quando gli restò in mano il giubbotto salvagente dell'ultimo affogato. Reperto oggi conservato presso il Museo Marittimo e Storico del Litorale Croato di Rijeka. 

Info:
- RIJEKA2020 Eventi
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Autore: Corona Perer

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